“Sono stato truffato”, Antonio Supino racconta la realtà lavorativa della generazione Y: una critica velata da autoironia

“Sono stato truffato”, Antonio Supino racconta la realtà lavorativa della generazione Y: una critica velata da autoironia
Venerdì 7 Ottobre 2022, 15:00 - Ultimo agg. 8 Novembre, 14:04
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«Io ripenso a tutto questo, a tutti i sacrifici che ho fatto e penso a come mi sento adesso. Qui. A trentasei anni. Un fallito. Io... io... sono stato truffato!».

Studiare medicina o giurisprudenza, laurearsi con il massimo dei voti, fare stage, master, corsi di lingua, corsi all'estero, sapere bene l'inglese, usare il pacchetto Office e tutto andrà bene: questa è la ricetta per il successo lavorativo a cui la generazione Y è stata preparata. Anche seguendo i punti alla lettera, però, la ciambella non riesce col buco... quasi mai. 

Questo è il tema di Sono stato truffato, Dialoghi edizioni, il romanzo d'esordio di Antonio Supino che racconta la storia di un gruppo di amici over 35, cresciuti nella convinzione che il futuro sarebbe stato molto simile a quello vissuto dai loro genitori, figli del boom economico. Tutti i personaggi della storia, Andrea, Vanessa, Sara, Luciano, Antonio, Dario, Rossella e Mario, comprendono, a loro spese, che il futuro è molto diverso. 

«Volevo trattare un argomento che per me è molto risonante. Se lo si sente attuale oggi, figuriamoci quanto lo è per la mia generazione che oggi ha quarant'anni. Volevo scrivere questo libro proprio perché vorrei che oggi se ne parlasse di più». 

L'autore

Antonio Supino, avvocato, giornalista pubblicista, si è avvicinato al mondo della scrittura solo nel gennaio 2020, quando è iniziata la stesura del romanzo. «Il mio sogno era diventare un giornalista. Vista la difficoltà lavorativa di quel mondo e visto che con la mia laurea in giurisprudenza potevo avere altri sbocchi più concreti, ho proseguito con la strada di avvocato». 

Il mondo della scrittura non è l'unico ambito ad appassionare Supino.

L'avvocato e scrittore segue le sue tante inclinazioni attraverso il teatro e l'animazione turistica: un eclettico, insomma, «o un cazzaro, come preferisco dire io». 

Nel 2016, Supino crea la pagina Facebook “L'analisi ignorante” nata con l'intento di commentare in maniera ironica le partite del Napoli, per poi trasformarsi in un blog generalista. 

«Ormai parliamo un po' di tutto in chiave ironica, non solo sport, anche politica e attualità». Ma è sull'ultimo risultato del Napoli in Champions il post più recente della pagina Facebook. Come commentare un Napoli da 6 a 1? «Direi solo... quanto simmo forti!»

Il libro

Il lato ironico di Supino e predominante anche nel suo libro. Con leggerezza, l'autore riesce a trattare un argomento reale e che accomuna, ormai, non solo la generazione Y, ma anche la generazione Z. 

«Non siamo più giovani, ma continuano a trattarci come tali. Ed è la condizione che vivono anche i personaggi del romanzo: questo senso di precarietà esistenziale che si ripercuote anche su tutto il resto che sembra anch'esso in bilico come comprare una casa o andare a vivere con la propria fidanzata».

Andrea è un avvocato. Fidanzato con la bella Vanessa, lavora nello studio dell'avvocato Ferrigno. Sottopagato, precario, Andrea lavora da anni guadagnando poco e affaticandosi troppo.

Non vivono una situazione diversa i suoi storici amici: Sara, compagna di università che lavora vittima del suo professore universitario il quale ha ottenuto la cattedra solo perchè “figlio di...”, Antonio che dopo aver cambiato più lavori che paia di calzini si ritrova a fare il “capro espiatorio” ovvero il commesso che si assume le colpe per tutte le lamentele dei clienti. Mario fa due lavori per mantenere la moglie Rossella, cacciata dal lavoro ad un passo dal contratto a tempo indeterminato perchè rimasta incinta del piccolo Marco. Luciano, fidanzato di Sara, è costretto ad andare a Parigi, perchè in Italia di lavoro nemmeno l'ombra. Infine, Dario detto “Dariorè”, figlio di buona famiglia, ma eterno Peter Pan che si ritrova a investire su mille attività senza mai avere successo. 

Il lettore riesce facilmente ad immedesimarsi negli otto protagonisti, empatizzando e ritrovando in ognuno di essi un po' dei propri amici, un po' di se stessi. 

«Se dovessi identificarmi con un personaggio direi che lavorativamente sono come Andrea, ma in generale mi sento Antonio che ha tanti problemi ma cerca sempre di sdrammatizzare e affrontare tutto con un sorriso».

Nel romanzo è predominante il senso di rassegnazione ai quali i protagonisti sono abbandonati, in una realtà che sembra andare avanti da sola come un film senza pausa, dove nessuno di loro è in grado di premere il pulsante stop: «Andiamo avanti così, senza sapere come. Senza guardare al domani perché ci fa paura. Ci smazziamo tra tremila cose. Vari lavori, perchè uno solo magari non basta più». 

«Siamo una generazione a cui è stato promesso tanto e poi abbiamo avuto poco». Benchè non ci sia mai da parte del narratore un esplicito chiarimento, il messaggio arriva al lettore chiaro e preciso, come un ragionamento che piano piano si palesa della mente del lettore il quale, insieme ai personaggi, arriva alla realizzazione di essere stato truffato. 

«Ma quante ce ne hanno dette in questi anni? Che eravamo choosy perché magari con una laurea in tasca rifiutavamo di andare da McDonald's a lavorare per quattro spicci. Bamboccioni, perchè restavamo a casa con i genitori, perché giustamente non vuoi trovarla una casa, che non arrivi manco a mille euro al mese?»

“Sono stato truffato” è un libro che porta una Napoli umana, descrivendo una normalità anomala, con toni ilari e dai retrogusti grigi. Il lettore scorre le pagine al ritmo di “’a vita chesta è”, giungendo all'ultima pagina con una forte voglia di riscatto e di far sentire la propria voce. 

«Mi hanno detto che il mio libro ha un finale sconfortante. No, il tema è sconfortante perchè è una situazione reale e che possiamo cambiare poco. È necessario, però, guardarsi dentro e vedere cosa si è fatto e cosa si può ancora fare per provare a cambiare la situazione».

La denuncia del romanzo si conclude con l'ammonizione di non farsi passare la vita addosso, perché sì, non tutte le ciambelle riescono col buco, ma alle volte ci si è semplicemente scordati chi era in possesso del cappello da chef per cambiare le cose. 

«Rasta!». Andrea si girò sorridendo, aspettandosi una controbattuta, ma la ragazza semplicemente gli disse: «Vai da lei!»

La presentazione di "Sono stato truffato" è prevista lunedì 17 ottobre al palazzo Fondi a via Medina a Napoli alle 19:30. 

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