Sorrento, inaugurata al Museobottega della Tarsialignea la mostra «Kraters», omaggio a Sir William Hamilton

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di Antonino Siniscalchi
Sabato 20 Luglio 2019, 21:34
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SORRENTO - Inaugurata questa sera, al Museo Bottega della Tarsialignea, la mostra «Kraters», omaggio a Sir William Hamilton. La rassegna rientra in un progetto del sodalizio, fondato da Alessandro Fiorentino, finalizzato all’approfondimento degli eventi che all’inizio dell’Ottocento hanno favorito lo sviluppo della tarsialignea a Sorrento. In quest'ottica la mostra «Kraters», introdotta dalla presentazione di Carlo Knight, storico napoletano di Sir William Hamilton. La mostra, proseguendo nella sua azione di promozione dell’arte dell’intarsio in chiave moderna, avrà nel 2020 un percorso itinerante, in corso di programmazione, attraverso istituzioni pubbliche e privateI temi sono molteplici e variano dal flusso in penisola dei personaggi della nobiltà e dell’elite culturale internazionale, alla pubblicazione di incisioni con la riproduzione delle scene di vita quotidiana del popolo napoletano e dei reperti archeologici ritrovati a Pompei ed Ercolano.

Questi temi sono strettamente collegati tra loro. I disegni con raffigurazioni del costume napoletano e delle decorazioni pompeiane, ispiratori degli intarsi sorrentini dell’Ottocento, sono legati alla richiesta dei viaggiatori del Gran Tour, desiderosi di avere una testimonianza del costume e della cultura dei luoghi nei quali avevano soggiornato. Sono le stesse decorazioni che ricorrono in altri comparti dell’artigianato artistico in Campania. Il tema pompeiano in particolare, che ha trovato una notevole diffusione nelle porcellane di Capodimonte, ha caratterizzato anche la produzione del corallo a Torre del Greco e dell’intarsio a Sorrento. Ad alimentare questo filone decorativo ha contribuito la pubblicazione dell’opera ”Antiquités étrusques, grecques et romaines “. in quattro volumi pubblicata da Pierre-Francois Hugues d’Hancarville tra il 1766 ed il 1767. I volumi contengono 436 tavole, disegnate ed incise da Pietro Bracci, che acquerellate in rosso e nero sono la riproduzione dei vasi e dei reperti archeologici raccolti da sir William Hamilton (1730-1803). Le ricerche archeologiche, ufficiali e non, sviluppatesi nel regno di Napoli nel Settecento sono spesso legate a studiosi e collezionisti stranieri. Sir William Hamilton, ambasciatore inglese presso la Corte del re di Napoli dal 1778 al 1800, è uno di questi. E’ un personaggio che seppe nel corso del suo soggiorno napoletano raccogliere un’ampia collezione di vasi e reperti di vario genere provenienti dagli scavi che si andavano sempre più moltiplicando nell’Italia meridionale.

Nonostante che la legge vietasse di esportare dal Regno di Napoli i beni ritrovati nel corso degli scavi, Hamilton trovò il modo di vendere l’intera sua collezione al British Museum di Londra, dove ancora oggi è custodita ed esposta. La Fondazione Alessandro e Alma Fiorentino, promotrice delle varie attività del MUTA, ha organizzato una mostra per ricordare questa figura poliedrica di antiquario, archeologo e vulcanologo nonché la sua vasta collezione. La mostra si articola intorno all’esposizione della collezione kRATERS che, composta da dodici vasi intarsiati, rivisita il vaso Hamilton sotto l’aspetto strutturale, formale e decorativo in chiave moderna. La materia utilizzata per la collezione non è la stessa degli originali. La ceramica è stata sostituita da lastre di mdf assemblate in modo da ricostruire l’impianto volumetrico del vaso originale. I dodici vasi propongono un unico modello, il vaso Hamilton, ma si differenziano nella decorazione intarsiata con citazioni tratte dalle tavole pubblicate da d’Hancarville. Sono raffigurazioni diverse, tradotte nel gioco cromatico di due sole essenze, il rosso pompeiano su fondo nero di pero ebanizzato. Gli intarsi dei singoli vasi sviluppano un comune tema decorativo: le feste dionisiache. Le laste intarsiate, accoppiate ad angolo, propongono di volta in volta il dio Dioniso, che impugna il sacro tirso, ed il carattere orgiastico del culto con la raffigurazione dell’uomo e della donna intorno a cui ruota tutto l’evento. Le immagini continuano attraverso le scene del corteo che si abbandona alla vorticosa danza al suono dei vari strumenti mentre i commensali, sdraiati su un lettino, esprimono il desiderio mistico del culto cibandosi di carne cruda di capretto. L’intera collezione ha un doppio scopo: rivivere l’epoca delle campagne archeologiche nel Regno di Napoli attraverso il ricordo di uno dei suoi autorevoli rappresentanti, sir William Hamilton, e richiamare l’attenzione sull’arte della tarsia lignea che, pur confermando la tecnica tradizionale nella manualità del manufatto, sviluppa un design adeguato alla cultura del nostro tempo.
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