«Femminilità dipinta», le donne nell'arte nella mostra a Capua cura di De Luca

femminilità nell'arte
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Mercoledì 29 Dicembre 2021, 13:21
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Narrare la centralità della figura femminile anche quando iconograficamente si presenta defilata all'interno dell'opera: è questo lo scopo principale della mostra «La femminilità dipinta - grazia carnale ed estasi mistica» a cura di Vincenzo De Luca, quadri e sculture dalla collezione della fondazione De Chiara De Maio, che sarà inaugurata oggi nel Museo Campano di Capua presieduto da Rosalia Santoro, vice presidente di Scabec. La mostra rientra nelle attività del progetto Vestigia di Natale realizzato con il sostegno della Regione Campania e con il patrocinio della Provincia di Caserta e della città di Capua.

Negli spazi del Museo Campano saranno allestite 10 opere, relative ad un arco temporale che spazia dell'antico al contemporaneo.

Il progetto espositivo rappresenta un'anteprima di una più ampia mostra che sarà allestita ad inizio anno al Museo incentrata sulle opere della collezione sempre dedicata alla figura femminile riconducibili per lo più al Seicento. Per questa prima tappa, invece, il curatore ha selezionato lavori di Mario Schifano, Andy Warhol, Filippo Vitale, Francesco Solimena, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Giuseppe Bonito, Mimmo Rotella, linguaggi antichi e contemporanei che dialogheranno focalizzando l'attenzione sulle presenze femminili delle opere d'arte appartenenti alla fondazione.

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«In San Sebastiano e le pie donne di Luca Giordano - dice il curatore - la figura di Irene, defilata rispetto al corpo del Santo trafitto dalle frecce, viene ri-analizzata come se fosse la protagonista del dipinto; di conseguenza la comprensione dell'intera opera si arricchisce di altri spunti di riflessione. Allo stesso modo, per fare un altro esempio, nel Mosè salvato dalle acque di Antiveduto Gramatica si mescolano le condizioni di tre tipologie femminili diverse: la figlia del faraone, le sue serve, la sorella del bambino. Filippo Vitale, nel suo Martirio di Sant'Orsola, oltre a relazionare carnefice e vittima non solo con l'altro ma con la propria coscienza, include possibili vicende personali del vissuto del pittore.

Voluta è la scelta di inserire in mostra due dipinti di autori ignoti che raccontano lo stesso tema, la Deposizione dalla Croce, dove il simbolo della donna tocca vette inarrivabili in Maria che è donna-madre-trafitta dal dolore per la perdita del figlio, climax che Michelangelo oltre un secolo prima aveva isolato nelle sue Pietà». «Nell'arte come nella vita - dice Rosalia Santoro - la donna intesa nella sua essenza più profonda ha sempre pervaso l'animo umano inondandolo di diversi sentimenti: ora amore, ora odio, ora estasi, ora passione e carnalità, ora misticismo e beatificazione. In ogni accezione la donna permea tutto quello in cui è coinvolta diventandone protagonista in un senso o nell'altro. Detentrice di poteri magici e metamorfici, vive in una contraddizione irrisolta, allo stesso tempo sublimata e degradata.

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Che sia rappresentata come schiava o come domina, come dea o come donna mortale, come santa o come peccatrice, come vergine o come madre, la donna cattura sempre l'attenzione e lo sguardo di chi osserva le opere d'arte in cui è rappresentato il femmineo sia come protagonista che come elemento collaterale. Nello specifico, le opere della grande mostra La Femminilità dipinta. Grazia carnale ed estasi misticà che parte in preview oggi e che poi prosegue a gennaio arricchendosi di opere e di nomi di artisti mai visti in esposizione finora nelle sale del Museo Campano, come Modigliani, Picasso, Botero, Rotella, Warhol, Giordano, incarnano perfettamente tutto l'universo della femminilità in ogni senso e si sposano perfettamente con la collezione più probante del Museo Campano, le Matres Matutae».

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