Gli irriducibili: Mirella Serri racconta alla Fondazione Valenzi la «meglio gioventù» antifascista

Gli irriducibili: Mirella Serri racconta alla Fondazione Valenzi la «meglio gioventù» antifascista
di Donatella Trotta
Sabato 1 Febbraio 2020, 11:26
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In tempi di risorgenti negazionismi e revisionismi storici, fake news e subcultura dell’odio, la pubblicazione di opere frutto di attenta ricerca nelle pieghe più riposte e laterali e nelle testimonianze di un passato recente aiuta la salvaguardia della verità sul passato, il cammino della conoscenza autentica nel presente e – di conseguenza – la via costruttiva per il futuro del dialogo: indispensabili per ogni processo/progetto di pace non irenica. Mirella Serri, giornalista culturale di lungo corso, fine saggista e docente di Letteratura e giornalismo all’Università La Sapienza di Roma, ne è ben consapevole. Tanto da echeggiare nella sua vasta produzione una convinzione di Hans Magnus Enzensberger, ossia di una letteratura come storiografia. Lo conferma con il suo ultimo libro, Gli irriducibili. I giovani ribelli che sfidarono Mussolini (Longanesi 2019), che si presenterà a Napoli martedì 4 febbraio alle 16.30, nella sede della Fondazione Valenzi al Maschio Angioino (dopo i saluti di Lucia Valenzi, con l’autrice interverranno il giornalista editorialista de «L’Espresso» Bruno Manfellotto, il Presidente della Fondazione Sudd Antonio Bassolino e il Presidente dell'Associazione culturale Massimo Gorki Luigi Marino).

Il volume di Serri - ricco di spunti, documenti e aneddoti misconosciuti ai più - ricostruisce infatti una pagina nuova della storia dell’antifascismo, offrendo nel contempo ai lettori un’avvincente storia di amori e tradimenti, persecuzioni e speranze incarnate da una “meglio gioventù” ai tempi della dittatura di Mussolini. Ed è una storia in parte sconosciuta quella del gruppo degli «irriducibili» raccontato dall’autrice: ovvero, i giovani costretti all’esilio in Francia, in Palestina e in Tunisia che non vollero rassegnarsi al ventennio del regime fascista trionfante in Italia. Ragazzi e ragazze che con le loro limitate forze, anni prima dell’inizio della Resistenza, si organizzarono e cercarono di colpire un totalitarismo in apparenza invincibile avviando sabotaggi, attentati e iniziative di propaganda con l’obiettivo di dare un segnale forte: nonostante il massiccio consenso tributato al Duce nella Penisola, vi erano infatti anche tanti italiani che avevano scelto di schierarsi sul fronte dell’antifascismo (basti solo pensare, per fare un esempio caro a noi del “Mattino”, alle posizioni della giornalista e scrittrice greco-napoletana Matilde Serao, non ancora del tutto analizzate in profondità, firmataria del manifesto antifascista di Croce e amica di Giorgio Amendola, direttore di quel «Mondo» vandalizzato dalle squadracce proprio come «Il Giorno» seraiano).

Nel suo libro, Serri racconta così le storie emozionanti di Giorgio Amendola, Enzo ed Emilio Sereni, Giuseppe Di Vittorio, Maurizio Valenzi (parlamentare italiano ed europeo, sindaco a Napoli dal 1975 al 1983, al quale è intitolata l’istituzione internazionale che ospiterà l’incontro di presentazione), Ada Sereni e molti altri: giovani comunisti, socialisti, seguaci di Giustizia e Libertà, repubblicani e altri ancora. Irriducibili, appunto. E resilienti: tutti utopisti, cosmopoliti e ribelli che, rifiutando il compromesso, divennero il volto internazionale della prima opposizione al fascismo e che ancora oggi sono importanti esempi di coraggio, dedizione e tenacia nel resistere alla dittatura anche a costo della vita. Storie esemplari, anche per i giovani di oggi di una modernità liquida smarrita e disorientata, che richiede un supplemento di pensiero per uscire dall’imperante crisi di valori e di senso. Scritto per smentire «il senso comune che rivaluta l'operato mussoliniano fino alle leggi razziali e alla dichiarazione di guerra», il libro dipinge insomma con stile narrativo e rigore documentario il ritratto generazionale di un gruppo di ragazzi, «un mosaico di personalità capaci di giocarsi tutto», dai nomi poi divenuti celebri, che, come è stato osservato sull’inserto Robinson di «Repubblica», «non ebbero dubbi sulla natura violenta e distruttiva della dottrina fascista».

Ma Gli irriducibili è anche un prezioso tassello del mosaico di storia contemporanea che Mirella Serri, con una forte impronta etica, sta ricostruendo con pazienza e corenza attraverso la sua ampia bibliografia dedicata non soltanto ai maggiori scrittori del “secolo breve” (come Dossi) ma pure a vicende poco note del recente passato: da Storie di spie. Saggi sul Novecento in letteratura a il Doppio diario.1936-1943 di Giaime Pintor e Il breve viaggio. Giaime Pintor nella Weimar nazista; e da I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte. 1938-1948, a Un amore partigiano. Storia di Gianna e Neri, eroi scomodi della Resistenza, attraverso ulteriori eloquenti titoli come Gli invisibili - la storia segreta dei prigionieri illustri di Hitler in Italia; I profeti disarmati: 1945-1948, la guerra tra le due sinistre; Sorvegliati speciali: gli intellettuali spiati dai gendarmi (1945-1980) fino all’attualissimo, e assai istruttivo Bambini in fuga. I giovanissimi ebrei braccati da nazisti e fondamentalisti islamici e gli eroi italiani che li salvarono che l’autrice presentò nel capoluogo partenopeo, nella sede della Fondazione Premio Napoli. Contributi che aiutano a riflettere, in un'epoca di transizione che rischia di ripetere tanti errori del passato.
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