Biennale Architettura 2021, ecco il Padiglione Italia delle Comunità Resilienti

Biennale Architettura 2021, ecco il Padiglione Italia delle Comunità Resilienti
di Erminia Pellecchia
Venerdì 23 Aprile 2021, 20:42
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La ricerca interdisciplinare per definire gli scenari architettonici di un futuro possibile, equo e inclusivo, costruito sui pilastri della diversità, della variabilità e della ridondanza. Per il suo Padiglione Italia, che si apre al pubblico in presenza dal 22 maggio al 21 novembre all'Arsenale di Venezia, in occasione della 17esima Mostra Internazionale dell'Architettura della Biennale, Alessandro Melis, tra richiami al mondo del cyberpunk e suggestioni alla Blade Runner, ha chiamato a raccolta le menti più diverse - genetisti e filosofi, scienziati dell'ambiente e performer, artisti e fumettisti – per interpretare questo tempo di grandi cambiamenti e aprire una finestra sul tempo che verrà.

Parola d'ordine: creatività vs creazionismo. Una chiamata alle arti delle Comunità resilienti, come recita il titolo del progetto ben sottolineato dal logo composto da un pugno nella parte superiore metafora di forza e da una parte inferiore più organica a indicare un nuovo patto tra ecologia, artificio, natura e l'orientamento transdisciplinare di un viaggio esplorativo di anomalie che possono invece trasformarsi in opportunità. Perché resilienza, anche quella delle comunità urbane, sta nella capacità di diversificare, di plasmarsi e di rifondarsi. Come il genoma e come il cervello umano. Una «giungla abitata da strane creature», definisce il curatore il Padiglione Italia 2021 dove proprio in sintonia con la natura tutto è riciclato, «a impatto Co2 quasi a zero».

E che in tempi di gravissima crisi ha potuto contare su un finanziamento statale di 600 mila euro al quale si sono aggiunte altrettante risorse garantite dagli sponsor. L'idea, spiega Melis, docente all'Università di Portsmouth e da sempre impegnato sui temi dell'innovazione e della sostenibilità, è quella di una riflessione sullo stato dell'arte in tema di resilienza urbana, in Italia e nel mondo, attraverso l'esposizione di opere di architetti italiani, con un focus su metodologie, agronomia, biologia, arte e medicina.


C'è una forte connessione - come già nel tema generale della Mostra individuato da Hashim Sarkis (How will we live together? Come vivremo insieme?) - on il momento storico che stiamo vivendo, «cruciale», lo definisce l'architetto, con la crisi sanitaria che si è aggiunta all'emergenza ambientale. Circostanze per tutti noi inedite, difficili, drammatiche. Ma nello stesso tempo incredibilmente favorevoli, sostiene Melis, per lo sviluppo della creatività. Da qui l'idea di un Padiglione davvero ipercreativo, dove i confini tra le arti e quelli tra arte e scienza si confondono, in una interazione continua. Un Padiglione «delle possibilità, non solo per l'architettura», spiega, che «non offre dogmi bensì domande».

E che esplora le marginalizzazioni «perché è spesso qui, nel rumore di fondo, che si trovano le soluzioni ai problemi». D'installazione in istallazione, tra i pannelli riciclati del progetto di Milovan Farronato per la Biennale Arte del 2019, l'obiettivo principe è far riflettere, spiegare in modo chiaro, ma senza mai semplificare la complessità dell'esistente, il fatto che «lo status quo non è un'opzione», ribadisce l'architetto ringraziando il coraggio dimostrato dal ministero di Franceschini e dalla direzione generale arte e contemporaneità di Ninni Cutaia per aver supportato un lavoro che di fatto incita alla svolta, al cambiamento, a «trovare soluzioni locali per le sfide globali che siamo ormai costretti ad affrontare», come sottolinea accanto a lui lo stesso ministro.Tant'è, immagine dopo immagine, il racconto di questo progetto è un fiume in piena di concetti filosofici e scientifici, un inno alla ricerca e insieme un viaggio nel tempo e nello spazio ricchissimo di rimandi, di citazioni, di suggestioni.

Che nel concreto della visita si tradurranno anche in percorsi esperienziali ed immersivi, grazie al contributo di creativi e maestri del settore come il fumettista Riccardo Burchielli, firma di Dmz con Brian Wood per Vertigo e di Batman per Dc Comics, che offriranno «forme espressive legate alla graphic novel, al gaming, in toni e modalità d'ispirazione cyberpunk » per avvicinare il pubblico più giovane o il teatro con il Laboratorio Peccioli. E l'architettura? «Il suo ruolo è quello della regia», sottolinea Melis, di mettere insieme le idee per trovare soluzioni, per migliorare la qualità della vita. In questo particolarissimo percorso anche quello di stimolare il pensiero, di spingere il visitatore a interrogarsi «sui meccanismi di resilienza delle comunità», sulle soluzioni che più di altre hanno funzionato e che diventano una chiave di lettura prioritaria «per il recupero di interazione tra spazio urbano e territorio produttivo», per ritrovare la relazione spesso perduta nelle nostre città tra «la dimensione fisica e quella sociale».

Un progetto che contiene in sé «tante sfide», sottolinea Franceschini, «una riflessione sulla capacità di trasformazione e di adattamento delle comunità italiane, ormai necessaria per rispondere localmente alle sfide globali. Non possiamo sottrarci». La prima sfida intanto è vinta, assicura il presidente della Biennale Roberto Ciccutto: dopo il rinvio di un anno fa, la Biennale Architettura si apre al pubblico in sicurezza, contando sull'esempio felice della Mostra del Cinema 2020. Certo con qualche sacrificio, dal biglietto online a distanziamenti, tracciamenti, mascherine, sensi unici. «Ma esserci sarà importantissimo», invita.

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