W20, un osservatorio per la condizione delle donne in Italia e negli altri paesi

W20, un osservatorio per la condizione delle donne in Italia e negli altri paesi
Mercoledì 8 Settembre 2021, 18:30 - Ultimo agg. 20 Febbraio, 12:19
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Nascerà un Osservatorio sulla condizione femminile in Italia e non solo, promosso dalla Delegazione italiana del W20. Ad annunciarlo ad Assisi la Capo delegazione Elvira Marasco, nel corso dell'AssisiWomen20. «Sarà un'occasione - ha detto la Marasco - per raccogliere tutto il lavoro fatto dal W20 in questi anni, che è tantissimo. Oltre ad aver tenuto conto delle problematiche legate al mondo del lavoro femminile, abbiamo raccolto tantissimi file, documenti e statement. Tutto questo lo vogliamo mettere a disposizione della società civile. Chiunque voglia vedere a che punto sono le condizioni femminili in un paese del G20 deve avere la possibilità di poterlo consultare».

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Il cambiamento culturale in Italia e nel mondo per sensibilizzare i leader del G20 sulle questioni della parità di genere in vista del summit del prossimo fine ottobre, sono stati al centro dell'AssisiWomen20, incontro organizzato nella città umbra dal W20. Erano presenti, tra gli altri, per il W20 anche la Chair Linda Laura Sabbadini e la coordinatrice della commissione Cultural Change, Fabiana Giacomotti, e poi la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, e la viceministra degli Affari esteri Marina Sereni e la Sindaca di Assisi, Stefania Proietti. «Non creiamoci alibi - ha detto la ministra Bonetti - l'esperienza della pandemia del Covid non ha creato la disuguaglianza di genere, non ha creato la violenza contro le donne.

Ha squarciato il velo e messo in evidenza la drammaticità di una situazione che non è più accettabile, ma nello stesso tempo ha offerto una prospettiva di salvezza e risoluzione».

La viceministra agli Affari esteri Marina Sereni ha colto l'occasione per parlare della situazione in Afghanistan annunciando che «su studentesse e studenti afgani accettati nelle università italiane, il ministero degli Esteri ha istituito un tavolo con le organizzazioni della società civile, di cui farà parte anche la CRUI, per coordinare questo piano di arrivo. E' evidente che far arrivare studenti dall'Afghanistan, spesso già con figli e famiglia, significa organizzare un'accoglienza mirata, perché si tratta di persone che resteranno per anni e devono essere integrate e inserite pienamente nelle nostre comunità». Per la coordinatrice della Commissione sui cambiamenti culturali del W20, Fabiana Giacomotti: «In Afghanistan le ragazze afghane che erano state accettate dalle università italiane sono divise in gruppi con dei coordinatori dalle Onlus. Cambiano casa una volta ogni tre giorni, spesso con le loro famiglie, perché non devono essere rintracciate. Le liste con i loro nomi sono in mano al ministero e a nessun altro, perché queste liste devono rimanere segrete»

Per la Chair del W20 Sabbadini «le donne hanno molta difficoltà ad entrare nei ruoli decisionali più alti. Sono solo il 20 per cento - ha aggiunto - i professori ordinari donne e in ambito sanitario sono al di sotto di questa quota le primarie nonostante la stragrande maggioranza del personale medico eè donna. Questo perché la politica italiana ha una impostazione che eè ancora antica e non punta realmente sulle risorse femminili. Ha una priorità concentrata in particolare sull'economia e non sulla società e questo vuol dire che le politiche sociali sono neglette, vengono considerate solo per tagliare e non come assi strategici fondamentali per garantire anche i diritti delle donne. Una situazione diventata insostenibile, un problema culturale gravissimo. Bisogna investire seriamente e finanziariamente su questi aspetti che sono una priorità fondamentale perché le donne possano realmente realizzarsi. Bisogna fare moltissimo perchè in Italia sono molto sviluppati, come in altri paesi, gli stereotipi di genere e molto spesso trasmessi inconsapevolmente. Per fare un piano serio bisogna cominciare dalle scuole primarie, dai bambini».

E’ intervenuta all’evento del gruppo ufficiale del G20 per la Parità di genere la vice direttrice di Rai Documentari e presidente della Commissione Pari Opportunità della Rai, Karina Laterza:«In Rai abbiamo aperto un tavolo di gender equality, stiamo pensando alla differenza salariale e di ruoli e stiamo pensando ad un corso di 'gender etiquette' che agisca su chi ha a che fare con la messa in onda, in modo tale che ci sia un presidio ampio».

 La scrittrice Dacia Maraini ha inviato un messaggio all’iniziativa del W20: «É importante riscrivere la storia che, come tutte le storie, è stata raccontata dai vincitori e quindi di parte. Recuperare la memoria, dare luce e fiducia alle tante donne che hanno mostrato ai loro contemporanei quanto fossero capaci e meritevoli di autorevolezza e come siano state poi cacciate nell’oblio, per non creare pericolosi modelli per le nuove generazioni. La storia non raccontata è piena di donne di qualità e di talento che vanno riconosciute e rivalutate come meritano. Sono anni che mi carico di questo compito. Che sono felice ora di condividere con voi».

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