Totò, è in edicola il libro omaggio del Mattino: fenomenologia dell'unico principe armato di sorriso

Totò, è in edicola il libro omaggio del Mattino: fenomenologia dell'unico principe armato di sorriso
di Federico Vacalebre
Venerdì 29 Ottobre 2021, 11:00 - Ultimo agg. 30 Ottobre, 13:21
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Facile dirsi totoisti, persino totologi, oggi che il talento superiore di Antonio de Curtis è acclarato, unanimamente riconosciuto persino dai soloni che fanno dell'Italia un paese per vecchi, schiacciato da saperi senza sapori, che nel nome di una malintesa classicità si sono arrogati il diritto di censurare la vita in ogni suo aspetto, espellendola da quello che dovrebbe chiamarsi, a loro insindacabile giudizio, arte, cultura... Ma c'è stato un tempo in cui non era così, in cui il successo gramscianamente nazionalpopolare della marionetta anarchica venuta dal ventre (molle) di Napoli, del burattino misero che volle farsi nobile, veniva derubricato in dispregio della sua arte, come, ben poco democraticamente, di chi la consumava scompisciandosi dalla risate, anche in tempi in cui c'era ben poco da ridere. 

Anche di questo parla Il nostro Totò - A prescindere, il nuovo volume della collana «Ieri oggi domani» che «Il Mattino» regala ai suoi lettori, portandolo oggi in edicola con il quotidiano. Curato con Valerio Caprara e Titta Fiore, il volume unisce infatti nuove ricognizioni sul pianeta Totò ad un'antologia di articoli pubblicati nei decenni sulle pagine di questo giornale. Ecco, allora, la cronaca della sua morte, il 15 aprile 1967, di Giorgio Rame, e poi quella del suo funerale, di Mario Stefanile, e quindi il pezzo nuovo di zecca di Pietro Gargano che ricorda come De Curtis abbia avuto tre funerali, proprio come James Brown e Pino Daniele. Dagli archivi alla contemporaneità, insomma, in un continuo rimando di cortocircuiti intellettuali: il gran sdoganatore critico Goffredo Fofi si ritrova in compagnia di Caprara sul fronte di una rivalutazione critica di testa oltre che di pancia (sempre sia benedetta).

E nel ping pong che sta dietro il titolo della collana, ecco davvero il nostro Totò rivivere nelle parole di Riccardo Muti, intervistato da Vittorio Del Tufo, di Roberto De Simone, e persino, in un prezioso inedito postumo, di Renato Carosone.

Una Napoli nobilissima quella del principe nato poverissimo, che Titta Fiore evoca nella sua introduzione, e che poi ogni intervento sfiora almeno, dalle memorie della nipote Elena Anticoli De Curtis, ai preziosi interventi di Ruggero Cappuccio, Alberto Anile, Gordon Poole, Enzo Decaro, Gianni Morandi, persino Lucio Dalla, in un altro inedito postumo. Con l'opera di Ernesto Tatafiore in copertina a riassumere iconograficamente la vulcanicità del clown che fumava sigarette Turmac; dagli archivi de «Il Mattino» arrivano invece i ricordi di Franca Faldini e Dino De Laurentiis e i contributi di: Renzo Arbore, Lino Banfi, Arturo Brachetti, Lella Costa, Luigi Compagnone, Liliana De Curtis, Luca De Filippo, Luigi De Filippo, Dario Fo, Domenico Rea, Vincenzo Salemme, Alessandro Siani, Alberto Sordi, John Turturro e Carlo Verdone. 

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Premi Nobel e registi, comici e scrittori, amici e allievi, che ne hanno rinnovato nel tempo il culto con acume, raccontando chi l'uomo e chi l'artista e chi tutti e due insieme, celebrando la collaborazione con Pasolini ma non per questo mortificando quella con Steno e Monicelli, comprendendo la sua passione per la poesia e la canzone ma analizzandola senza servil encomio.

Perché se abbiamo tutti un blues da piangere, per fortuna abbiamo tutti anche un Totò che ci fa ridere, anzi scompisciare dalle risate. A prescindere, si intende.

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