Napoli, al Museo Madre l'omaggio a Jimmy Durham: la prima retrospettiva in Italia

Una carriera durata oltre cinquant'anni

Napoli, al Museo Madre l'omaggio a Jimmy Durham: la prima retrospettiva in Italia
di Valentina Bonavolontà
Venerdì 23 Dicembre 2022, 20:41
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Ad un anno dalla scomparsa di Jimmie Durham, il museo Madre rende omaggio all'artista statunitense con la prima retrospettiva mai realizzata in Italia: la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, in collaborazione don Fondazione Morra Greco inaugura fino al 10 aprile 2023 la mostra 'Jimmie Durham: humanity is not a completed project', a cura di Kathryn Weir, che raccoglie oltre 150 opere.

Si tratta di una rete artistica che lega le due Fondazioni in un doppio percorso. Nell'ambito di Progetto XXI, è stata realizzata nella sede della Fondazione Morra Greco la mostra 'Jimmie Durham: And Now, So Far In The Future That No One Will Recognize Any Of My Jokes' a cura di Salvatore Lacagnina. Una narrazione obliqua del lavoro artistico, del pensiero e dell'attivismo politico di Durham, delle sue letture, delle sue attitudini, delle sue posizioni, che comprende sculture - dalla Collezione della Fondazione Morra Greco - scritti, oggetti, grafiche, fotografie, libri, video, documenti.

«Il nostro è un percorso che parte dal 2005 e che in diciassette anni ha trasformato un luogo d'arte in un museo,  un centro di confronto tra culture e linguaggi differenti. Un museo è un luogo di educazione, didattica.» - dice Angela Tecce, la Presidente del Museo Madre. «Questa mostra è doverosa perchè rende omaggio ad uno degli artisti più importanti degli ultimi cinquant'anni, un uomo che ha conosciuto e amato Napoli e incrementa e conferma la vocazione internazione del Museo Madre. E' la prima retrospettiva in Italia, e ne sentiamo tutta la responsabilità» 

Nel 2019 Leone d'oro alla carriera, dal 2012 Durham iniziò a trascorrere più tempo a Napoli, città in cui ha sviluppato forti relazioni e presentato diversi progetti importanti in collaborazione con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / museo Madre e la Fondazione Morra Greco, con il conferimento del "Matronato alla carriera".

Il progetto contribuisce così alla produzione e alla diffusione di narrazioni e storiografie alternative del contemporaneo e alla definizione di un sistema regionale delle arti contemporanee basato sulla collaborazione e l'interscambio fra istituzioni pubbliche e private operanti nella Regione Campania.

«La mostra crea collegamenti tra periodi temporali all’interno di sequenze tematiche, combinando elementi cronologici con un approccio narrativo, includendo riferimenti a mostre storiche che racchiudono gli esperimenti da lui condotti sulle strategie spaziali.» - spiega la curatrice Kathryn Weir. 

Presenti lavori iconici, ricostruzioni di importanti mostre e installazioni, alcuni in collaborazione con l'artista Maria Thereza Alves, e delle opere inedite, come ad esempio 'Night Hawk', del 1954, 'God's own drunks', 1974, oltre alla poesia 'Now', realizzata in occasione della 'call to action' promossa dal museo Madre nel 2020 durante il primo confinamento per la pandemia in Italia.

«Se si volesse sottolineare un aspetto politico alla visione di Jimmy Durham era sicuramente la sua capacità di costruire il reale, trovando quel filo rosso che progressivamente si chiarisce e confessa la sua umanità. Era un'icona e unico era il suo modo di rappresentare il caos»» - dice Patrizia Boldoni, Consigliera del Presidente della Regione Campania per le tematiche inerenti ai Beni Culturali.

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L'esposizione si articola non solo nelle sale del terzo piano del Madre: la voce di Durham risuona nelle scale, mentre alcune opere sono installate al secondo piano e al piano terra, tra le quali 'Presepio' (2016), negli spazi della biglietteria.

«La visione moderna del Museo Madre mostra alla città che educare significa anche far conoscere realtà meno note; che la conoscenza è anche formazione e dimostra ogni volta la capacità di essere luogo, ma anche centro di una rete». - dice Gaetano Mandredi, Sindaco di Napoli - «Il lavoro di Jimmy Durham a Napoli è una testimonianza concreta».

Nel corso di una carriera di oltre cinquant’anni, Durham ha dedicato la sua pratica alla decodifica critica delle immagini e dei simboli naturalizzati che sono alla base dei sistemi culturali dominanti. Le sue opere, caratterizzate da una forte vena umoristica, spaziano tra sculture, video, poesie, performance, installazioni, dipinti, disegni, collage, stampe e saggi. Costruendo “combinazioni illegali con oggetti rifiutati”, attraverso materiali naturali e industriali, Durham ha generato rotture all’interno delle convenzioni del linguaggio e della conoscenza.

La mostra è un omaggio a un artista il cui lavoro proteiforme e stratificato è fondamentale per la comprensione dell’arte contemporanea e dei suoi possibili futuri scenari. Il titolo, tratto da una stampa di Durham, sottolinea il suo progetto di relativizzare, come culturalmente specifiche, le nozioni universalizzanti e teleologiche dell’essere umano, caratteristiche della modernità europea.

La sequenza di apertura definisce la critica di Durham alle nozioni di autenticità, identità, verità e nazione – “Veracity” e “Voracity”, si legge su due delle sue prime insegne scultoree. Durham non si è mai sentito costretto a parlare solo in relazione a una specifica identità; fin dai suoi primi lavori, ha criticato la costruzione di nozioni fisse di identità e la loro strumentalizzazione nel discorso pubblico.

La mostra culmina in un’esplorazione dei processi investigativi di Durham e della sua attenzione ai materiali, compreso il suo amore profondamente giocoso per il linguaggio. Le parole occupano un posto predominante in tutto il suo lavoro, sia nella poesia e nella performance, sia integrate visibilmente in titoli e interventi testuali. Ha creato una nuova semantica dell’estetica, giocando con il détournement di significati, suoni e iscrizioni. 

La pratica di Durham si snoda lungo linee di ricerca epistemologica, mostrando come l’arte possa creare nuove metodologie, combinando linguaggio e materia per stabilire un dialogo sperimentale. L’arte non era diversa dalla scienza nell’approccio dell’artista all’indagine sulla composizione della materia e sui limiti della conoscenza. Attraverso la sua profonda sensibilità per i materiali e il linguaggio, l’incessante messa in discussione dei principi primi e le strategie sviluppate di assemblaggio poetico e di articolazione spaziale, Durham ha offerto percorsi per uscire dall’impasse contemporanea delle nozioni e delle categorie di pratica artistica riconosciute.

«Jimmy mi ha insegnato a muovere una critica arguta e ironica a sistemi consolidati, a cui non si opponevano idee altrattanto granitiche, ma grandi spazi di libertà e creatività, che lui abitava completamente a suo agio.» - racconta la curatrice Kathryn Weir. - «Oggi siamo vicini, ma abbastanza distanti per declinare l'importanza storica della sua attività e considerare l'intero corpus delle sue opere e la stratificazione della sua ricerca artistica». 

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