Manlio Castagna, «Draconis Chronicon» in libreria: «A Salerno, una città che spesso dimentico essere mia»

Manlio Castagna, «Draconis Chronicon» in libreria: «A Salerno, una città che spesso dimentico essere mia»
di Erminia Pellecchia
Lunedì 30 Maggio 2022, 16:00 - Ultimo agg. 16:10
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«L'inchiostro su cui si dipingono le storie sulle pagine è come il sangue di tante vene diverse e quando si mescolano....». E, quando si mescolano, accade il miracolo che solo la vera letteratura può compiere: quello di catturare le storie insinuate nelle vecchie pietre e riportarle in vita rigenerate. Nel dialogo tra Ildegarda la Tempestaria e un Barliario ai primi passi nel mondo dell'occulto, c'è lo spirito che alita tra le pagine dell'ultimo romanzo di Manlio Castagna, Draconis Chronicon (Mondadori, pp. 448, 17 euro) dal 31 maggio in libreria col bel richiamo della cover disegnata da Paolo Barbieri. É un ritorno al fantasy dell'autore della trilogia bestseller Petrademone, uno scrittore versatile e prolifico, amatissimo dai lettori di ogni età, che negli ultimi anni col ricco portfolio di opere come Le Belve (con Guido Sgardoli), I venti del Male, La notte delle malombre, Alice resta a casa (con Marco Ponti), 116 film da vedere prima dei 16 anni, ha costruito una «sua» letteratura, ritagliandosi un posto di primo piano nella narrativa young/adult in Italia. A Schio Legge ha presentato in anteprima il nuovo nato (il 22 giugno sarà a Salerno Letteratura), ambientato nella Salerno dell'XI secolo: un viaggio di formazione, un'avventura epica dove magia e scienza si mescolano, protagonisti cinque ragazzi alla ricerca di un drago leggendario. Ad accompagnare Barliario nell'ardua impresa di portare al misterioso Arimane il fuoco del drago, unico rimedio per salvare il padre Rainardo dalla morte, ci sono Shabbatai, ebreo destinato a fare il tintore che sogna di diventare un guerriero, Trotula, studentessa di medicina dall'intelligenza disarmante, l'affascinante Mercuriade dai misteriosi poteri, e la piccola Ligea, che parla con i morti. Incontreranno briganti, licantropi, streghe e cavalieri, affronteranno e supereranno ostacoli, proveranno rabbia, dolore, amore, paura, ma l'impervia strada del drago li condurrà alla scoperta di se stessi.

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Castagna, con questo racconto ha affrontato un viaggio alla ricerca delle sue radici.
«Ha ragione, lo dichiaro nella dedica A Salerno, una città che spesso dimentico essere mia; questo libro è un grande atto d'amore verso la mia terra e la sua storia più antica di cui ignoravo quasi tutto; ho fatto un lavoro di archeologia con le parole, cercando di dare dei punti di riferimento a quanti, attraverso questo romanzo storico fantastico, potranno apprendere vicende del glorioso passato dell'Opulenta Salernum, culla tra l'altro, della Scuola medica salernitana, l'istituzione scientifica più importante e celebre, nel Medioevo, del mondo occidentale.

Aperta all'incontro di culture diverse, come suggerisce la leggenda che vuole sia stata fondata da un latino, un greco, un arabo e un ebreo. Aperta alle donne, le famose Mulieres Salernitanae, che potevano ricoprire anche ruoli ai vertici».

Protagonista femminile è infatti l'adolescente Trotula.
«La più brillante delle medichesse. Di lei si sa che visse intorno al 1050 a Salerno, che discendeva dall'antico casato dei De Ruggiero e che fu autrice di trattati di medicina con teorie che precorsero i tempi in molti campi, non solo della ginecologia e della nascita, ma anche della prevenzione delle malattie, dell'igiene e della cosmesi. Rappresenta la scienza, la ragione; mi sono divertito ad intrecciare le sue vicende con quelle del mago Barliario, inizialmente saranno in contrasto, poi si avvicineranno. Fin dall'antichità gli uomini hanno sempre cercato dei rimedi che potessero curare i mali che li affliggevano, il confine tra scienza e magia era labile, pur avendo motivazioni diverse, condividevano basi di ragionamento comune».

Si è documentato in materia.
«È un argomento che mi affascina. Come per l'aspetto urbano e i costumi della Salerno del 1066 ho cercato di approfondire le mie lacune consultando esperti, tra cui quelli di Salerno Archivio, così ho cercato testi utili allo scopo narrativo. Tra questi il Naturalis historia di Plinio il Vecchio e il Liber monstrorum de diversis generibus».

Ha azionato una macchina del tempo, trasportandoci nelle atmosfere di un Sud Italia magico e tutto da esplorare.
«Sono convinto che draghi ed avventure epiche non siano possibili solo in terra anglosassone o nordica. Ho provato a osservare da vicino e narrare il nostro Alto Medioevo. Barliario, in fondo, è il Merlino salernitano, e di storie di draghi ce ne sono tante anche nel Mezzogiorno. In queste Cronache ho ripreso il mito del dragone che a Volturara Irpina custodiva il tesoro dei Visigoti. C'è tutta una letteratura fantastica da scrivere sui nostri miti».

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