“Spoesie d’amore”, così vengono definite dall’autrice Eleonora Molisani, giornalista di Tustyle, le sue poesie che compongono la raccolta “Romanticidio”. Le “filastronze”, come le ha chiamate la stessa casa editrice Neo Edizioni, vertono intorno al tema dell’amore: drammaticamente ironiche, disgraziatamente vere, catturano scene di vita quotidiana all’interno di una coppia, il russare del partner, la lotta per il cambio stagione, gli inganni dei social.
Com’è nato il progetto?
“Per 27 anni della mia vita mi sono dedicata alla scrittura giornalistica, che richiede un rigore diverso dalla scrittura di un romanzo o di una poesia, nel 2014 ho deciso di uscire dalla gabbia del giornalismo e scrivere un libro di racconti. Da qui molti mi hanno spinto ad utilizzare la vena sarcastica che mi caratterizza come stile da utilizzare per parlare di un argomento che mi sta cuore. Ho sprecato fiumi di inchiostro per dare vita a questa raccolta di poesie: la donna viene sempre descritta in ambito relazionale su determinati cliché, o assomiglia a Bridget Jones, un po’ sfigata, oppure è abbandonata e vittima, volevo creare una rottura in questo schema. Le filastronze, senza i soliti cliché, parlano dell’amore vissuto nel quotidiano dove si sta insieme sul divano. Ma anche di nuove forme di romanticismo, quelle nate con i social network, in cui il romanticismo dell’uomo o della donna si basa sul numero di like sulla pagina del partner, ormai si ragiona per misunderposting, non per misunderstanding, come scrivo nella spoesia ‘Teorema 3.0”.
“Senza l’iPhone una donna cos’è?
Su questo sarai d’accordo con me.
Senza l’iPhone una donna cos’è?
Non vorrai mica tornare al ’93?”.
Tratto da “Teorema 3.0”
Qual è la sua visione del romanticismo?
“Sono una persona poco romantica, ma molto sentimentale.
Prossimi progetti?
“Mi piace sperimentare col linguaggio: sto preparando un libro indirizzato ai bambini e ragazzi, in cui si parla delle differenze, in quanto siamo tutti diversi, ma non per questo non alla pari. Credo che imparare ad apprezzare la diversità fin da piccoli sia importante”.