Premio Nobel 2021 per la Letteratura va al tanzaniano Abdulrazak Gurnah: «Pensavo fosse uno scherzo»

È stato lo stesso scrittore tanzaniano a raccontare le sue emozioni a caldo

Premio Nobel 2021 per la Letteratura va al tanzaniano Abdulrazak Gurnah
​Premio Nobel 2021 per la Letteratura va al tanzaniano Abdulrazak Gurnah
Giovedì 7 Ottobre 2021, 13:12 - Ultimo agg. 8 Ottobre, 11:08
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All'inizio non ci credeva. «Pensavo fosse uno scherzo». Quando  Abdulrazak Gurnah ha ricevuto la telefonata dalla Fondazione Nobel che lo informava della vittoria del premio per la letteratura, «è stata tale la sorpresa» che ha aspettato l'annuncio ufficiale «prima di poterci credere». È stato lo stesso scrittore tanzaniano a raccontare le sue emozioni a caldo. Alla chiamata del segretario permanente e presidente dell'Accademia svedese Mats Malm, ha risposto: «Vado a controllare tra un minuto. Aspetterò finché non lo vedrò o lo sentirò».

Incalzato poi dalla redazione del sito della Fondazione Nobel, Gurnah nel frattempo aveva raccolto le idee.

Nato a Zanzibar nel 1948, è arrivato in Inghilterra come rifugiato alla fine degli anni '60: inevitabilmente, al centro della conversazione, la crisi dei migranti. Tra i Paesi del mondo, ha detto, «non vedo divisioni permanenti o in qualche modo insormontabili. Le persone si sono spostate in tutto il mondo. La migrazione degli africani verso l'Europa è un fenomeno relativamente nuovo, ma gli europei che si riversano nel mondo non è una novità».

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«Il motivo per cui è così difficile per l'Europa e per gli stati europei fare i conti con questa realtà, penso che sia una sorta di avarizia», ha sottolineato ancora Gurnah. Molti di coloro che fuggono dai loro Paesi di origine «sono persone di talento, energiche, che hanno qualcosa da dare. Non stai solo accogliendo le persone come se fossero povere nullità. Pensa che offri soccorso a persone che hanno bisogno, ma che possono anche dare un loro contributo». Nel colloquio, registrato subito dopo l'assegnazione del premio, Gurnah ha anche tratteggiato il processo creativo del suo lavoro. «È in gran parte qualcosa di compulsivo, avvincente. Non puoi farlo se lo odi. Ma suppongo che alla base ci sia il piacere di fare le cose, creare, trasmettere qualcosa, dare piacere, sostenere una causa».​

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