Napoli, Michela Murgia e Chiara Tagliaferri alla Foqus: «Una donna senza soldi non ha scelta»

Napoli, Michela Murgia e Chiara Tagliaferri alla Foqus: «Una donna senza soldi non ha scelta»
di Valentina Bonavolontà
Venerdì 29 Ottobre 2021, 20:00 - Ultimo agg. 25 Marzo, 08:19
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Nell’ambito degli incontri con l’autore curati da Feltrinelli Napoli, Michela Murgia e Chiara Tagliaferri hanno oggi presentato “Morgana – L’uomo ricco sono io” alla Fondazione Foqus a Napoli.

«Una ragazza dovrebbe avere una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline l’anno.»

Con questa frase politicamente rivoluzionaria e di cui purtroppo la memoria collettiva ha conservato solo la prima parte, Virginia Woolf lega strettamente il discorso sull’emancipazione femminile ai soldi, presentati come la premessa stessa della libertà.

Il denaro è il vero tabù da violare quando si parla di donne perché è il potere più grande, quindi per definizione è stato per anni solo degli uomini.

«Non stiamo parlando di una cosa sporca e vile.» - spiega Michela Murgia. «Stiamo parlando di libertà, opportunità e qualità di vita. Non avere soldi significa non avere scelte».

In questo secondo volume edito sempre da Mondadori per la Collana Strade blu dal titolo "Morgana. L’uomo ricco sono io", Michela Murgia e Chiara Tagliaferri raccontano le vite di: Oprah Winfrey, Nadia Comaneci, Francesca Sanna Sulis, J.K. Rowling, Helena Rubinstein, Angela Merkel, Madama Clicquot, Beyoncè, Chiara Lubich, Asia Argento. E accanto a Morgana  troviamo la frase fulminante e sovversiva di Cher  che, quando sua madre le consigliava di smettere di cantare e trovarsi un buon partito  ovvero un uomo ricco e  facoltoso, ebbe l’ironia di rispondere: “Mamma, l’uomo ricco sono io!”.

«Abbiamo scelto dieci donne imprenditrici della propria vita, dieci corsare, dieci donne che hanno scelto l’emancipazione economica come premessa di libertà e quindi la possibilità di come stare e dove stare» – spiega Chiara Tagliaferri.

In "Morgana  - L’uomo ricco sono io" emergono politiche convinte che il miglior modo per arrivare in alto è non farsi vedere mentre si sale,  mistiche per le quali è la natura delle intenzioni, non il denaro con cui le realizzi, a segnare il confine tra ciò che è bene e ciò che è male,  campionesse sportive che per vincere tutto hanno rischiato di perdere la sola cosa che contasse davvero,  intellettuali contraddittorie che con la loro creatività hanno fatto abbastanza soldi per dichiarare una guerra (e pazienza se era quella sbagliata). Sono donne alle quali la libertà è spesso costata cara, ma che non hanno mai smesso di pensare di potersela permettere, perché volere beni propri e volere il proprio bene spesso sono la stessa cosa.

Donne che tra rispettare le leggi o se stesse non hanno mai avuto dubbi, artiste carismatiche che non hanno pensato nemmeno per un momento di dover essere protette dal patrimonio dei loro partner.

«Ogni volta che la società ridefinisce i termini della libertà femminile, arriva una Morgana a spostarli ancora e ancora, finché il confine e l’orizzonte non saranno diventati la stessa cosa». – commenta Michela Murgia.

Ed ecco un secondo volume dedicato a donne controcorrente, strane, pericolose, esagerate, rivoluzionarie, difficili da definire e da collocare. Esse hanno una madrina d’eccezione: Morgana, la sorella poco rassicurante e pericolosa del leggendario re Artù e dei suoi paladini seduti alla Tavola Rotonda.

Come nel precedente libro  non ci troviamo di fronte ad un catalogo di donne esemplari da cui trarre ispirazione per orientare la nostra vita. Sono donne , ciascuna a suo modo e nel proprio campo di azione, che smontano  pezzo dopo pezzo l’immagine gentile e remissiva della donna, il suo sacrificarsi per un uomo, per la famiglia, per la patria.

«Le cose non sono ancora cambiate, ma è cambiato il grado di coscienza. Noi proviamo, nel nostro piccolo, a dare spazio a queste storie affinché la storia delle donne non sia dimenticata. La nostra è una battaglia sulla narrazione» - racconta Michela Murgia.

In questo secondo volume si dà spazio, in particolare, a quelle donne che  si sono confrontate a lungo con il fascino esercitato dal successo e dal potere. Leggendo le loro storie si crea una sorta di sorellanza  che spinge  ad una certa empatia ed ammirazione. Esse finiscono paradossalmente per spostare i margini del possibile anche per tutte le altre donne.

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