Marco Perillo e la breve storia di Napoli dalla sirena Partenope a Maradona: presentazione da Ubik il 10 dicembre

Marco Perillo e la breve storia di Napoli dalla sirena Partenope a Maradona: presentazione da Ubik il 10 dicembre
di Vittorio Del Tufo
Mercoledì 8 Dicembre 2021, 11:05 - Ultimo agg. 21:36
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L'antica voce delle Sirene, con la sua malia, ci ricorda che Napoli è una città in cui anche le favole danno il nome ai luoghi. Il mito delle origini vuole che la città sia stata edificata sul sepolcro di Partenope, la dea Sirena. Dunque a Megaride, dove si narra che Partenope venne a morire. Quando i primi coloni greci sbarcarono a Megaride, l'isolotto era ancora collegato con la terraferma. Nel luogo dove si insediarono, tra il promontorio di Monte Echia e la foce del Sebeto, i fondatori portarono il loro patrimonio di conoscenze e di credenze. Vi portarono anche il culto per il misterioso essere mitologico - demone marino, o uccello antropomorfo - che avrebbe dato il nome alla città: Partenope. 

Avventurandosi nell'ambiziosa impresa di ripercorrere la ricchissima storia della città - una lunga cavalcata attraverso i secoli - Marco Perillo, giornalista de «Il Mattino», non poteva che partire dal mito fondativo della città: la Sirena, lo scrigno-madre, a cui fondatori dedicarono un grande sepolcro, oggi perduto, che infiamma da sempre la fantasia degli storici, degli archeologi e dei poeti. Ancora oggi spalancata sul baratro del suo passato, Napoli da circa 2500 anni parla di se stessa al mondo. Da Partenope in poi, tutto e il contrario di tutto è accaduto da queste parti. La colonizzazione dei greci, la dominazione dei Romani, l'influenza bizantina e le guerre contro i Goti, la discesa dei Normanni e l'affermazione Sveva, la conquista degli Angioini, il sangue versato per il terribile assedio degli Aragonesi, l'ingresso trionfale di Alfonso il Magnanimo a Castel Nuovo, e poi la lunga parentesi dei viceré: alcuni terribili, come don Pedro de Toledo, altri furfanti e pure un po' mariuoli, come quel Pedro Antonio de Aragòn che lasciò Napoli per fare ritorno in Spagna con un vascello pieno di opere d'arte trafugate, compresa la celebre Fontana dei Quattro del Molo, impacchettata per l'occasione.

E poi lo splendore di un Regno nuovamente indipendente sotto i Borbone, la lenta decadenza di una delle più grandi capitali d'Europa, la fine del Regno delle Due Sicilie e la Napoli post-unitaria, le macerie dei bombardamenti delle due guerre. Fino al sangue vivo degli ultimi decenni, la Resistenza e gli sciuscià, il boom economico e il colera, il terremoto del 1980 e il riscatto sociale grazie a un dio venuto da un lontano pianeta, Diego Armando Maradona. Su tutto e su tutti l'ombra minacciosa di un vulcano, con il suo battito ancestrale, con la sua energia e la sua poesia.

Una storia, quella rigorosamente ricostruita da Perillo, piena di svolte, cadute e risalite, un viaggio emozionante lungo i secoli di vita di una delle città più affascinanti, stratificate e vive del mondo. 

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Marco Perillo, che ha esordito con il thriller archeologico Phlegraios - L'ultimo segreto di San Paolo (Rogiosi) ha già pubblicato con la Newton Compton diversi libri dedicati a storie segrete o poco conosciute della città-mondo. Breve storia di Napoli (Newton Compton, pagine 286, euro 12,90) sarà presentato venerdì alle 18 alla libreria Ubik nel cuore di Napoli, in via Benedetto Croce 28, con Clemente Esposito (ingegnere, scrittore e presidente del Centro Speleologico napoletano) e Federico Quagliuolo (giornalista e fotografo, fondatore di Storie di Napoli). Ingresso con Green Pass.

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