Discovery lo ha esportato con grande successo nei paesi anglosassoni. Alle romantiche donne inglesi piace il reality «Il boss delle cerimonie». «Molto pittoresco» avranno esclamato davanti alla tv nelle loro villette austere, conquistate dagli eccessi barocchi delle feste nuziali e degli ospiti straripanti. Trasmesso su Real Time, il programma è stato ribattezzato «My crazy italian wedding». Perché sì, dicono che noi al Sud ci sposiamo così, un grosso grasso matrimonio ambientato tra stucchi e ori e fontane e parenti infiniti e «piccirilli» e carrozze e quintali di cibo e musica neomelodica e fuochi d'artificio in un grand hotel di Sant'Antonio Abate.
Da quando il boss don Antonio Polese non c'è più, il programma ha cambiato titolo. Oggi è «Il castello delle cerimonie» e a continuarne la tradizione c'è la figlia Imma. Donna Imma Polese, titolo che le spetta in quanto unica e vera regina del «matrimonio napoletano» assieme al suo principe consorte Matteo Giordano.
Sulla strada intrapresa da Tobia Antonio Polese, il suo grande papà, nato in una masseria alle pendici del Vesuvio, cresciuto in campagna ad accudire gli animali, poi macellaio a Castellammare, poi imprenditore di successo, oggi donna Imma ha deciso di aprire la sua cucina e il suo cuore con un libro che raccoglie sì le ricette della tradizione, ma è soprattutto un'agenda di casa e una narrazione epica della storia dei Polese. E dunque Favorite! (Tea edizioni, 240 pagine, 29 euro) benedetti da una gigantografia di Mario Merola in cornice dorata, dato che il verso è un invito a tavola tratto dalla sua canzone «È bello o magnà». Favorite e «arricreatevi» con 70 ricette, i preziosi consigli sull'arte del ricevere, i ricordi del passato, le foto esclusive, i rimedi della nonna e il minivocabolario partenopeo dell'Accademia della Nzogna, la sugna per chi non lo sapesse.
Pescare in questo materiale rimaneggiato con mano esperta e con grande «cazzimma» (nel contesto il termine ci sta) è un gran divertimento. C'è l'elenco del corredo di donna Imma, che lei consiglia di acquistare un poco alla volta negli anni per la figlia femmina, possibilmente tovaglie ricamate a mano dalle zie e canovacci coi bordi all'uncinetto. Ci sono consigli per pulire l'argenteria e le pentole di rame. Ci sono i decotti contro vari malanni. E al centro, naturalmente, mirabolanti ricette di casa legate alle varie festività, che paiono catapultate nel nuovo millennio da un'era remota. A papà Antonio, vissuto per sua fortuna in tempi né politicamente corretti né ecosostenibili, piacevano le frattaglie. Ed ecco il fegato con la «rezzatella», le fritture miste di cervella, midollo e nervi, la lingua di vitello farcita con uova sode e stufata alla genovese. E «a suffritta» con tanto sugo e peperoncino, mi raccomando al femminile, perché «o suffritto» è quello di aglio e cipolla.
Più sobrio il pranzo di Ferragosto, che si fa di rigore a Capri, in barca al largo dei Faraglioni dove l'acqua è più blu. Teglie di parmigiana di melanzane, pasta al forno, polipetti affogati, «mpepata e cozzeche» pulite con l'acqua di mare e torta caprese. E prima di pranzo una «calatella» a mare e due giri di rosario perché in famiglia sono tutti devoti.
Se volete conoscere donna Imma, l'appuntamento è alla presentazione del libro venerdì 3 dicembre alle 17,30 alla Feltrinelli di piazza dei Martiri.