#scuolesmilitarizzate: al via la campagna del MIR e di Pax Christi nel giorno mondiale della nonviolenza e della nascita di Gandhi

#scuolesmilitarizzate: al via la campagna del MIR e di Pax Christi nel giorno mondiale della nonviolenza e della nascita di Gandhi
di Donatella Trotta
Giovedì 1 Ottobre 2020, 15:00
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Un appello corale e accorato. Rivolto a tutta la comunità educante del Paese, per «ripensare la scuola e rigenerare la società» ai tempi del Covid. Lo lanciano il MIR (Movimento internazionale della Riconciliazione), e Pax Christi Italia, che domani, 2 ottobre – Giornata internazionale della Nonviolenza e 151esimo anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, proclamata dall’Onu il 15 gligno 2007 – presenteranno ufficialmente il manifesto della campagna nazionale capillare #scuolesmilitarizzate, promossa dai due storici movimenti nati dopo le guerre mondiali e impegnati a praticare la riconciliazione, vivere la nonviolenza e realizzare una cultura di pace con l'adesione di varie Associazioni del Terzo Settore, tra le quali SOS Diritti.
 
«La pandemia ha fatto emergere con grande chiarezza la necessità improcrastinabile di investire maggiori risorse per la difesa della salute, la tutela della natura e dei più deboli, senza ulteriori sprechi di ingenti somme in spese militari e belliche», spiega Pierangelo Monti, presidente del MIR. Gli fa eco monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia: «La formazione precoce ai valori della pace e del dialogo parte necessariamente dal contesto quotidiano della scuola, dove non è educativa la presenza di forze armate, né ha senso prevedere momenti di offerta formativa in centri finalizzati alla guerra e alla produzione letale di armi». L’eutopia coltivata da MIR e Pax Christi, in sintesi, è vedere apposta in ogni scuola la targa di “scuola smilitarizzata”, così come esistono i Comuni che specificano la propria identità di “città denuclearizzata”.

Il logo scelto dalla campagna esplicita non a caso il suo messaggio prioritario: «la scuola ripudia la guerra». Un richiamo forte, sia da parte laica che religiosa, non soltanto al dettato costituzionale, alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e al Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, ma anche nella scia storica di memorabili encicliche papali, oltre che di paradigmi concreti: incarnati da figure come Gandhi, Aldo Capitini, Giorgio La Pira, Martin Luther King, don Lorenzo Milani, Giuseppe Giovanni Lanza Del Vasto, don Tonino Bello, Ernesto Balducci, Davide Turoldo,  Mario Borrelli, l’ex “Don Vesuvio”, per citare i più noti, accanto ad Antonino Drago e Giuliana Martirani, per citare due esempi legati a Napoli e tuttora “militanti”.

«Potrebbe sembrare peregrino, di fronte ai milleuno problemi posti dal Covid al mondo della scuola e non solo, puntare su questi temi: ma invece proprio la pandemia spinge a rafforzare un’azione coordinata nella direzione auspicata dalla campagna», commenta alla vigilia della presentazione Hermes Ferraro, portavoce del MIR a Napoli e membro del suo Consiglio Nazionale. Scopo della campagna, la smilitarizzazione della società ma a partire dalla scuola, che con ottica “glocal” (locale e globale) punti a una riflessione operativa e a un’azione consapevole di rinnovamento del percorso formativo che proprio ai tempi del Covid ha messo maggiormente in luce la centralità dell’istruzione per fronteggiare le contraddizioni non soltanto italiane di un sistema economico e sociale iniquo e divisivo: che fomenta aggressività e violenza, indifferenza globalizzata e disastri ambientali, odio e guerre. Minacciando così non soltanto i soggetti più vulnerabili ma l’intero ambiente naturale, e dunque la salute pubblica e i diritti umani fondamentali.

