Un fumetto che suona, perché il racconto è scandito dalla musica, cartina di tornasole di quella stagione di cambiamento, sociale, politico e di costume, racchiusa in una data, il '68, e del sogno di una generazione che scende in campo, che vive vorticosamente e controcorrente, che partecipa in diretta agli eventi che accadono, inconsapevole di scrivere, col proprio quotidiano, dal basso, la storia collettiva. Ed è un fumetto fuori dai canoni della Bonelli l'emozionante “Sessantotto. Cani Sciolti” di Gianfranco Manfredi, cantautore, scrittore e sceneggiatore milanese che quell'esperienza l'ha attraversata e che ora la racconta, con le sfumature emotivo-evocative del bianco e nero (efficace l'alternanza tra flash back e flash forward) delle matite e chine di Luca Casalanguida. Classe 1976, il disegnatore di Lanciano si è imbevuto delle testimonianze raccolte dal vissuto reale e dalle cronache, facendole proprie e trasmettendo al lettore uno spaccato della Milano dei moti studenteschi e dei luoghi di incontro della “meglio gioventù” anticonformista e contestataria: bar – come il celebre Magenta - latterie, trattorie, cinema, balere, negozi di dischi. «Una Milano in parte scomparsa, ma qui ricostruita con scrupolo – dice Manfredi – Una Milano assai poco da cartolina, fatta di interni a contrasti in bilico tra palazzi altoborghesi e case popolari di ringhiera».
Difficile dare una definizione a questo intenso volume-affresco uscito in occasione del cinquantenario del '68 (presentazione in anteprima al Salone del Libro di Torino, in libreria dal 24 maggio) e che battezza “Audace - il riferimento è al marchio storico di Giovanni Luigi Bonelli - la neonata etichetta della casa editrice meneghina dalle tematiche e i toni meno pop e più maturi. Un'opera corale scandita in due episodi, a cui dovrebbe seguire una miniserie in ottobre. Ha la veste di un graphic novel e l'ossatura di un “dramedy” in cui si narrano le gesta, gli amori, gli smarrimenti di un gruppo di studenti che si incontrano durante le prime occupazioni di licei ed università e che vivono – spiega Manfredi – l'impegno politico da cani sciolti, cioè senza far parte di gruppi organizzati, semplicemente partecipando alle lotte sociali, alle esperienze e ai sogni della loro generazione. Vent'anni dopo si ritrovano - circostanza una mostra rievocativa del Sessantotto – e sarà l'occasione per tracciare un bilancio del loro percorso e dei mutamenti avvenuti nella loro esistenza”. Capitolo primo: la Statale occupata e sgombrata dalle forze dell'ordine, il sit-in di Largo Gemelli, il trappolone della polizia armata alla Cattolica, botte e fughe, manifestazioni e slogan come quel “Vietato vietare”, leit-motiv di un'utopia, che in quei giorni frenetici, sembrava possibile. In questo scenario si incroceranno i protagonisti: il ribelle Deb, padre costruttore e mamma casalinga; la mora dagli occhi blu e dal temperamento indipendente Lina; l'idealista Pablo, figlio di un ex partigiano; il sensibile Milo, gay non dichiarato, l'ambizione di diventare cantautore, papà ignoto e il cordone ombelicale mai tagliato con la mamma; Turi, studente espulso per indisciplina, indossa il giaccone alla Steve Mcqueen come una bandiera; Marghe, rampolla di una famiglia blasonata, cresciuta dalla tata Benedetta, pronta a combattere la sua rivoluzione da ricca e perciò più difficile. Ambienti e stili di vita differenti, sintonizzati, però, sullo stesso fuso orario del “nuovo”, Manfredi li tratteggia alla grande, mettendo a fuoco il punto di vista dei ragazzi e quello dei genitori per rimarcare lo scontro generazionale che segnò la rivoluzione del '68.
A far da trait-d'union dello scatto temporale è – geniale invenzione narrativa - è il fotoreporter Italo Rossini, cane sciolto anche lui, ribelle alle convenzioni. Li immortalerà in uno scatto, belli col pugno alzato; li cercherà vent'anni dopo, sul fil rouge del “com'eravamo”- “come siamo”. Operazione amarcord? «No – sottolinea Manfredi – Ho cercato di tenermi lontano dal celebrativismo, utilizzando anche l'ironia. Ed ho provato a fare una cosa diversa; forse non sarà migliore di altre sul tema, semplicemente aggiunge il mio sguardo ad altri sguardi».
«Sessantotto. Cani Sciolti», Gianfranco Manfredi fuori dai canoni
di Erminia Pellecchia
Sabato 12 Maggio 2018, 20:46
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