Stendhal, c'è la pienezza del vivere nella «Certosa di Parma»

Nuova traduzione di Margherita Botto per il capolavoro

Stendhal, c'è la pienezza del vivere nella «Certosa di Parma»
di Giuseppe Montesano
Domenica 4 Dicembre 2022, 08:41
5 Minuti di Lettura

Per una volta, lettore, credimi sulla parola. Se ti raccontassi la trama di un romanzo di Stendhal che si intitola La certosa di Parma, che ora è in libreria per Einaudi in una nuovissima traduzione di Margherita Botto, una traduzione bella, insieme frizzante ed esatta, che rende giustizia sia alla sinteticità che alla velocità dello stile di Stendhal, riempirei tutto lo spazio di questa pagina, lo spazio non mi basterebbe e, cosa quasi incredibile, non ti darei nessuna idea di cosa è questo romanzo che è stato per molto tempo un cult e quasi uno slogan.

Diciamo che nella Certosa di Parma, in gran parte ambientato in Italia, in un regno immaginario ma molto vicino alla realtà storica del tempo, si racconta la vita di un giovane che vuole vivere pienamente tutto ciò che può, dalla guerra all'amore, e che nella sua iniziazione trova e afferra e mangia le passioni e i piaceri amorosi insieme alle passioni politiche, e che incontra l'amore non come salvezza ma come fiamma che divampa e non può durare: in un intrico in cui l'unico amore pieno della sua vita lo trova in una donna sposata con un altro, in cui l'amore della zia per lui lascia una scia incestuosa non consumata e in cui il lieto fine è escluso ma la vita è una coppa di champagne goduta bevendola mentre trabocca piena di buio e di luce.

Ma può un romanzo avere una trama da romanzone sensazionale, con colpi di scena quasi tutti inverosimili, ed essere un grande romanzo? Oggi che si glorificano i plot come se i romanzi fossero fatti di plot, si risponderebbe di no, senza nemmeno pensarci: ma si può fare un esperimento, con La certosa di Parma.

Si apra a caso, e si legga una pagina: non è nemmeno finita la pagina che si vuol sapere cosa succede nella frase successiva e però e allo stesso tempo la pagina basta a sé stessa, è piena di cose, di vitalità e di passione, di politica e di emozioni, di pensiero e di esattezza, e se per mezza pagina sembra pesante, al rigo successivo riprende a catturare il lettore.

E il lettore è catturato non dalla trama e dai colpi di scena, ma da qualcosa che caratterizza i personaggi attraverso la maniera di raccontarli che Stendhal adopera: e si «diverte», il lettore, perché qualsiasi evento, luttuoso o infelice che sia, sembra sempre essere come un mare increspato da soffi di vento briosi come certe folate di Mozart, soffi che vanno in direzione contraria al lutto o all'infelicità.

Che accade? Accade che Stendhal trasmette la pienezza della vita come qualcosa che si può raggiungere nei modi più impensati e imprevedibili, e lo fa non solo raccontando la gioia ma anche raccontando morte, prigioni, sofferenze, tradimenti e meschinità. A cercare nella Certosa di Parma esattezza storica, be', si va a sbattere in mille ostacoli: eppure tutto ciò che accade, e che non è «reale», è vero; a cercare verosimiglianza nell'intrico di passioni, be', si farebbe fatica: eppure tutto ciò che accade, e che sembra non «reale», è verissimo. Il fatto è che con questo e altri romanzi è apparso il romanzo moderno, e Stendhal è tra i suoi inventori, preceduto da pochissimi altri scrittori immensi come Petronio, Cervantes, Diderot e Goethe.

Il romanzo che usa l'immaginazione per dire la verità che nessuna cronaca o resoconto può dire: e che scopre, come fa Stendhal qui e in Il rosso e il nero, verità abissali: come il fatto che ci si innamora, o, più esattamente, si desidera improvvisamente qualcuno che ci era più o meno indifferente, proprio perché ci accorgiamo che questo qualcuno è desiderato o posseduto da qualcun altro, un abisso indagato da René Girard ma ben noto molto prima di lui ai grandi scrittori. Ecco che allora si giustifica il fatto di ritradurre opere così importanti, ma solo se le traduzioni provano ad essere 9re, in un momento storico come questo di inabissamento dell'idea di romanzo vero, che non si basa su trame e colpi di scena e altre spezie più o meno avariate, ma sul fatto che l'immaginazione «inventa» un mondo vero che corrisponde alla realtà: la realtà segreta, non quella di superficie. Per cui il lettore di oggi farà due cose insieme, leggendo o rileggendo La certosa di Parma: si divertirà, scoprirà «le» verità delle passioni e saprà che cos'è un romanzo moderno.

P.S. Tra i lettori di Stendhal ci sono i partigiani della Certosa di Parma e quelli di Il rosso e il nero, e si scambiano feroci attacchi. Confesso qui di essere tra i partigiani di Il rosso e il nero, ma ancora più di Stendhal: e quindi anche della Certosa di Parma. Lettore! Leggili o rileggili entrambi, e decidi da solo...

© RIPRODUZIONE RISERVATA