La #Romabarzotta di Desario, una città meravigliosa e imperfetta

La #Romabarzotta di Desario, una città meravigliosa e imperfetta
di Maria Lombardi
Mercoledì 18 Marzo 2015, 11:10 - Ultimo agg. 12:53
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Roma è così, lunatica e dispettosa, eternamente incompiuta. Una meravigliosa cialtrona, assoluta nella bellezza e nell’approssimazione. Ti abbraccia con un tramonto perfetto e ti schiaffeggia un attimo dopo con un ingorgo impossibile. E ti lascia lì, in bilico tra il desiderio di restare qui per sempre e la tentazione di giurare mai più qui. «Perché Roma prima seduci e poi abbandoni?», si rammarica Davide Desario in una delle sue rubriche dedicate alla «città sempre a metà».






Oltre cento mini ritratti metropolitani, uno a settimana, che raccontano l’incanto e l’affanno del vivere in un capolavoro mai finito. #Romabarzotta, così la definisce lui ed è questo il titolo del libro appena pubblicato da Avagliano editore, con introduzione del direttore del Messaggero Virman Cusenza, che raccoglie un anno e mezzo di cronache e visioni sulla Capitale incerta. Un affettuosissimo rimprovero, una provocazione ironica, quel titolo, che ha anche il senso di una sfida.



UN LIBRO SOCIAL

L’hashtag traccia un percorso che va oltre le pagine del libro, apre un dibattito virtuale, tra Twitter e Facebook (sul quale esiste anche una pagina dedicata) e YouTube dove uscirà un booktrailer rap del giovane Simone Carbone, sul destino di una città che non riesce a prendersi del tutto sul serio, condannata così all’indeterminatezza dell’adolescenza.



I piccoli racconti di Desario hanno l'immediatezza delle cronache, il respiro della riflessione e la piacevolezza delle passeggiate tra luoghi tanto amati. C'è tanto e c'è tanta Roma nelle 26 righe di ciascuna rubrica. La curiosità, il sudore e l’esperienza del cronista, lui per anni in prima linea nella redazione della cronaca del Messaggero e dal 2013 alla guida del sito Internet del quotidiano. Ma c’è anche l’innamoramento che ogni volta si rinnova per il cielo, le strade, le piazze e i colori, e c’è l’orgoglio di essere e sentirsi romano. E così i resoconti dei tanti disastri quotidiani sono spietati e lievi al tempo stesso, hanno il pregio di non fermarsi alla lagna e di non scivolare nella polemica. Ogni storia è un'istantanea, la città è ripresa da angoli sempre diversi, ci sono quelli che ne mostrano la grandiosità e quegli altri che ne svelano le debolezze.



«Se sai sopravvivere a Roma vivi benissimo ovunque», scrive Desario. Questione di allenamento alle code, alle buche, al traffico, alla disorganizzazione, un esercizio quotidiano di pazienza. Qui il motorino «è una scelta obbligata», «la passeggiata in macchina un'impresa e quella a piedi impossibile», il tempo passato in auto toglie tempo alla vita. E ci sarebbe solo da fuggire, se non ci fossero quei momenti «che ti fanno benedire di vivere nella Capitale». Quando una minima suggestione fa scoprire la magia delle luci, quando l'aria trascina profumi che altrove non senti e la notte diventa poesia.



A volte basta molto meno, anche una risata. Perché questa città sarà pure piuttosto maleducata ma ha il dono dell'ironia, il gusto per le battute taglienti che Desario ascolta e raccoglie. Ecco allora che anche la spesa al mercato diventa uno spasso, «donne..che 'sti pesci nun so' morti....stanno a dormì....», e al bar l'omone di cento chili lo chiamano «passerotto». C’è un solo modo per perdonare questa «Roma bellissima e sporchissima», e viverla senza rancore nonostante tutto. Guardarla con altri occhi e leggerla al contrario, come suggerisce alla fine l’autore, «così Roma diventa amor».