Giornata mondiale del malato, tra le celebrazioni anche un libro di Lucia Vedani che racconta l'esperienza di CasAmica

Da Sud a Nord la mobilitazione della Chiesa e la testimonianza di laici solidali con i più fragili nel lavoro di cura, in un momento di crisi della Sanità

Giornata mondiale del malato, tra le celebrazioni anche un libro di Lucia Vedani che racconta l'esperienza di CasAmica
di Donatella Trotta
Venerdì 10 Febbraio 2023, 16:00
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San Giovanni Paolo II, il Papa pellegrino divenuto negli ultimi anni del suo pontificato icona di sofferenza stoicamente affrontata, la istituì nel 1992: e da allora la Giornata mondiale del malato è diventata occasione preziosa non tanto di attenzione ad una condizione gravosa e spesso invisibile, ma che ci riguarda tutti; quanto, anche e soprattutto, di riflessione e solidarietà per una Chiesa (e non solo) “ospedale da campo”, alla frontiera delle fragilità umane: più che mai bisognose di una cura che è un prendersi cura (in inglese to care), prima ancora che curare (to cure). Con questo spirito, si celebra domani, sabato 11 febbraio (festa liturgica della Madonna di Lourdes), la XXXI Giornata mondiale del malato. Che da sud a nord unisce l’Italia in una mobilitazione attiva particolarmente sentita, in piena crisi della sanità nazionale e locale.

Partiamo da Napoli: dove oggi, vigilia della ricorrenza, il Vescovo ausiliare della città, monsignor Michele Autuoro, dopo la visita ai pazienti dell’Ospedale Monaldi, presiede alle 11.30 la Celebrazione Eucaristica nella Chiesa del Crocifisso. Si entra nel vivo della Giornata domani, alle 18.30 nella Basilica del Buon Consiglio a Capodimonte, dove l’Arcivescovo Metropolita di Napoli, don Mimmo Battaglia, celebrerà la Messa alla presenza di un’assemblea di malati, operatori sanitari e volontari ospedalieri. L’evento liturgico sarà preceduto, alle ore 10 nella Cappella di Pediatria dell’Università Vanvitelli in via De Crecchio, dalla visita del Vescovo Ausiliare di Napoli, Monsignor Gaetano Castello, ai degenti in alcuni reparti prima di presiedere la Liturgia della Parola; mentre alle ore 15, nella Sala mensa dell’Ospedale del Mare a Ponticelli, saranno i Cappellani ospedalieri (in sinergia con i quali la Giornata del Malato viene coordinata, assieme alla dirigenza delle strutture sanitarie, dall’Ufficio diocesano Pastorale della Salute, diretto da don Leonardo Zeccolella) a far visita agli ammalati e a concelebrare la santa Messa.

Anche papa Francesco sente profondamente questa festa, in continuità con i pontefici che l’hanno preceduto nell’impegno pastorale. Nel suo recente messaggio «Abbi cura di lui» Bergoglio ha non a caso osservato: «La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando: se è veramente un camminare insieme, o se si sta sulla stessa strada ma ciascuno per conto proprio, badando ai propri interessi e lasciando che gli altri “si arrangino”». Un monito potente. Seguito da un invito: «Perciò, in questa XXXI Giornata Mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza».

Già. Vicinanza, compassione e tenerezza. Nel solco di questo spirito, segnaliamo una ulteriore iniziativa, editoriale e non solo, che onora la Giornata del Malato 2023. Coniugando fede e impegno sociale nel racconto di una esperienza significativa: si intitola Una panchina ha cambiato la mia vita (pp. 208, euro 19) e racconta la storia operosa e commovente di CasAmica, nata da un’intuizione della sua generosa e instancabile fondatrice Lucia Vedani davanti a una panchina di piazza Gorini a Milano, e delle migliaia di ospiti accolti dal 1986 fino a oggi. L’autrice, Lucia Cagnacci Vedani (nella foto, con il marito Enzo Vedani nel trentennale della Onlus) la racconta in prima persona e in presa diretta nel suo libro, che sarà disponibile dal 16 febbraio nelle librerie. Ma intanto, in occasione della XXI Giornata mondiale del malato, questa vicenda paradigmatica illumina le zone d’ombra di una situazione sanitaria  al centro in Italia di un acceso dibattito politico, che sembra dare ragione alle fosche premonizioni di un medico-scrittore, Paolo Cornaglia Ferraris, quando − già oltre vent’anni fa − intravedeva con i suoi libri (da Camici e pigiami ad Accanimento di Stato. Perché in Italia è diventato difficile persino morire fino a Primari a delinquere? La corruzione investe i medici tra «dazione ambientale» e crescente amoralità, per citare solo qualce titolo) i rischi di cure a due velocità, con una “salute in mano ai ricchi”, e una “sanità lasciata ai poveri”…

