MaBasta! Con la fantasia al potere, adolescenti leccesi in lotta contro il bullismo

MaBasta! Con la fantasia al potere, adolescenti leccesi in lotta contro il bullismo
di Donatella Trotta
Venerdì 1 Luglio 2016, 23:05 - Ultimo agg. 23:10
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Sono giovanissimi, agguerriti, intraprendenti. Si autodefiniscono "sfacciati", ma al solo scopo di portare avanti la loro "buona battaglia" per una giusta causa: la lotta contro il bullismo giovanile che tanti danni sta seminando, tante vittime - sempre più piccole - sta mietendo. Sono i 14 ragazzi leccesi (nove ragazzi e cinque ragazze) che portano avanti con grinta e creatività l'associazione MaBasta!, ovvero il Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti. Un'esperienza "virale", nata dal basso qualche mese fa - precisamente nel gennaio 2016 - nella classe I A dell'istituto "Galilei-Costa" della città salentina sull'onda dello sdegno per il caso della ragazzina di 12 anni di Pordenone che si è buttata di sotto tentando di uccidersi perché non ce la faceva più a sopportare le persecuzioni dei compagni.

Stimolati con encomiabile intelligenza emotiva-educativa dal loro prof di informatica Daniele Manni, convinto che anziché parlare soltanto è molto meglio agire, e "fare" concretamente qualcosa, i 14 giovani allievi del "Galilei-Costa" di Lecce (Giorgio, Martina, Mattia, Mirko, Jacopo, Patrick, Marta, Lorenzo, Niki, Simone, Francesca, Michela, Edoardo, Alice) l'hanno preso in parola. Hanno incominciato a interrogarsi seriamente. A parlarne tra loro. E a progettare velocemente un percorso operativo che ha portato alla creazione dell'associazione, con tanto di sito (www.mabasta.org), di presenza social con pagina Facebook (decollata immediatamente, con 5mila "like" nei primi otto giorni, diventati 18mila ad oggi) e Twitter. Non solo: tra incontri con autori (come Ivan Cotroneo, autore del toccante libro-film "Il bacio"), partecipazioni a convegni ed eventi (come il Festival di adolescenti «Mare di libri» a Rimini), presìdi antibullismo, campagne fotografiche e video, iniziative a suon di musica, gemellaggi con altre realtà (come l'esperienza dei ragazzi della Scuola di Musica del Garda che ha messo in scena l'opera «La Bulla di Sapone»; o come il contatto con 110 studenti  - 2 per ogni classe - dell'Istituto Galvani di Giugliano, che seguiranno un corso di formazione orientato a prepararli ad affrontare il tema del bullismo e del cyberbullismo per volontà del dirigente Giuseppe Pezza), i ragazzi di MaBasta! sono insomma diventati un vero e proprio ciclone di iniziative, una benefica rete di sensibilizzazione sul tema, un punto di riferimento di ascolto e sostegno alle vittime e - soprattutto - un significativo modello dal basso di prevenzione del bullismo sin dalla più tenera età: «Perché sono proprio loro - sostengono provocatoriamente i giovani attivisti - ad avere secondo noi più bisogno di aiuto».

Già. Un impegno sorprendentemente inarrestabile ed emblematico, quello degli studenti leccesi, che in poco tempo, alla ricerca di collaborazione con altri ragazzi di tutta Italia, dalle elementari alle superiori, «per dare voce alla maggioranza silenziosa di giovani sani», ha suscitato l'attenzione di istituzioni e media: così, i magnifici sette-più-sette sono approdati nientemeno che alla Camera dei Deputati, alla presenza del Ministro all'Istruzione Stefania Giannini che li ha anche invitati a presentare, con la loro preside Addolorata Mazzotta, la loro esperienza in diretta su Rai1, dall'aula bunker di «Palermo chiama Italia», il grande evento in memoria delle stragi di Palermo in cui persero la vita quegli eroi della patria, i giudici Falcone e Borsellino. E il loro grido di protesta, implicito nell'acronimo della loro vitalissima e contagiosa associazione, ha inoltre raccolto l'adesione di quattro importanti siti che si occupano di educazione: Your Edu Action, OrizzonteScuola, Aetnanet e MasterProf, mentre le iniziative si moltiplicano con una velocità esponenziale tipica della digital generation, dotata di una fantasia che talvolta sonnecchia negli adulti.

Qualche ulteriore esempio? Il lancio del censimento delle classi «de-bullizzate» nei vari Comuni italiani (100 richieste, sinora); il progetto dei loro "colleghi" di terza SBAM - Stop Bullying Adopt Music, ovvero «una sberla al bullismo a suon di musica», e, il 9 giugno scorso, ultimo giorno di scuola, il lancio dell'hashtag #ABAL All Bullies Are Losers, ovvero tutti i bulli sono perdenti: «E vanno aiutati per (ri)trovare una serenità che non hanno», commentano i giovani grilli parlanti del movimento. I quali. ovviamente, non si fermano mica qui.

In cantiere, per il prossimo anno scolastico 2016/17, due originali campagne, per le quali è già iniziata via sito la raccolta di crowdfunding: la prima (Bulliziotti d'Istituto) riguarda l'idea di avere dei Bulliziotti e delle Bulliziotte in ogni classe ed in ogni scuola, giovani referenti a cui vittime e spettatori possono rivolgersi per raccontare ogni genere di episodio. La loro formazione, nel migliore stile "nativo digitale" avverrà on line, con criteri che selezioneranno studenti più grandi e rispettati, i quali fungeranno in ogni scuola d'Italia da responsabili a cui rivolgersi in casi di bullismo e cyberbullismo. 

La seconda riguarda invece la pensata di dotare ogni scuola, dalle elementari alle medie, di una «BulliBox», una sorta di urna chiusa dove chiunque, anche in anonimato, può imbucare segnalazioni di episodi e casi di bullismo la cui cura è affidata - ovviamente - ai Bulliziotti d'Istituto. Infine - last, but not least - «creare - dicono i ragazzi di MaBasta! - un centro di ascolto digitale che opererà in rete (web e social) a cui chiunque potrà rivolgersi». Obiettivo? Aumentare, in tutta Italia, le classi "debullizzate". L'ingegnosa campagna di raccolta fondi si chiama «MaBastano 5 euro»: appena raggiunto il tetto di 2.500 euro, la società Fastweb raddoppierà l'importo contribuendo con altri 2.500 euro alla causa degli intraprendenti ragazzi leccesi. Esempio encomiabile di cittadinanza attiva, ma anche monito per una comunità educante che voglia sentirsi corresponsabile della silenziosa emarginazione di soggetti più sensibili o deboli o "diversi", bollati - se va bene... - come "sfigati". MaBasta può essere la loro occasione di riscossa. 

 
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