Codice Rodari: con l'arte di Alessandro Sanna come «vestire» con la fantasia le parole di immagini, un corso di SciogliLibro

Codice Rodari: con l'arte di Alessandro Sanna come «vestire» con la fantasia le parole di immagini, un corso di SciogliLibro
di Donatella Trotta
Martedì 10 Novembre 2020, 17:58
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La mente è una sola, diceva Gianni Rodari, ma la sua creatività va coltivata in tutte le direzioni. E la parola, per il maestro di Omegna, poeta, giornalista e scrittore divenuto un classico del Novecento, è il primo strumento per creare sponde: tra fantasia e realtà, pensiero e azione, linguaggio e arti, intelligenza ed emozioni. Perché se la lettura, in fondo, come ci suggerisce Roberto Piumini, altro non è che è «la scrittura che chiama il pensiero», la scrittura allora è «il pensiero che risponde». Un po’ come avviene quando si getta un sasso nello stagno, scriveva Rodari nella sua Grammatica della fantasia, testo chiave per ogni docente (o per ciascun adulto che senta una responsabilità educante): «non diversamente dall’effetto di onde concentriche suscitato nello stagno dal sassolino lanciato nell’acqua, una parola» – sottolinea Rodari - «gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni».

In questo 2020 del centenario dalla nascita del “favoloso Gianni”, che tante iniziative (malgrado il Covid) ha visto mettere in campo un po’ ovunque per celebrare il genio di un autore (che solo quest’anno ha avuto l’onore di entrare, finalmente, nei prestigiosi Meridiani Mondadori per l’attenta cura di Daniela Marcheschi, come abbiamo scritto sul “Mattino” cartaceo, mezzo secolo dopo aver vinto l’Hans Christian Andersen International Award, primo e a lungo unico italiano, insieme all’illustratore Roberto Innocenti, ad aver conseguito quello che è considerato il Nobel della letteratura per ragazzi), nel fiorire di nuove pubblicazioni, aggiornamenti, ristampe illustrate delle sue opere e libri ispirati alla sua poetica spicca un volume che nel titolo accosta, e non solo per assonanza, Rodari a Bruno Munari: dichiarando così sin dalla copertina della bella edizione cartonata la sua appartenenza alle molteplici potenzialità creative (e didattiche) generate da una attenta lettura dell’opera rodariana e soprattutto, del metodo offerto proprio dalle riflessioni della Grammatica della fantasia. Il volume si intitola Codice Rodari (Edizioni EL, Einaudi Ragazzi, Emme Edizioni, pp. 64, euro 18), è illustrato dal consolidato talento di Alessandro Sanna ed è frutto di una selezione di 26 testi di Rodari fatta da Melania Longo (tratti, appunto, dalla Grammatica ma anche da Filastrocche in cielo e in terra, Il Giornale dei genitori, Il Pianeta degli alberi di Natale, Il libro dei perché, Il cane di Magonza, Il libro degli errori) con lo scopo di offrire a lettori piccoli e grandi, dalla A alla zeta, una sorta di alfabetiere della creatività, o ideario fantastico dei cortocircuiti possibili che possono accendere l’immaginazione mettendola in azione: tra parole e immagini.

Quelle colorate, morbide e sinuose o graficizzate di Sanna, giocoliere capace di passare con evocativa leggerezza dal segno al disegno rimbalzando dal lessico rodariano alle nuvole della fantasia del suo illustratore, convinto che «per capire Rodari bisogna imparare a giocare». E a sbagliare: perché sbagliando s’inventa, e giocando si può imparare molto meglio che annoiandosi, insegnava lo scrittore e pedagogista. Il quale non a caso invitava costantemente ad attingere alla dimensione del gioco, e dell’utopia, usati proprio come strumenti di conoscenza: «Giocare con le cose serve a conoscerle meglio», diceva; in piena sintonia con una convinzione di Bruno Munari, non a caso uno dei suoi illustratori, che alzava il tiro ironizzando: «Un nonno che non gioca con i bambini è un nonnulla». In Codice Rodari si parte così dalla A di ”accento” e, passando fra il resto per le (paradigmatiche) parole cielo, deformare, disegno, domande, errore, felicità, fiabe, gatti (immancabili, in Rodari), gioco, lettura, niente, passione, spaesamento, utopia, si arriva alla zeta di “zero”: a chiudere un cerchio sempre pronto a riaprirsi per ricominciare da capo, tipico di ogni gioco (parola chiave, in Rodari) di associazioni di idee in cui si annida, appunto, la creazione e la migliore, non pedante né pesante, pedagogia attiva.

Trasformante. Nella scia del pensiero divergente.  

La stessa scia solcata dall’Associazione SciogliLibro, fondata e presieduta da Teresa Porcella, che ha scelto proprio Codice Rodari pe r il primo dei suoi incontri di formazione online dedicati al grande intellettuale di Omegna, alla sua vasta cultura figurativa e non solo: in dialogo, nei giorni scorsi (il primo incontro, aperto a tutti, è ora visibile sui canali social di Facebook e Youtube), proprio l’artista Alessandro Sanna, tre volte premio Andersen dell’omonima rivista italiana e candidato italiano al Premio internazionale Hans Christian Andersen Award 2016, con Walter Fochesato, esperto, docente, saggista e studioso di letteratura per l’infanzia e di storia dell’illustrazione. I prossimi incontri dell’Associazione, riservati ai soli iscritti (per informazioni e iscrizioni: info.scioglilibro@gmail.com; cell. 328 6198311), sono in programma giovedì 12 novembre (dalle ore 18 alle 20, con Walter Fochesato, sul tema «Immagini e immaginari. Le strade di Gianni»: non tanto un viaggio su Rodari e i suoi illustratori di ieri e di oggi, quanto su Rodari e l’illustrazione); giovedì 19 novembre (ore 18-20, con Alessandro Sanna, su «Disegnare Rodari»: una testimonianza e sfida a vestire le parole rodariane con giochi di disegno che mettono in moto la fantasia); e giovedì 26 novembre (ore 18-20, con Fochesato e Sanna, di nuovo in dialogo conclusivo in un incontro di bilancio dal titolo «Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo»). Destinatari del corso, illustratori e illustratrici, educatrici e docenti, biblioteche e bibliotecari, librai, editor, scrittrici e scrittori, operatrici e addetti del settore ma anche, chiarisce l’Associazione, «genitori, nonne e nonni curiosi».  

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