Igort si racconta: dalla guerra al nuovo libro «Quaderni ucraini - Diario di un'invasione»

Igort si racconta: dalla guerra al nuovo libro «Quaderni ucraini - Diario di un'invasione»
di Mattia Ronsisvalle
Lunedì 17 Ottobre 2022, 20:00 - Ultimo agg. 26 Marzo, 03:07
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«Una guerra è sempre e solo una sporca guerra. Non c’è epica, non c’è gloria, solo miseria». Questa la premessa cinica, tagliente e veritiera con cui si apre «Quaderni ucraini – Diario di un’invasione» il nuovo libro di Igort, nome d’arte di Igor Tuveri.

Dopo «Quaderni ucraini – Le radici del conflitto» e «Quaderni russi - Sulle tracce di Anna Politkovskaja», il fumettista, sceneggiatore e regista italiano ritorna con un reportage disegnato che racconta le difficili fasi del conflitto russo-ucraino: «Quando il 24 febbraio le truppe russe invasero il territorio ucraino mi paralizzai e la preoccupazione iniziò a crescere con il suonare del telefono».

Uno squillo, poi due e ancora altri. La linea telefonica di Igort in quei giorni è presa d’assalto. I suoi amici e parenti sono in costante contatto con lui: «La prima reazione è stata quella di cominciare ad annotare le voci di persone normali – e non quelle di propagandisti o ideologi - che raccontavano cosa stesse succedendo.

Credo che per capire la Storia, con la S maiuscola, bisogna comprenderla partendo dal basso, dal punto di vista delle persone comuni e non da quello degli eroi, dei soldati o dei politici che hanno sempre altri fini».

È questo lo scopo di Igort, riportare la quotidianità stravolta di chi non ha una voce.
Testimonianze da diverse città dell'Ucraina come Kharkiv, Lugansk, Donetsk, Melitopol, Zaporizhia o Kiev che vengono annotate sul suo profilo Facebook fino a quando non decide di disegnare un diario con la sua matita per «rendere visiva la realtà». Igor spiega: «Il fumetto in questi casi è meraviglioso perché dà la possibilità di comunicare, anche senza le parole, molte cose che io capivo, vedevo, sentivo e intuivo dai racconti».

All’interno del libro le storie sono accompagnate da ricostruzioni storiche, date e numeri nel perfetto stile del graphic journalism anche se Igort spiega: «Sono uno storyteller, un narratore. Il mio lavoro comincia quando finisce quello del giornalista. Una volta percepita la temperatura della vetta a certe altitudini, ho cercato di offrire un racconto diverso da quello spettacolo mediocre che ogni tanto vedo in televisione, quasi come se fosse una questione di tifo calcistico: qua c'è il sangue, la disperazione, la morte, la violenza e il dolore. A me interessa la vita vera delle persone».



La vita di Igort è legata attraverso un fil rouge all’Ucraina e alla Russia. Un rapporto speciale con la cultura di questi Paesi, tanto che il suo stesso nome viene da un’opera lirica di Aleksandr Borodin basata sul poema epico «Canto della schiera di Igor». Con sua moglie Galya, ucraina, ha vissuto per due anni in diverse città dell’Ucraina.
«La mia famiglia? È sotto i ceceni, in un villaggio della zona est che la Russia si è annessa. Sono chiusi in casa. Ogni tanto vedono la televisione anche se i canali sono tutti russi. C'è paura perché molte persone del villaggio, essendo diventate russe, vengono arruolate a forza per andare a sparare contro gli ucraini, quindi, immaginate il clima», racconta l'autore.

Un clima che non sempre è facile rappresentare. Le storie sono tutte tragiche e raccontano la vita di stenti e privazioni della popolazione ucraina. Alcune ricalcano uno spirito da romanzo russo, altre sono più terribili: «Come lo stupro dei bambini – sottolinea Igort - quello non sono neanche riuscito a disegnarlo perché era terrificante. I racconti sono come tante briciole di un 'pane tragico' che adesso gli ucraini sono costretti a mangiare».

Pillole di guerra

Igort racconta dell’amicizia con il fumettista e giornalista Joe Sacco, autore di «Palestina – Una nazione occupata»: «Ricordo una volta in cui Joe mi chiese quanto tempo fossi stato in Ucraina, gli risposi due anni e lui non poteva crederci dato che il suo soggiorno in terra palestinese fu di un mese».
Il Paese che ospitò Igort ora è sotto attacco anche se il Cremlino parla ancora di «esercitazione bilaterale» o «operazione militare speciale», mentre quella a cui siamo assistendo è una vera e propria invasione: «Mascherare è la prima cosa che viene fatta quando si vuole negare la verità. – sottolinea Igort – C’è una palese infrazione del diritto internazionale con un' invasione militare da parte dei russi in un territorio con un governo democraticamente eletto dai cittadini che guarda all’Europa e che non ha nessuna voglia di assoggettarsi e diventare un Paese satellite della Russia».

L’autore di tante graphic novel richiama l’Occidente ad assumersi le sue responsabilità, raccontando gli eventi che dal 2008 hanno portato allo scenario bellico di oggi: «Dopo l’invasione della Georgia era chiaro che Putin non si sarebbe fermato. Come l’ho capito io, che non sono un politologo, potevano capirlo anche i governanti europei che hanno preferito fare i loro affari per via della forte dipendenza energetica dalla Russia - Italia e Germania in primis. E di fatto l'Europa è complice di questa situazione».
Arriverà la primavera? «Non lo so come e quando finirà tutto questo. Sto alla finestra a osservare come tutti. Mi curo con il disegno».

«Quaderni Ucraini – Diario di un’invasione» di Igort (Casa editrice Oblomov, pp 168, euro 20,00) è disponibile nelle librerie e fumetterie dal 4 ottobre 2022.

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