Anche per questo verrà chiesto ai collegi dei docenti, ai dirigenti scolastici degli istituti italiani e ai singoli insegnanti ed educatori di sottoscrivere il documento e il Manifesto della campagna, nella certezza, sottolineata dai promotori dell’iniziativa, che «la scuola è finalmente ripartita tra difficoltà e comprensibili incertezze, ma questo particolare anno scolastico potrebbe anche aprire prospettive di speranza a chi intenda trasformare il dramma della pandemia in opportunità di cambiamento autentico e consapevole». A tale scopo Mir e Pax Christi, con SOS Diritti, ribadiscono in una nota, «sono al fianco di docenti e studentesse/i che vogliano cogliere quest’occasione» per «collaborare a costruire, giorno dopo giorno, un futuro di pace, di sviluppo equo e sostenibile, di giustizia e solidarietà, proponendo occasioni per sviluppare nella scuola percorsi di educazione alla pace e alla nonviolenza».

Tutte e tutti - genitori, insegnanti ed alunne/i -, continua la nota, «siamo pertanto chiamati a fare scelte coraggiose, diffondendo e sperimentando, qui e ora, nuove modalità di trasformazione nonviolenta dei conflitti, prendendo peraltro coscienza che è in atto una progressiva e subdola militarizzazione della società e della cultura. Da tale consapevolezza è nata l’esigenza di fare obiezione a chi propone e sostiene iniziative in contrasto o distanti dai valori della convivenza pacifica e della Costituzione e dal ripudio della guerra». Di qui l’appello all’adesione collettiva di un percorso condiviso, ampio e inclusivo al fianco della scuola e dei tanti soggetti della società civile già impegnati in questo ambito, accanto ad altri che sceglieranno di schierarsi in scelte che escludano la violenza in ogni sua manifestazione, e coltivino la pace.
Una campagna in sostanza che tra i punti del suo manifesto propone l’effettiva (e sempre più necessaria, come gli ultimi casi di cronaca dimostrano) realizzazione di una cultura di pace, «obiettando alla presenza nelle scuole delle Forze Armate e di attività connesse alla vita militare quali visite a caserme ed impianti militari e progetti di formazione scuola-lavoro mirati ad un precoce reclutamento».

«Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo», diceva Gandhi. Nel giorno della sua nascita, Pax Christi e il MIR rilanciano così il messaggio non astrattamente irenico del Mahatma con una chiamata alla corresponsabilità collettiva. Un appello concreto che al di là delle mascherine, delle norme igienico-sanitarie, dei distanziamenti fisici e delle altre regole da rispettare per contrastare il diffondersi del contagio del Coronavirus, colpisca al cuore e prevenga sul nascere anche l’altrettanto letale e invisibile virus della violenza. In ogni sua forma. Nell’ambito della campagna #scuolesmilitarizzate, MIR e Pax Christi mettono perciò a disposizione le proprie competenze, assieme agli altri aderenti, per sostenerne le finalità. «Per poter trasformare l’attuale cultura permeata di violenza, discriminazione e ingiustizia sociale – spiegano - è necessario che tutti gli attori della società collaborino insieme, a partire dalla scuola che è il cuore della comunità, in cui si sperimenta la socialità, si apprende la conoscenza e si sviluppano molte capacità che rendono poi gli individui in grado di valutare, scegliere e agire».

Molte alternative nonviolente, aggiungono i promotori della campagna, «sono al momento ancora poco diffuse e praticate e la narrativa predominante continua a riferirsi ad una difesa e ad una sicurezza esclusivamente armata». I risultati, dall’America all’Italia, sono sotto gli occhi di tutti. Dall’escalation di aggressività quotidiana fino alla recrudescenza della corsa agli armamenti nucleari più devastanti, da parte dei principali leader mondiali. Perciò è indispensabile, concludono il MIR e Pax Christi, realizzare finalmente «una società smilitarizzata, a partire dalla scuola. Questa campagna nazionale è rivolta ai Collegi dei Docenti e ai Consigli di Istituto così come ad ogni insegnante, in virtù del loro imprescindibile ruolo educativo, e invita ad agire affinché le scuole siano effettivamente luoghi di Pace, impegnandosi a valorizzare e promuovere l'educazione alla Pace e alla Nonviolenza all’interno della propria programmazione educativo-didattica e ad escludere dall’offerta formativa qualsiasi progetto, iniziativa e materiale finalizzati alla divulgazione, promozione del militarismo e delle attività connesse, quali ad esempio l’industria degli armamenti».
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