“Camille, viaggio nell’anima” è il progetto multidisciplinare con cui Anna, Luisa e Rosaria Corcione restituiscono l’interiorizzazione della vita e dell’opera della scultrice Camille Claudel. Gli interventi visivi di Anna e Rosaria Corcione sono in mostra presso le Murate Art District a Firenze martedì 2 agosto dalle ore 18.30, mentre lo spettacolo “Ca/1000” di Luisa Corcione, vincitore del Fringe festival 2021, ha inizio alle ore 20:00. Il dialogo tra le pratiche di ciascuna autrice ricostruisce per frammenti il complesso percorso umano e artistico della Claudel, riconosciuto solo recentemente. La sua esperienza emblematica diventa un racconto sulla marginalizzazione e lo stigma della follia nella lotta per l’emancipazione in un contesto ancora ad appannaggio maschile. La collaborazione tra linguaggi performativi e visivi è volta a stimolare un interesse interattivo nei confronti delle tematiche scandagliate, a partire dalla consapevolezza delle potenzialità delle arti nei processi di accettazione personale, sociale, professionale e di genere. Nello spettacolo “Ca/1000” Luisa Corcione incorpora, sui testi di Enrico Manzo e con l’interpretazione di Noemi Francesca, la poesia di Paul Claudel, le lettere tra Camille e l’amante August Rodin, i diari resi immagine. Le pitture su carta di Rosaria Corcione sono autoritratti di Camille che vengono strappati ad ogni rappresentazione, nel racconto performativo della frammentazione dell’anima.
Per lo spazio delle murate invece, Rosaria Corcione recupera ciascun dipinto ricomponendo le strappature per entrare ancor di più nella fisionomia e nei volti che ridipingono la Camille bambina, artista, amante, donna matura. La carta lacerata e accartocciata si ridistende su una tela che ricorda la garza medicante e che incorpora le imperfezioni in una tessitura volta a suggerire visivamente sensazioni tattili che partono dall’introspezione psicologica. Il tentativo è di ricucire quell’anima con una cura quasi materna e al contempo autoriflessa: la garza medica e riplasma la carta. La rappresentazione di questa doppia possibilità di rigenerazione, il riferimento al corpo dell’artista stessa, l’esplosione della personalità ricucita nel dipinto, caratterizza la sensibilità che si fa figurazione e presenza fisica.
Il lavoro di Anna Corcione, si allaccia a questa poetica ma se ne distacca da un punto di vista stilistico annullando la figurazione. La serie in mostra è Second Skin, ideata per descrivere la sensazione di inappropriatezza ed i tentativi per mascherare un disagio da parte di chi anela all’accettazione sociale tramite il celamento della propria vera natura.
«Questo progetto è una carezza per chi ha amato senza fine, per chi ha creato tanto senza avere nulla in cambio, per chi ha portato il peso di tante donne nate nel tempo sbagliato» dicono Anna, Luisa e Rosaria Corcione. Anna sottolinea di: «aver voluto fortemente questo evento artistico in cui il lavoro mio e delle mie sorelle potesse dialogare su un piano artistico comune. Da tempo Luisa e Rosaria lavorano sulla figura di Camille Claudel sia nel teatro che nella pittura ed era interessante unirmi a loro con la mia ricerca sulla poesia visiva e che questo incontro avvenisse a Firenze, la città dove vivo».