Coop lancia la campagna “Close the Gap”: gli assorbenti saranno venduti con Iva ridotta dal 22 al 4%

Coop lancia la campagna “Close the Gap”: gli assorbenti saranno venduti con Iva ridotta dal 22 al 4%
Giovedì 25 Febbraio 2021, 12:15 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 02:43
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Secondo il Global Gender Gap Index, sui temi dell'equità di genere il nostro Paese figura al 76esimo posto tra i 153 censiti e al 17esimo sui 20 dell'Europa Occidentale (peggio di noi solo Grecia, Malta e Cipro). E la pandemia ha aggravato la situazione: secondo Istat, dei 101.000 posti di lavoro persi a dicembre 2020, 99.000 erano femminili. A fronte di questi dati, Coop scende in campo con la campagna «Close the Gap - riduciamo le differenze», azioni e impegni per promuovere la parità di genere femminile e combattere le disparità. E si parte con la riduzione dell'Iva sugli assorbenti, dal 22 al 4 per cento.  

TAMPON TAX

Tra le prime azioni di Coop l'adesione alla petizione «Stop Tampon Tax! Il ciclo non è un lusso» sulla piattaforma Change.org, promossa dall'associazione Onde Rosa per tagliare l'Iva sugli assorbenti.

Dal 6 al 13 marzo tutti gli assorbenti a scaffale saranno venduti con l'aliquota ridotta dell'Iva dal 22 al 4%, ovvero il traguardo a cui tende la petizione. Mentre gli assorbenti della linea «Vivi Verde Coop», già con aliquota ridotta perché compostabili, saranno «vestiti» in confezioni ad hoc che invitano a firmare la petizione. «La disuguaglianza è generata in primo luogo da elementi strutturali, come per esempio la scarsa rappresentanza di genere che non trasferisce modelli e quindi aspirazioni per le giovani donne, ma inizia anche dalle piccole differenze - dice Maura Latini, Ad Coop Italia - come quella che si riscontra tra la tassazione dei prodotti di igiene e cura: gli assorbenti femminili, bene tutt'altro che di lusso, subiscono un'Iva del 22%, al pari di articoli di abbigliamento, sigarette, vino, che non sono considerati di prima necessità. Quella dell'abbassamento dell'Iva sugli assorbenti non è solo una questione economica, di puro risparmio, ma anche culturale». «La scelta di tassare come bene di lusso un assorbente è prima di tutto un errore di valutazione e un messaggio sbagliato - continua Latini - che si traduce in una discriminazione concreta contro la quale vogliamo contribuire ad attivare l'attenzione di donne e uomini. Per questo abbiamo raccolto il messaggio lanciato dalle giovani donne dell'associazione 'Onde Rosà che hanno sollevato il problema; mettiamo a disposizione i nostri punti vendita e la volontà e l'impegno dei nostri soci e dipendenti per segnalare il valore della richiesta, chiedendo che il tema entri nell'agenda pubblica». Oggi circa 500mila persone hanno firmato su Change.org per dire no alla Tampon Tax. Intanto Francia, Inghilterra, Belgio e Olanda hanno già ridotto l'aliquota, Canada, Irlanda e l'India l'hanno abolita e la Scozia, per prima, fornirà gratuitamente gli assorbenti alle sue cittadine. Un segmento di mercato molto presidiato dalla grande distribuzione dove si concentra la gran parte delle vendite di assorbenti femminili; sono infatti in un anno circa 3,9 miliardi gli assorbenti venduti di cui 270 milioni in Coop. In termini di fatturato ciò si traduce in 400 milioni di euro di cui 72 sono Iva.

A Coop  il 70% dei suoi 55.000 dipendenti è donna e sono donne più della metà dei soci attivi sui territori. «Vogliamo percorrere con maggiore decisione la strada a favore di una cultura della diversità e dell'inclusione, con l'idea di darci obiettivi non di facciata - spiega Marco Pedroni, presidente Coop Italia e Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) - Coop è molto sensibile al tema, il principio dell'integrazione e dell'eguaglianza è parte costitutiva dell'essere cooperativa».

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«I dati in nostro possesso - continua Pedroni - fotografano una situazione migliore della media per quanto attiene ad esempio la composizione dei nostri consigli di amministrazione (oltre il 44% è donna) o la presenza di donne nei ruoli direttivi sul totale degli occupati (oltre il 32%). Inoltre tutte le nostre cooperative contemplano nei contratti integrativi la presenza di Commissioni Pari Opportunità e la presenza di donne è al 50% tra chi frequenta i corsi formazione finalizzati ai posti di responsabilità». «In molti punti della nostra rete vendita infine ci affidiamo a personale composto unicamente da donne; nei ruoli di caponegozio e caporeparto ci attestiamo su un 43% di presenza femminile. Ma vogliamo fare di più e rendicontarlo, cercando di agire con più determinazione sul versante della leadership femminile che è un importante punto di arrivo anche per noi», conclude.

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