Napoli «città libro», è qui la festa della lettura

Napoli «città libro», è qui la festa della lettura
di Giovanni Chianelli
Giovedì 24 Maggio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 10:25
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Back home. Si torna a casa: a 9 anni dalla fine di Galassia Gutenberg, Napoli ha un nuovo festival del libro. Da oggi a domenica, nel complesso monumentale di san Domenico Maggiore, al via il salone del libro e dell'editoria. Si chiama «Napoli città libro. Leggere una storia nuova» ed è un'idea del comitato Libera@rte di cui fanno parte gli editori Diego Guida, Alessandro Polidoro, Rosario Bianco. Quattro giorni che sembrano un anno: «Dalla primavera 2017 stiamo lavorando alla creazione di un salone» dice Guida, pensando ai 300 momenti - incontri con l'autore, reading, letture teatralizzate, esibizioni artistiche e canore, laboratori per bambini, firma copie e 110 stand, di editori nazionali e locali, messi in campo.

Back home, si diceva: «Questo uno dei possibili fili conduttori della rassegna. Da più punti di vista: un ritorno dopo anni di assenza di un festival importante in una città che fa molta letteratura. E insieme il leit motiv di incontri con autori, come alcuni poeti italoamericani che, simbolicamente, tornano a casa» dice il giornalista Francesco Durante, direttore artistico del salone. Alle 17.30 il taglio del nastro. Presenze istituzionali ai massimi livelli: Roberto Fico, presidente della Camera, il governatore Vincenzo De Luca, il sindaco Luigi de Magistris, il presidente nazionale dell'associazione italiana editori Ricardo Franco Levi e il questore Antonio de Jesu. Moltissimi gli ospiti: Michele Ainis, Franco Arminio, Alessandro Barbano, Marco Boato, Fortunato Cerlino, Claudio Cerasa, Cristina Comencini, Nando Dalla Chiesa, Enrico Deaglio, Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva, Chiara Francini, Tony Laudadio, Anna Marchitelli, Claudio Martelli, Gianni Molinari, Silvio Muccino, Sandra Petrignani, Rosella Postorino, Guido Pocobelli Ragosta, Sergio Rizzo, Marcello Simoni, Matteo Strukul, Gino (Vignali) senza Michele. E quelli internazionali: Friedrich Ani, Ali Bader, Simone Buchholz, Michael Frank, i poeti italoamericani Peter Covino, Annie Lanzillotto e Jay Parini, ancora Tim Parks, Farian Sabahi. Spazio anche al teatro, alla musica, allo spettacolo con Enzo Moscato, Markus Stockhausen, The Jackal, Gigi e Ross e Mr Distruggere.
 
Tra i protagonisti non poteva mancare Maurizio de Giovanni che stasera, alle 19.30 nella sala del capitolo, offrirà un'anticipazione del suo prossimo Ricciardi, come si dice ormai in città. Lo scrittore saluta la manifestazione: «Era necessario allinearsi alle grandi città dal punto di vista di una iniziativa sul libro adeguata. Era triste vedere che non fosse sfruttata in pieno la più grande risorsa che abbiamo qui, la cultura. Anche perché è paradossale, dati i vertici di creatività che ci sono. Città di tanti scrittori, di grande attenzione da parte delle produzioni internazionali per il cinema, mancava un salone dell'editoria e ora c'è. Un augurio: che duri. La prima è fatta, dalla seconda capiremo la consistenza dell'idea».

Tra i temi del salone il Sud. Nel senso meno campanilista: «Il salone è capofila di una rete di festival meridionali», continua Durante. «Un modo per dimettere l'immagine della vecchia capitale che fagocita il resto del Sud e diventare la nuova capitale che sia il terminale di quanto di prezioso, dal punto di vista culturale, si crea da queste parti». Sette eventi saranno a cura, infatti, di Dialoghi di Trani, Salerno Letteratura, Women's fiction fest di Matera, Notte bianca del libro di Potenza, Marea di libri di Palermo e Viaggi e culture mediterranee di Soveria Mannelli: alcuni degli associati di 25 altre rassegne che aderiscono alla Rete dei festival letterari del Sud Italia che si aggiorna in continuazione. «Piccoli nuclei che offrono ai loro territori qualità altissima. Espressione di quella che è la grande risorsa del Meridione, la cultura e il suo territorio», conclude il direttore artistico.
Il nome del festival, secondo Bianco, è frutto di una riflessione storica: «Abbiamo scelto di chiamare il nostro salone NapoliCittàLibro perché Napoli è da sempre una città del libro, dalla ricchissima tradizione in campo editoriale, che ha ospitato e ospita importanti biblioteche e stamperie e che è stata nella storia città di librai e scrittori».

Guida si dice «contento della risposta della città. Negli ultimi giorni le domande di adesione, di presenze con gli stand, si stanno moltiplicando. Una soddisfazione pensando come siamo partiti: una semplice raccolta firme che poi è diventata un evento pubblico, di lì una manifestazione di interesse e infine questa bella fioritura di idee. Stiamo dimostrando che i risultati non vengono se non si tenta».

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