Reparto Fagan, Palermo ridà ad Atene un pezzo del Partenone: contenzioso mondiale per riavere i beni culturali rubati

Reparto Fagan, Palermo ridà ad Atene un pezzo del Partenone: contenzioso mondiale per riavere i beni culturali rubati
di Ugo Cundari
Giovedì 6 Gennaio 2022, 08:00 - Ultimo agg. 20:10
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Viene restituita per un massimo di otto anni al suo legittimo proprietario, il museo dell'Acropoli di Atene, una lastra appartenente al fregio orientale del Partenone custodito nel Museo archeologico Salinas di Palermo. Si tratta del cosiddetto Reperto Fagan, frammento in marmo pentelico che raffigura il piede della dea Peitho o della dea della caccia Artemide seduta sul trono. In cambio al museo siciliano Atene presterà una statua acefala di Atena, databile alla fine del V secolo a.C., e un'anfora geometrica della prima metà dell'VIII secolo a.C. Un accordo che potrebbe essere adottato in senso inverso per le oltre diecimila opere italiane custodite all'estero ma che per legge dovrebbero trovarsi sul territorio nazionale perché rubate o portate illegalmente fuori dai confini.

Qualche esempio. A Napoleone sono attribuiti oltre duecento furti di opere non ancora restituite come L'Ascensione di Cristo di Pietro Perugino, adesso al museo di Lione, la Incoronazione della Vergine di Beato Angelico che si trova al Louvre insieme a Le stigmate di san Francesco di Giotto.

In qualche caso un'opera rubata è poi scomparsa, come la Testa del Fauno di Michelangelo. Ci misero su le mani i nazisti e dal '43 non se ne hanno più notizie. Secondo Rodolfo Siviero, uno dei più noti cacciatori d'opere trafugate, il Fauno potrebbe trovarsi in qualche caveau di una banca svizzera oppure essere finito in Russia come risarcimento di guerra da parte di Berlino.

Tra le opere più importanti trafugate c'è La negazione di san Pietro del Caravaggio, di valore inestimabile. Dipinto a olio su tela di 94x125,5 cm è stato realizzato tra il 1609 e il 1610, nei suoi ultimi mesi di vita. Segna una fase estrema del suo stile rivoluzionario in cui l'artista rinuncia alla delicatezza e alla bellezza dei colori, concentrandosi esclusivamente sul dramma umano. Pietro è accusato da una donna di essere discepolo di Cristo, insieme a lei c'è un soldato. Lei gli punta contro un dito, il soldato due, per alludere alle tre accuse mosse a san Pietro e ai suoi tre dinieghi. Oggi è esposto al Metropolitan Museum of Art di New York, che presenta l'opera come una donazione. Invece i critici italiani sostengono sia stata esportata illegalmente, e in proposito Vittorio Sgarbi sottolinea che «l'opera dovrebbe tornare a Napoli, perché era parte di una collezione privata. In questo caso, come in tanti altri, se manca la buona volontà dell'altra parte, è impossibile che avvenga la restituzione».

 

A Malibu, in California, il Getty Museum espone il bronzo di Atleta vittorioso attribuito allo scultore Lisippo. Un'opera di grande bellezza che però, secondo una sentenza della corte di Cassazione del 2018, appartiene all'Italia, che ha aperto un contenzioso legale con il museo americano. La scultura fu pescata al largo delle acque marchigiane nel 1964, transitò su un peschereccio di Fano e sul nostro suolo senza venire denunciata alle autorità come prescrive la legge e fu poi esportata illegalmente. Arrivò via nave a Boston nell'agosto 1977 e, nello stesso anno, fu acquisita dall'istituto californiano. La Madonna con bambino di Giotto tecnicamente è uscita dall'Italia in un'asta legale a Firenze nel 1990, l'inghippo sta nel fatto fu venduta per 8 milioni di lire come tavola di artista sconosciuto del XIX secolo. Solo successivamente è stata attribuita a Giotto o alla sua scuola, datato 1297 e valutato oltre 10 milioni di euro. Per questo motivo l'Italia ne ha chiesto la restituzione a Kathleen Simonis, collezionista inglese. Il ritratto di Cristina di Danimarca, un olio su tavola attribuito a Tiziano, fu acquistato dal mercante d'arte tedesco Walter Hofer per ordine del ministro nazista Göring che lo fece portare illegalmente in Germania. Nel '48 fu trafugato e adesso si trova al Museo nazionale di Belgrado. 

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