Flaiano l'alieno, così l'ironia diventa tragedia nel libro di Renato Minore e Francesca Pansa

Italiano fino al midollo, non soffriva di provincialismo come troppi

Ennio Flaiano, scrittore e sceneggiatore
Ennio Flaiano, scrittore e sceneggiatore
di Giuseppe Montesano
Domenica 13 Novembre 2022, 10:00
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Spesso, ma davvero troppo spesso, quando si legge qualcosa su Flaiano bisogna sopportare una serie di luoghi comuni, tutti che ruotano intorno all'autore di «battute fulminanti», «politicamente scorrette», ovviamente «cattivissime e implacabili» oppure «frivole e pessimiste», tutti luoghi comuni che finiscono col nascondere Flaiano anche quando credono di esaltarlo: ed è benvenuto, allora, un libro come Ennio l'alieno. I giorni di Flaiano, scritto da Renato Minore e Francesca Pansa e pubblicato da Mondadori.

Raccontando la vita di Flaiano i due autori raccontano in realtà il suo mondo, risalendo all'infanzia e all'adolescenza in Abruzzo, collegando le letture di D'Annunzio e il perenne rifiuto del dannunzianesimo, facendo emergere, con leggerezza di tocco ma attraverso un'accorta documentazione, i rapporti tra il Flaiano di Tempo di uccidere e Longanesi, o tra Flaiano e Fellini senza tacere nulla ma anche qui con freschezza, e mostrando in maniera chiara come il Flaiano che si dava al cinema era da un lato un professionista impeccabile anche in lavori minori, ma dall'altro lato era un autore che non riuscì mai a realizzare quelli che riteneva i suoi migliori progetti.

Minore e Pansa fanno emergere in Ennio l'alieno un profilo complesso di Flaiano senza mai sovrapporsi a Flaiano, usando le citazioni da lettere e da opere e da testimonianze non a effetto ma in maniera precisa, per spiegare una piega segreta, un angolo nascosto, un chiaroscuro di Flaiano.

E questo prendere sul serio Flaiano, come è sacrosanto, diventa assoluto quando Ennio l'alieno sta per chiudersi e compaiono i capitoli finali, in cui viene fatta «sentire» da Minore e Pansa la voce di Rosetta Flaiano.

C'è qui, schizzato con sobrietà ma senza tacere ciò che è drammatico e persino urtante, il ritratto di Rosetta studentessa, poi docente universitaria di matematica e poi madre che scopre con Ennio che la figlia sarà per sempre disabile: e i ritratti degli scrittori, registi e intellettuali intorno alla coppia, che trattano la figlia disabile di Ennio e Rosetta come un alieno mostruoso, primo fra tutti Fellini.

E proprio a questo punto Minore e Pansa avanzano un'ipotesi, che per chi scrive qui è molto più di un'ipotesi: e cioè che il groviglio di contraddizioni, che ruotò intorno a questo dramma di disabilità emarginata socialmente, con Flaiano che si rifiutava anche lui di accettare la realtà e la taceva, e con la moglie che dovette portare il peso di tutto compreso il peso della distanza del marito, abbia in qualche maniera nutrito la lucida scrittura di Flaiano, anche molto al di là della sua stessa coscienza.

Il gran merito di Ennio l'alieno, che è costruito in apparenza in maniera rapsodica, e in realtà si muove in maniera concentrica, sta nel fatto che tutti gli elementi biografici del racconto su Flaiano come su Rosetta, su amici semisconosciuti ma importantissimi di Flaiano, e su amici di lavoro e di scrittura, non sono casuali, ma piano, con cura, ricostruiscono l'umanità di Flaiano dentro la sua grandezza e soprattutto differenza letteraria: perché alieno Flaiano lo era davvero, e lo è ancora oggi.

Italiano fino al midollo, non soffriva di provincialismo come troppi; attento a ciò che accadeva alla letteratura e alla società nel mondo, non era soggetto a nessuna moda; decifratore acuto della Politica, la capiva sempre dal costume e cioè dal basso. La sua vocazione di scrittore era enorme, ma non poté perseguirla fino in fondo sia perché non volle mai diventare la copia di sé stesso, sia perché il suo successo fu più di stima che tale da concedergli di lavorare secondo la vocazione. Eppure basta aprire le meraviglie che sono il Diario notturno e Il gioco e il massacro, ma anche molti altri scrigni, come Tempo di uccidere, Le ombre bianche, La solitudine del satiro, Diario degli errori, Autobiografia del Blu di Prussia, per trovare una voce unica, nella quale l'ironia non è mai banalmente «leggera» ma comunica sempre con la tragedia, una voce dove il grottesco è così svuotato di ogni compromesso da diventare drammatico e collegarsi, in maniera del tutto originale, a Gombrowicz, a Beckett e persino a Kafka: vale a dire ai grandi scrittori della Modernità portata all'implosione.

I lettori di Ennio l'alieno sono avvisati: con questo libro hanno una scialuppa che sa come portarli nell'arcipelago solitario e unico chiamato Flaiano. Ma una volta lasciata la scialuppa, dovranno entrare da soli nel Mondo-Flaiano, con gli occhi ben aperti e con le anime pronte alla metamorfosi. 

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