Zerocalcare a Napoli per il Campania libri festival: «Io mio universo narrativo come quelli Marvel»

Zerocalcare a Napoli per il Campania libri festival: «Io mio universo narrativo come quelli Marvel»
di Diego Del Pozzo
Domenica 18 Settembre 2022, 11:00
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Per l'anteprima di domani a Napoli, alle 19 al teatro Politeama, «Campania libri», il neonato «festival della lettura e dell'ascolto» (dal 29 settembre al 2 ottobre a palazzo reale) schiera un big come Zerocalcare, al secolo Michele Rech, il fumettista star di Rebibbia reduce dai trionfi della serie animata Netflix «Strappare lungo i bordi» (premiata anche col Nastro d'argento per le serie) e in procinto di tornare in libreria nei prossimi giorni col nuovo volume No sleep till Shengal, edito da Bao publishing come i precedenti. L'incontro di domani ha fatto segnare il «tutto esaurito» in sole due ore, ma l'autore sarà nuovamente a Napoli il 12 ottobre, durante il tour promozionale del nuovo libro, a FoQus nel cuore dei Quartieri spagnoli, dalle 15 per il firmacopie e poi per un incontro alle 19. 

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No sleep till Shengal racconta la questione curda da un'altra angolazione rispetto a Kobane calling del 2016. Il nuovo fumetto, infatti, è un diario del viaggio che Zerocalcare ha effettuato l'anno scorso nel nord dell'Iraq, nella regione di Shengal abitata dagli Ezidi, popolazione che, aiutata dai curdi, ha ripreso il controllo dell'area per istituirvi una sacca di autonomia retta sui principi della rivoluzione curda, tra continue minacce dello stato iracheno e della Turchia. Ancora una volta, Rech, consegna ai lettori un'opera che cerca di tenere viva l'attenzione su una parte di mondo che in Occidente sembra dimenticata.
«Del nuovo fumetto ci sarà modo di riparlare nelle prossime settimane, ma si tratta di un pezzo del mio impegno su una questione che mi sta a cuore e fa parte della mia vita.

Quando qualcuno mi chiede perché io continui a dedicare tante energie alla questione curda, quasi deridendomi come se io volessi essere una specie di curdologo, cerco di spiegare che non si tratta di una mia semplice fissa. Stasera, per esempio, sarò con tanti altri artisti a una serata a Roma, negli spazi del parco Shuster, per ribadire che, nonostante in questi due anni l'agenda dei media sia completamente cambiata, i conflitti di cui non si parla più esistono ancora, in Siria come in Iraq. È la stessa leva che mi ha portato a fare il nuovo libro: è tutto parte della mia vita e di ciò che sono». 

Tra l'altro, dopo il Covid anche la guerra in Ucraina sembra aver deviato ancora di più l'attenzione dei media occidentali dalle vicende dei curdi.
«In realtà, già da quando sono terminati gli attentati dell'Isis la luce su quella parte di mondo s'è un po' spenta. Poi, adesso, il fatto che vi sia la guerra in Ucraina, nella quale la Turchia ricopre un ruolo centrale di mediazione tra le parti, rende ancora meno criticabile il governo turco per le azioni che invece continua a portare avanti contro le popolazioni curde».

Domani sera a Napoli parlerà anche di questo?
«Credo che la nostra sarà una chiacchierata ad ampio raggio, su vari temi, dal mio impegno a favore della causa curda ad argomenti più artistici e persino ludici».

Poi, sarà di nuovo in città il 12 ottobre a FoQus, in quegli stessi Quartieri spagnoli ai quali ha dedicato la storia a fumetti «Strati», sulla vicenda dell'uccisione del quindicenne Ugo Russo da parte di un carabiniere in borghese durante un tentativo di rapina con una pistola finta.
«Io non ho la pretesa di conoscere bene Napoli né ho mai avuto quella di volerne raccontare tutte le complessità. Però, quando uscì Strati ho provato amarezza per polemiche che esulavano da ciò che davvero avevo narrato nel fumetto. Anzi, a volte sembravano arrivare da chi non lo aveva nemmeno letto. In quella storia, infatti, non c'è apologia della criminalità ma la semplice voglia di raccontare la realtà oltre le facili semplificazioni. A Napoli torno sempre volentieri, perché c'è tanta umanità, simile a quella del mio quartiere, Rebibbia. Le contraddizioni, le luci e le ombre esistono in tante realtà metropolitane, non soltanto all'ombra del Vesuvio».

La sua produzione artistica, nel frattempo, va sempre più oltre il fumetto. Ha mai pensato di iniziare a unire le sue narrazioni in un unico universo narrativo transmediale all'americana?
«In effetti, da un po' di tempo sto ragionando su questa ipotesi. D'altra parte, le mie storie sono già ambientate nello stesso universo narrativo. Non escludo, dunque, che prima o poi possano articolarsi tra fumetto, cartoni animati, web o viceversa. D'altra parte, io sono un fan di esperienze produttive come quella della Marvel, che queste cose le fa da tempo. Intanto, sto lavorando alla nuova serie d'animazione per Netflix, ma non sarà una seconda stagione di Strappare lungo i bordi, bensì una cosa nuova: una specie di serie sorella, in parte con lo stesso cast, con sei episodi di circa mezz'ora ciascuno». 

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