«Il mio debutto fu splendido e felice... anche se.. sono un poco nervoso perché questa.. voce mia ne fa di tutti i colori». Così il 29 novembre 1906 dopo la «Bohème» al Metropolitan di New York, Enrico Caruso scriveva all'amico Giovanni Mascia. Qualche giorno prima, il tenore napoletano era stato arrestato e trattenuto in prigione per aver palpeggiato una donna allo zoo di Central Park. Lo raccontano quattro lettere scritte su carta intestata dell'Hotel Savoy tra il 27 novembre e il 13 dicembre di quel 1906 ora acquisite dalla Biblioteca Nazionale di Napoli sezione Lucchesi Palli. I documenti saranno in mostra da domenica fino al 19 gennaio insieme ad altri materiali carusiani già conservati o recentemente entrati a far parte del patrimonio della biblioteca.
Per anni poco o per nulla ricordato dalla sua città, Enrico Caruso torna dunque prepotentemente alla ribalta nei 150 anni dalla nascita celebrati il 25 febbraio scorso. In luglio l'apertura del museo a lui dedicato proprio a Palazzo Reale, la sua casa natale di Ottocalli trasformata in un luogo di esposizione grazie a un gruppo di privati mentre, grazie a un progetto cofinanziato dalla Regione, la sala da concerto di Napulitanata annuncia una mostra nella sua sede di fronte al Mann con copie di cimeli provenienti dal museo Caruso toscano di Villa Bellosguardo e dall'archivio di Baltimora e un convegno il 29 novembre con il dipartimento di studi umanistici della Federico II che intende approfondire il ruolo del tenore come esportatore del made in Italy.
«Dalla nostra mostra emerge la modernità di un grande cantante che mette da parte l'eroismo tenorile ottocentesco e grazie a una pluralità di prospettive aiutiamo a conoscere in maniera più intima l'uomo e l'artista», nota la direttrice della Nazionale Maria Iannotti che domenica presenterà l'esposizione insieme con Ermanno Corsi. Nella stessa mattinata, in occasione della «Domenica di carta 2023» alle 10.20 sullo scalone monumentale di Palazzo Reale sono previste danze in costume come overture alla mostra «Enrico Caruso nei documenti della Lucchesi Palli» mentre il soprano Olga De Maio e il tenore Luca Lupoli terranno un concerto accompagnati al piano da Nataliya Apolenskaja con interventi dell'attore Sasà Trapanese. «Il nostro obiettivo», insiste la direttrice, «è cercare di incrementare il fondo Caruso della Lucchesi Palli, in parte già esposto nel 2021 al Memus del San Carlo».
E se in quell'occasione s'era puntato sulle lettere del tenore all'amico napoletano Angelo Arachite, ora la novità sono la corrispondenza con Mascia acquisita dalla Nazionale insieme con altri cimeli. Tra questi una pubblicazione americana del 1922 che contiene caricature e autocaricature del cantante realizzate per «La Follia» di New York, periodico diretto dal suo amico Marziale Sisca. Il volume, redatto con l'approvazione dell'artista ma pubblicato postumo, contiene anche un disegno originale a china autografo di Caruso e la dedica autografa del curatore della raccolta, Sisca, il cui fratello Alessandro era autore dei versi di «Core ngrato» con lo pseudonimo di Riccardo Cordiferro. Tra gli autografi esposti anche altre lettere di Caruso a Mascia che aiutano a ricostruire i successi della sua carriera all'estero come una «Tosca» al Met nel 2011 dovei Caruso riferisce: «La mia voce va in culmine a tutti e sono contento».
Anche se in tempi di femminicidi e violenze sulle donne fa certamente più discutere il caso di Central Park molto seguito dalla stampa americana e concluso con la radiazione dal corpo della polizia dell'agente che lo aveva arrestato, l'agente Caine, mentre il commissario Mathot fu allontanato dal distretto.
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