Un «diario geniale»: Ludovica Nasti e Ornella della Libera tra libri e canzoni contro la violenza

Ludovica Nasti e Ornella della Libera
Ludovica Nasti e Ornella della Libera
di Donatella Trotta
Domenica 17 Maggio 2020, 12:49 - Ultimo agg. 21:55
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Attenti a quelle due: una strana coppia, non c’è che dire, quella composta da Ludovica Nasti e Ornella della Libera. Da un lato, la giovanissima attrice-rivelazione consacrata al successo planetario nei panni di Lila Cerullo, protagonista bambina della fiction tv diretta da Saverio Costanzo «L’amica geniale», tratta dal besteller di Elena Ferrante, e ora impegnata anche sul set della soap «Un posto al sole» (dove è la piccola Mia Parisi), oltre che in nuove produzioni: protagonista, nientemeno che nella veste di Anne Frank, nel film «Il nostro nome è Anna», prodotto da Studio Emme di Sergio e Sara Martinelli e Helix Pictures, girato in Toscana con la regia di Mattia Mura, con un messaggio forte contro ogni razzismo; poi, protagonista del film «Rosa Pietra Stella» di Marcello Sannino, dove interpreta Maria, figlia di Carmela, donna inquieta e problematica; e ancora, protagonista del cortometraggio «Fame», dove il regista Giuseppe Alessio Nuzzo ha voluto che in un gioco di sguardi e di emozioni interpretasse le due Napoli, quella ricca e quella povera. Dall’altro lato, una eclettica ed eccentrica figura di “poliscrittrice” dalla parte delle infanzie a rischio - nome in codice Blondie –, donna d’ingegno e di cuore dalla doppia e consolidata vita, nella sua duplice veste di Ispettore (molto speciale) della Polizia di Stato e autrice di fortunati e pluripremiati libri per ragazzi, e non solo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Ma che cosa hanno in comune, vi chiederete, la piccola, talentuosa e volitiva star puteolana che a 13 anni è già sulle orme di Sofia Loren, con il suo volto antico dagli occhi enigmatici di giada incorniciati da capelli di seta nera, e la matura poliziotta/scrittrice bionda, dal magnetico sguardo indagatore azzurromare, che da ufficiale della polizia giudiziaria è stata coinvolta in conflitti a fuoco - restando illesa per miracolo -, ha arrestato boss, trafficanti internazionali di droga, stanato latitanti, risolto omicidi, mandato in cella pedofili e contemporaneamente ha scritto canzoni ironiche e dolci, poesie, programmi radiofonici, sceneggiature e libri per bambini con cui gira l’Italia, accolta da bagni di folla nelle scuole dove, in compagnia della sua mascotte, il fido orsetto-poliziotto Michele, intercetta disagi di ogni segno ed educa, con creatività, alla legalità e alla tutela dei minori? Beh, ve lo riveleranno loro stesse, in diretta Instagram, lunedí 18 maggio alle ore 16 circa - sul profilo ufficiale di Ludovica Nasti - per una speciale anteprima in cui, presentando due importanti novità editoriali e musicali che hanno intrecciato i loro percorsi dalla parte delle bambine, dei bambini, dei ragazzi (e delle donne) vittime di bullismo, soprusi, ingiustizie di ogni segno, dialogheranno su molti dei temi che entrambe hanno a cuore.
 
Ma noi, intanto, azzardiamo una risposta alla domanda. Molto semplice: “la strana coppia” ha in comune soprattutto il sogno. E una grande, invincibile passione: «Vorrei che tutte le ragazze del mondo fossero libere di sognare e di diventare quel che desiderano. Vorrei che tutte si sentissero belle e fiere di quello che sono», dice Ludovica. Lo stesso sogno e la stessa passione che tanti anni fa, con «Lo stelliere» - canzone vincitrice nel 2002 del 45esimo Zecchino d’Oro, scritta da Ornella della Libera con Edoardo Bennato e Gino Magurno prima del suo successo come autrice per ragazzi – additava a grandi e piccoli la via da seguire per inseguire le proprie personali utopie concrete. Con grinta e pazienza, rigore e leggerezza, fatica e umiltà. Sorridendo sempre: anche, e soprattutto, guardando in faccia il dolore. Perché l’eccesso di pena sorride, come ci ricorda il grande poeta William Blake. E perché il talento e la bellezza, se non coltivati, da soli non bastano a realizzare i propri sogni: «Proprio come una stella/ ogni sogno sembra lontano/ ma è molto più vicino/ di quanto immaginiamo/ e non devi fare altro/ che crederci veramente/ io penserò alle stelle,/ non le lascerò mai spente…» rassicurava infatti, cantando, lo Stelliere.
 