Lucia Cagnacci Vedani, sposata con Enzo Vedani e madre di quattro figli, va invece controcorrente.

Incarna il volto umano del nostro Paese. Ed è il cuore e l’anima di CasAmica Onlus, che ha fondato e che presiede come una straordinaria impresa di condivisione e solidarietà che, attraverso questa organizzazione di volontariato, da 37 anni accoglie i malati e i loro familiari in difficoltà provenienti da tutta Italia e dall’estero per curarsi negli ospedali di Milano, Lecco e Roma sopportando i disagi di “viaggi della speranza” confidando in cure migliori. L’Ambrogino d’Oro, che l’ha premiata come esempio di «generosità e coraggio» per la città di Milano, è solo uno dei numerosi riconoscimenti che CasAmica ha ricevuto. E il libro che racconta la sua esperienza non è allora il semplice resoconto sulle finalità di un’associazione benefica, bensì il viaggio appassionato nella vita di Lucia, una donna che ha sentito e seguito la chiamata che ha cambiato la sua esistenza.

Scrive l'autrice: «Lo vidi in una mattina nebbiosa di novembre, la mia attenzione fu attirata da lui. Un uomo minuto con il cappotto troppo grande, che sembrava pesargli sulle spalle e la coppola calata sulle orecchie. Stava prendendo da una panchina, che era stata il suo letto, una valigia legata con lo spago, il suo cuscino in quella notte umida di Milano. Lentamente si avviò verso l’Istituto dei Tumori, le spalle curve, gravate dal destino che doveva affrontare. Non immaginavo che quell’uomo esile avrebbe cambiato la mia vita…». Ecco. In quel preciso istante, Lucia fu folgorata da una intuizione: doveva fare qualcosa, e non solo per quel poveretto che aveva una panchina per letto e una valigia per cuscino. Fu da quel momento che tutta l’esistenza di Lucia – supportata dal generoso sostegno della sua famiglia – è stata trascinata in un’avventura inaspettata, spinta dal desiderio di fare il bene, animata dalla passione per l’altro, guidata da un impulso interiore che porta ad aiutare e consolare chi soffre ed è nel bisogno…

«Perché questo libro?», si chiede Lucia Vedani. Che così risponde ai suoi lettori: «Perché in questi tempi difficili e complicati, in cui sembra che tutto vada male e che solo gli eventi negativi attirino l’attenzione dei media, sento la necessità di comunicare che il Bene c’è e che merita di essere conosciuto. Ritengo sia indispensabile prendere coscienza che si può agire per migliorare le cose: basta volerlo e non farsi bloccare dalle difficoltà o dalla sfiducia. Tante piccole azioni, insieme, hanno un grande valore, proprio come ogni singola goccia d’acqua serve a formare un oceano. Con questo libro vi racconto con semplicità un modo, il mio modo per promuovere il Bene».

Non a caso, tra le grandi personalità e alcune celebrities vicine a CasAmica si annoverano, negli anni, papa Benedetto che ricevette Lucia Vedani a San Pietro; e papa Francesco che ha ricambiato la visita recandosi lui nella casa di Roma; Joaquín Navarro Valls, a lungo portavoce della Santa Sede, e poi il cardinale Carlo Maria Martini e tanti volti noti dello spettacolo, come Edoardo Bennato, Elisa D’Eusanio, il Mago Forrest, Alberto Fortis, Max Giusti, Federica Panicucci… Nell’oceano mare del malessere, dei disagi e delle sofferenze, questa fiammella di sensibilità e attenzione ai più fragili è una buona notizia. Da diffondere, radicare e moltiplicare.

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