Alla Biennale di Venezia arriva «Barca Nostra», il relitto dei 700 migranti morti nel 2015

Alla Biennale di Venezia arriva "Barca Nostra", il relitto dei 700 migranti morti nel 2015
Alla Biennale di Venezia arriva "Barca Nostra", il relitto dei 700 migranti morti nel 2015
Lunedì 6 Maggio 2019, 21:52 - Ultimo agg. 22:01
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Un lungo viaggio da Augusta a Venezia e l'effetto di questo barcone distrutto dal mare e dalla vita sullo sfondo  di piazza San Marco è un'icona senza tempo.  Dopo quasi tre anni ha lasciato dunque il pontile Nato della Marina militare il barcone del naufragio, che causò la morte di circa 800 migranti nel Canale di Sicilia, il 18 aprile del 2015 per essere esposto alla 58esima Biennale d'Arte di Venezia, intitolata May You Live In Interesting Times, in programma dall'8 maggio al 24 novembre, come simbolo del fenomeno delle migrazioni.



Il relitto azzurro è giunto oggi nel porto commerciale di Venezia, trasportato dalla motonave «Angelo B.», che poi lo ha affidato ad una chiatta, per condurlo nel bacino dell'ex fabbrica di navi della Serenissima. Ora si chiama "Barca Nostra", come l'ha ribattezzato l'artista svizzero Christoph Buchel, ideatore del progetto subito sposato dal curatore Rugoff.

Dopo il recupero a 350 metri di profondità, dal giugno 2016 il barcone si trovava al pontile Nato della Marina militare di Augusta, dove era stato trasportato dopo una complessa operazione disposta dalla presidenza del Consiglio, costata oltre 10 milioni di euro, e dove sono avvenuti la rimozione e il riconoscimento delle centinaia di salme ancora dentro lo scafo.
Impossibile per chi era sul molo A del Porto di Venezia non sentire un brivido, oggi, quando la prua blu, ammaccata e arrugginita, si è fatta avanti, fino a mostrare la sagoma del barcone della morte, vista tante volte nei filmati che documentarono il recupero. «Lontana da distrazioni, lontana dal chiasso, invita solo a un grande silenzio e alla riflessione» ha detto Paolo Baratta, presidente della Biennale. "Barca Nostra", ha aggiunto Baratta, è parte integrante della Biennale d'Arte 2019, ed è stata voluta «per smuovere le coscienze». 
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