Cari esperti, si fa presto a dire Caravaggio: i dubbi sul dipinto ritrovato e attribuito al Merisi

Cari esperti, si fa presto a dire Caravaggio: i dubbi sul dipinto ritrovato e attribuito al Merisi
​Cari esperti, si fa presto a dire Caravaggio: i dubbi sul dipinto ritrovato e attribuito al Merisi
di Riccardo Lattuada
Sabato 10 Aprile 2021, 09:28 - Ultimo agg. 11 Aprile, 09:03
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Come sono cambiati i tempi. La comparsa, pochi giorni fa, di un intenso Cristo deriso, presso una casa d'aste di Madrid offerto alla ridicola stima di 1500 euro e attribuito al «circulo de José de Ribera», ha scatenato un fragore a cui siamo ormai abituati. Folle di specialisti di ogni spessore e grado si sono precipitati sul caso per asseverare o smentire l'attribuzione del quadro a Caravaggio; alcuni di essi, anche molto seri, sono corsi a Madrid per poi rilasciare pareri pressoché istantanei, e per iscritto, alla casa d'aste, e poi hanno generosamente distribuito il loro parere a dozzine di quotidiani e periodici sul web.

Nel caso in discussione, ci sono attraenti ragioni in favore di un'attribuzione a Caravaggio: il fatto che le fonti menzionino un suo «Ecce Homo» che nel 1605 era presso il cardinale Massimo Massimi, e un altro (lo stesso?) che era nel 1631 nella collezione di Juan de Lezcano, portano a ipotizzare che uno dei due dipinti (o il solo dipinto passato da Roma alla Spagna) possa essere quello eseguito probabilmente a Napoli dal pittore lombardo. Risparmiando al lettore gli altri passaggi di mano e le molte questioni storiche e filologiche, l'ipotesi che l'«Ecce Homo» sia di Caravaggio è suggestiva, ma andrà poi verificata seguendo protocolli meno basati sull'oracolo del super-esperto di turno (presunto o tale), e affrontando percorsi più meditati, anche solo a partire dal fatto che siamo di fronte ad un'opera gravata da restauri molto evidenti anche dalle foto non professionali che circolano sul web; che molti dettagli appaiono di difficile lettura anche ad un occhio esperto, etc.

Negli ultimi decenni il proliferare delle scoperte di «nuovi» Caravaggio ha sortito successi ma anche fallimenti, o ha suscitato dubbi non ancora sciolti: la «Vocazione di San Pietro» riemersa dai depositi di Hampton Court e poi esposta in una inconsueta mostricina alla Stazione Termini di Roma nel 2006, continua a suscitare perplessità; il gridatissimo ritrovamento di quello che sarebbe l'originale della Maddalena eseguita a Napoli, in un palazzo dei Colonna, per il cardinale Scipione Borghese, proposto da Mina Gregori, non ha convinto tutti; ancor meno maggioritario è il giudizio positivo sulla Giuditta apparsa nel 2019 in un'asta a Tolosa, non acquistata dal Louvre e poi (pare) venduta ad una cifra rimasta segreta.
Poi ci sono anche i casi contrari: fu Sergio Beneddetti a ritrovare nel 1990 a Dublino, nella chiesa di Sant'Ignazio, una versione della «Cattura di Cristo» che è apparsa a molti migliore di quella nel Museo di Odessa, già considerata autografa.

Ma altri pensano che una terza versione da anni presso un antiquario romano sia migliore di quelle a Dublino e a Odessa.

Un caso inoppugnabile resta invece quello del «Martirio di Sant'Orsola» oggi a Napoli, a Palazzo Zevallos: l'antica attribuzione a Caravaggio, smarrita a lungo in favore di quella a Mattia Preti, fu recuperata nel 1980 collegando un ritrovamento documentario, passato da Giorgio Fulco a Vincenzo Pacelli, ad una antica intuizione di Ferdinando Bologna. Il dipinto era ad Eboli e nel 1966 fu offerto dalla baronessa Felicita Romano Avezzano al filosofo Biagio De Giovanni, cui l'acquisto fu sconsigliato da esperti che ritennero l'opera di Preti. De Giovanni fu «proprietario per un giorno» del dipinto che poi prese altre strade, approdando infine in una sede pubblica napoletana. Solo il sense of humour di un uomo della classe di De Giovanni deve averlo salvato dall'amarezza di aver mancato per pochi centimetri il colpo di una vita.

Sembra di capire che il dipinto riemerso a Madrid resterà in Spagna in una sede pubblica, presumibilmente il museo de Prado: se così sarà, potrà iniziare la silenziosa, complessa e più meditata prassi di diagnosi storico-artistiche e conservative che ci farà capire qualcosa di più, ben oltre il glamour e lo sgomitare di questi minuti per la scalata alla hit-parade dell'esperto più veloce a far tana sull'attribuzione a Caravaggio.
 

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