Non a caso, i versi di quella canzone ritornano ora nel Diario geniale di Ludovica Nasti, libro in uscita martedì con Fabbri editore (pp. 204, € 15) dove Ludovica, attrice bambina con la testa fra le nuvole e i piedi ben piantati per terra, si racconta. E racconta con semplicità disarmante la propria quotidianità, gli ostacoli e le vittorie, le fiabe, i giocattoli, i libri, le ricette, i passatempi e la musica preferiti, ma anche la fede e l’amore saldo e salvifico della sua famiglia, i suoi luoghi dell’anima a Pozzuol, Lucrino e Napoli, il proprio carattere e i suoi idoli, le sue giornate a casa e a scuola, tra gli amici del cuore e nello sport (il prediletto calcio, in primis), e poi sul set e in giro per il mondo: su quei red carpet che come in una fiaba a lieto fine le hanno fatto incontrare il Gotha del magico mondo del cinema e diverse figure di “maestri” non convenzionali (tra i quali Piera Violante Ruggi d'Aragona, la sua insegnante di teatro nella scuola Briciole di Stelle) ai quali la bambina, piccola combattente gentile, riservata e tenace, è profondamente grata. Un libro, Diario geniale, corredato di immagini, fotografie, post-it, costellato di pensieri ed emozioni, curiosità e segreti, fitto di aneddoti e confessioni, consigli ai coetanei, qualche ricordo familiare e molte aspirazioni: forse ingenue, ma non inconsapevoli. Anzi. Proprio come in ogni diario che si rispetti, delle preadolescenti di ieri e di oggi. Ma in chiave pop, a misura di nativi digitali: con i quali Ludovica intesse un dialogo ammiccante e complice, spesso interattivo, con l’espediente di piccoli quesiti e pagine bianche da completare.
 
Ma un libro, anche, che tra le sue pagine agili, graficamente colorate, fresche, allegre e solo a tratti malinconiche non a caso ospita anche, alla fine, una nuova canzone: «Mamma non è niente», scritta appunto da Ornella della Libera e Gino Magurno, con un messaggio forte contro ogni forma di violenza e di bullismo (e cyberbullismo) sui minori che tante vittime troppo spesso invisibili continua a mietere. La canzone si può ascoltare e scaricare su Spotify e su tutti i maggiori digital store. Commenta Ludovica Nasti: «A volte ci sentiamo soffocare, come se ci trovassimo in un labirinto senza via d’uscita. Io, nel mio periodo buio, ho trovato il sole dietro le nuvole grazie all’aiuto della mia grande famiglia e all’amore di cui mi hanno riempita e circondata con mille attenzioni e gesti indimenticabili. La canzone che Ornella e Gino hanno scritto per me e che io voglio condividere è un inno per trovare la forza di non arrendersi mai, anche se ci sentiamo soffocati da mille pensieri tristi e da tanti problemi che sembrano senza soluzione. La soluzione, come dice la canzone, è molto semplice: basta avere il coraggio di chiedere aiuto, confidarsi con un’amica del cuore o un compagno di classe, parlarne con un familiare».
 
Già. Chiedere aiuto: possibilmente, a un adulto di riferimento di cui fidarsi, e al quale affidarsi. Cosa non facile né scontata, in tempi di “adultescenza” irresponsabile e immaturità collettiva, identificata dallo scrittore e saggista Francesco Cataluccio come un virus, «la malattia del nostro tempo»: ben prima della pandemia da SARS-CoV-2. E così, quello che a prima vista può sembrare “solo” un prodotto editoriale ben confezionato per pungolare, magari, a leggere, spinti dalla curiosità per la propria beniamina dello schermo  (ri)scoprendo, perché no, un impegno sociale per emulazione, ragazzini avvezzi al nomadismo mediatico, diventa anche una testimonianza: più o meno esplicita o subliminale, per acquisire fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità, coltivando passioni in un’epoca di “passioni tristi” in cui molti sogni rischiano – purtroppo - di rimanere nel cassetto: O, peggio, di infrangersi sugli scogli di una “navigazione” che può imbattersi nei mostri annidati nei social e sommersi nelle oscure profondità del cosiddetto deep web o dark web. Nemici contro i quali alcuni dei 20 capitoli del libro (come il nono: Stop alla violenza, ai bulli e ai cyberbulli, e non solo) offrono precisi riferimenti istituzionali, numeri telefonici, siti e App “giusti”, per orientarsi nella giungla della contemporaneità e difendersi in quella che è stata giustamente definita l’«emergenza infanzia».

Perché, ricorda nella canzone Ludovica ai suoi coetanei, «Nessuno ha il diritto di rubare il tuo sorriso». Sotto questo aspetto, il libro può diventare pure uno strumento utile, nelle mani di insegnanti, educatori e genitori accorti che vogliano prendere sul serio le parole (e l’”azzeccato” titolo del libro) di una bambina fortunata, ambiziosa e coraggiosa che dimostra come i sogni, se sognati insieme a qualcuno, possano diventare realtà: «Questo è il mio diario – avverte Ludovica nell’incipit - È “geniale” perché tutti possiamo fare qualcosa di speciale, se solo ci impegniamo davvero. Dentro ognuno di noi si nasconde un talento: basta avere la possibilità di scoprirlo e il coraggio di crederci fino in fondo». Auguri.
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