Luigi Volpe racconta la storia di Matteo: i nuovi passi di una Casa speciale generata dall'amore

Luigi Volpe racconta la storia di Matteo: i nuovi passi di una Casa speciale generata dall'amore
di Donatella Trotta
Venerdì 10 Maggio 2019, 18:43
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Anche fare libri può essere un mestiere di cura. Ne è convinta Anna Maria Crispino, della Iacobelli editore, quando – con sguardo di donna che sa cosa significhi un’ottica generativa, in senso lato - sottolinea: «Per fare libri ci vogliono idee, e la pazienza dell’attesa per farle germogliare. Ci vogliono coraggio e inventiva. Autori e lettori da motivare e accudire». Già. Proprio come quando si sceglie mettere al mondo un figlio, più che dei fogli: una scelta di amore, ma pure di coraggio, di attesa. E - appunto - di cura attenta. Ma non tutti i genitori sono preparati, o pronti, ad accogliere una nuova creatura che nasce. Soprattutto se nasce “imperfetta”, con qualche diversità che la rende, solo per questo, indesiderata. La cronaca è piena di casi di abbandono di questi bambini. E allora è particolarmente significativo che, ben oltre le stucchevoli (e consumistiche) ritualità di una sbandierata “festa della mamma”, un libro-progetto molto speciale veda la luce e annunci il suo battesimo a Napoli, la città dei “figli so’piezz’e core” e della paranza dei bambini, dell’infanzia calpestata da “uomini neri” e donne dal cuore impietrito (come certe madri di periferie popolate di orchi abusanti, maltrattanti, violenti. Assassini).

Stiamo parlando di La Casa di Matteo. Storia di un legame, primo libro scritto da Luigi Volpe (e pubblicato appunto da Iacobelli editore di Guidonia Montecelio, Roma), la cui prima presentazione avverrà lunedì 13 maggio alle 18, presso la Sala Consiliare "Silvia Ruotolo" in via Morghen n. 84. Un evento speciale, durante la quale non si parlerà solo di un testo che racconta una realtà tanto particolare quanto toccante, ma anche di tutto ciò che intorno ad esso gira. Con l’autore, interverranno il sindaco di Napoli Luigi De Magistris (che firma la prefazione al libro); il presidente della V Municipalità Arenella-Vomero Paolo De Luca, che aprirà l’incontro con i saluti di Roberto Iacobelli, editore del libro; Luca Trapanese (presidente dell’Associazione A Ruota Libera Onlus e padre single che ha adottato Alba, una bimba down, raccontando la sua bellissima esperienza nel libro Nata per te, Einaudi); la pediatra Linda Di Benedetto, responsabile pediatrica della Casa di Matteo al Vomero e il giornalista Rai Ettore De Lorenzo; moderatrice dell’evento, che sarà accompagnato dalla musica di Youri Menna, sarà Cristina Salvio.

Ma perché l’evento non è una semplice presentazione di un libro? Perché La Casa di Matteo, prima di essere una pubblicazione d'esordio che narra una storia realmente accaduta all’autore (Luigi Volpe, classe 1975, napoletano che da oltre 20 anni vive in Emilia Romagna e che avrebbe voluto «fare il giornalista, fondare una rock-band e insegnare judo», mentre ha scelto di arruolarsi nella Guardia di Finanza pur continuando a scrivere e ad “accumulare sogni”, collaborando con A Ruota Libera Onlus e vivendo in prima persona un’esperienza di adozione, amore e cura), è una storia d’amore che nel giugno 2017 fa ha ispirato la nascita della Casa di Matteo, struttura unica in Italia nel suo genere, e un progetto che prevede la realizzazione di due case di accoglienza per bambini orfani con disabilità medie e gravi, severe malformazioni, tumori, patologie che necessitano non solo di cure particolari ma soprattutto di un amore familiare durante la lotta contro la malattia e spesso persino di un adeguato accompagnamento al passaggio verso una nuova vita dopo la morte.

Matteo, il protagonista di questa storia, fu abbandonato alla nascita in ospedale dalle persone che lo avevano messo al mondo. Un’altra mamma e un papà (Luigi, l’autore del libro, con la moglie Rosa) lo hanno adottato pochi giorni dopo che il bimbo aveva visto la luce, con la promessa di essere per lui la famiglia che non aveva. Ma ad appena un anno dalla sua adozione, Matteo inizia a soffrire di forti mal di testa e, in seguito ad una serie di visite, si scopre che ha un terribile cancro. Lotta come un guerriero, fino alla fine, insieme a papà Luigi e mamma Rosa. Un legame vero, forte e sincero che si salda e si rafforza, grazie ad un sentimento profondo che riesce a dare a questa famiglia l’energia per affrontare la malattia del piccolo che, dopo aver lottato duramente conto il cancro, si spegne accompagnato dall’amore dei suoi instancabili genitori. Forse, la missione di Matteo su questa terra era di essere figlio, anche se per poco, e di diventare un esempio. I suoi genitori adottivi, insieme ai nonni e agli zii, sono stati uno strumento: con il compito di amarlo, di donargli una famiglia, di accudirlo e accompagnarlo per mano nel suo nuovo mondo. Forse, se Matteo non fosse stato adottato prima che il cancro sopraggiungesse, non avrebbe mai avuto nessuna famiglia.

I bambini che nascono nei nostri ospedali e che, a causa di gravi malformazioni, disabilità o di terribili tumori, vengono lasciati alle cure dei medici perché nessuno può o vuole prendersene cura, sono infatti molti di più di quanto si pensi. Matteo invece, con la storia d’amore dei suoi genitori adottivi, ha ispirato la nascita della Casa che porta il suo nome, grazie all'impegno del papà Luigi e di Luca Trapanese, presidente della onlus A Ruota Libera, che hanno così realizzato al Vomero un luogo di accoglienza speciale: una comunità socio-sanitaria per bambini e neonati in stato di adozione affetti da patologie ad alta complessità assistenziale. E grazie al sostegno di numerosi donatori privati ed enti benefici, oltre che ai proventi delle vendite di questo libro (che tutti i genitori dovrebbero leggere, per mettere a fuoco il proprio ruolo nel suo più profondo e intenso significato), a breve sarà avviata anche una seconda Casa di Matteo, per ospitare un maggior numero di bambini che necessitano di cure e amore, attraverso una progettualità in continua evoluzione. Con un solo motto: take care, di donmilaniana memoria. Ovvero, prendersi cura, prima ancora di curare.
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