Boltanski morto, chi era: colosso dell'arte, sua l'installazione al Museo della strage di Ustica

Christian Boltanski morto, era un colosso dell'arte: sua l'installazione al Museo della strage di Ustica
Christian Boltanski morto, era un colosso dell'arte: sua l'installazione al Museo della strage di Ustica
Mercoledì 14 Luglio 2021, 17:31 - Ultimo agg. 21:15
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Christian Boltanski, morto all'età di 76 anni, era un colosso dell’arte contemporanea. Un maestro della memoria e del rimpianto, capace di trasmettere grandi emozioni. Tre anni fa il Centro Pompidou gli aveva dedicato una grande mostra, e lui, schivo com’era, non voleva proprio parlare di una retrospettiva interamente dedicata a lui. Si definiva un pittore, ma era soprattutto noto per le sue installazioni. Il tema della perdita e della morte erano per lui i temi chiave: la sua arte era fatta di ombre, di luci tremolanti, di frammenti di vita.

Al poliedrico artista francese Christian Boltanski laurea ad honorem a Bologna

Lo scorso Giorno della Memoria, il 27 gennaio, aveva eretto un Altare presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, un prestito del Mart di Rovereto.

E nel 2007 aveva creato l’installazione permanente che circonda il Museo per la Memoria di Ustica di Bologna. E al Noguchi Museum di New York aveva sistemato 180 campane in bronzo, che dovevano trasmettere l’idea della "musica delle anime perdute”. Proprio la lotta contro l'oblio, la scomparsa, e la preservazione della memoria di ogni persona umana erano i suoi temi preferiti. 

I pezzi del relitto del Dc9 Itavia che il 27 giugno 1980 si inabissò al largo di Ustica, ricomposti in una installazione di Christian Boltanski nel museo per la memoria della strage di Ustica

«Un artista eccezionale - commenta il sindaco di Bologna, Virginio Merola - che ha saputo rappresentare la strage di Ustica nell'installazione permanente al Museo della Memoria: un'opera che non permette di essere indifferenti rispetto a quella tragedia che è costata la vita a 81 persone. Il suo rapporto con l'Associazione dei parenti delle vittime era autentico e profondo». Boltanski, in quella occasione aveva anche ricevuto la laurea ad honorem in scienze storiche e orientalistiche dall'Università di Bologna. «So che teneva molto a questo riconoscimento, assolutamente meritato. Lo piangiamo con l'affetto che merita una persona che ci ha dato così tanto».

Boltanski era nato il 6 settembre 1944, da padre ebreo di origine ucraina e madre corsa. Fratello del sociologo Luc, era sposato con un’altra artista, con la quale ogni tanto collaborava, Annette Messager, e con la quale viveva a Malakoff, nella regione dell’Île-de-France. La sua infanzia fu segnata dall'orrore della Shoah. A fare la sua fortuna nel mondo intero sono state soprattutto le installazioni in cui mischiava angosce, emozioni e ricordi.

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