All'Archivio di Stato di Napoli apre i battenti la fiera dei balocchi: oltre mille giocattoli antichi in mostra

L'esposizione fino al 30 gennaio 2023

All'Archivio di Stato di Napoli apre i battenti la fiera dei balocchi: oltre mille giocattoli antichi in mostra
di Donatella Trotta
Martedì 6 Dicembre 2022, 21:39
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La sagoma di un colorato Teddy Bear è posta all’ingresso dell’austero portone, quasi come ludica vedetta ad accogliere i visitatori. Che dentro, nelle storiche sale e atrii monumentali del prestigioso Archivio di Stato di Napoli, si imbattono stupiti in altri pupazzi d’antan aggrappati alle ringhiere dei ballatoi della biblioteca, dove tra gli scaffali che custodiscono volumi d’epoca, faldoni di pergamene e altri documenti del sapere occhieggiano irriverenti pinocchietti in legno a cavallo di improbabili asini, eleganti bambole francesi antiche con tanto di corredo, festosi teatrini di marionette e molte altre meraviglie di infanzie lontane, ma neanche tanto: almeno, se vogliamo dar retta ad Antoine de Saint-Exupéry che in Pilota di guerra (1942) scriveva: «Da dove vengo? Dalla mia infanzia. Appartengo alla mia infanzia come a un paese». Si intitola non a caso «La Fiera dei Balocchi» la mostra del giocattolo antico che da domani, mercoledì 7 dicembre, fino al 30 gennaio 2023, sarà aperta al pubblico presso l’Archivio di Stato diretto da Candida Carrino (in Piazzetta Grande Archivio, 5), trasformato per l’occasione in una insolita e giocosa (appunto) Wunderkammer costellata di rari e pregiati pezzi. Che in tempo d’Avvento, e in prossimità del Natale, ricorda a grandi e bambini quanto evocava, in versi, Pablo Neruda: «Il bimbo che non gioca/ non è un bambino,/ ma l’adulto che non gioca/ ha perso per sempre/ il bambino che è in sé».

E sono oltre mille i giocattoli antichi, esposti in sei aree tematiche nell’allestimento scenografico di Donatella Dentice d’Accadia, che in un ambiente già di suo fiabesco, ovvero il Monastero dei Santi Severino e Sossio con i suoi affreschi fra il ‘400 e il ‘600, le vestigia a partire dall’VIII secolo, i Chiostri oasi di pace, offre così ai visitatori una selezione della ricca collezione di giocattoli di Vincenzo Capuano, avvocato, appassionato studioso e docente di Storia del giocattolo all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli che dal 2007 ha lavorato per realizzare nella cittadella monastica di Corso Vittorio Emanuele un Museo del giocattolo con oltre 1300 pezzi messi a disposizione dell’ateneo da Capuano. Il quale, in questi anni, ha fatto salire i pezzi della sua collezione dagli iniziali tremila a oltre ottomila: di differenti epoche, materiali e provenienze geografiche, da antichi giochi di epoca romana a tarocchi del ‘600, da bambole del ‘700 a giocattoli di latta, da cavallini di cartapesta e oggetti in materiali poveri fino a elaborati robot e oggetti vintage che arrivano agli anni ’50-’60 del ‘900. «La storia dei giocattoli è lunga e complessa, un crocevia affascinante di percorsi conoscitivi», spiega Capuano nella scia dell’Homo ludens di Johan Huizinga, aggiungendo: «Non c’è nulla di più serio del gioco».

Lo può confermare, a poca distanza dalla “via dei pastori” San Gregorio Armeno, meta mondiale di appassionati dell’incanto del presepe cristiano, il nuovo percorso espositivo nell’Archivio di Stato: che presenta balocchi riferibili agli anni tra il 1860 e il 1940, età dell’oro per il giocattolo, ma anche esemplari più antichi, a partire dalla prima metà del XVIII secolo. Si tratta di pezzi rarissimi, talvolta unici, che evidenziano l’ingegno e le sbalorditive capacità creative degli artigiani, tesi (allora come ora) ad allietare il tempo libero di bambini e adulti, stimolandone anche la fantasia e creatività. Se ne parlerà all’inaugurazione, mercoledì 7 dicembre alle ore 11:00 nella sede espositiva. Con la direttrice Candida Carrino e Capuano, definito “giocattologo”, interverranno tra gli altri lo studioso Michele Rak (già componente dell’European Panel di Bruxelles, esperto di Patrimonio e Identità dei Paesi europei); Gabriele Capone (Sovrintendente archivistico e bibliografico della Campania); lo scrittore Maurizio de Giovanni e l’anglista Stefania Tondo, docente di Letteratura per l’Infanzia presso l’Università Suor Orsola Benincasa.

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