Cristina Di Loreto e il metodo MeFirst: «Care mamme, è ora di cambiare. Siate imperfette e pensate a voi»

Cristina Di Loreto e il metodo MeFirst: «Care mamme, è ora di cambiare. Siate imperfette e pensate a voi»
di Valeria Arnaldi
Domenica 23 Ottobre 2022, 20:35
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«Una madre che è veramente una madre non è mai libera», diceva Honoré de Balzac, nella prima metà dell'Ottocento. Il tema, soprattutto problema, è ben vivo ancora oggi. È una questione culturale, che fa sentire il suo peso nella vita di ogni giorno, vincolando allo stereotipo secondo cui la donna che diventa madre si deve consacrare totalmente ai figli, fino a rinnegare se stessa. È anche per contrastare visioni come questa e per restituire alle madri la loro libertà che è nato MeFirst, startup fiorentina e metodo - è già nel nome, la filosofia: mettersi al primo posto - alla base della prima accademia virtuale di crescita personale dedicata alle mamme. Ideatrice e fondatrice è Cristina Di Loreto, 37 anni, psicoterapeuta breve strategica, coach esperta di problem solving e mamma. Nell'iter, corsi ad hoc, anche all'interno delle imprese - il 28 ottobre a Milano, si terrà il Mom Empowerment Day, focus sulle mamme lavoratrici - nonché un podcast gratuito, che si è imposto all'attenzione al Festival del Podcast, e le community. Per invitare le mamme alla rivoluzione. «Quando sono diventata madre, mi sono scontrata con molti problemi e mi sono chiesta come facessero le altre, che non avevano i miei strumenti in termini di psicologia - spiega Di Loreto - Così ho pensato a un progetto ad hoc e a fine 2020 MeFirst è diventato realtà. Nel 2021 è entrato nella Top Ten tra oltre 1600 startup selezionate da Pantene e Chiara Ferragni per l'iniziativa Forti Insieme».
I PRINCIPI
Il metodo è articolato in sette principi, per altrettante tappe sintetizzate nel nome del progetto. «La m rimanda a mentoring: la mamma deve diventare mentore di se stessa. La e sta per empowerment, che vuol dire analizzare le proprie risorse per potenziarsi. Poi, flessibilità, immersione, ritualità, strategie da adottare e trappole da evitare. L'iter si ispira alla psicologia di emergenza, perché la maternità è davvero una piccola grande emergenza per alcune donne». Il primo obiettivo è abbattere il senso di inadeguatezza nato dallo stereotipo. «Il tabù sulla maternità, secondo cui se una donna pensa a se stessa non è una buona madre, è anacronistico - prosegue - Per superarlo, va bandito il cosiddetto multitasking. È una peculiarità femminile, ma fa sì che ci si senta sempre a metà servizio in ciò che si fa. Bisogna imparare a prendersi tempo per sé». Il lavoro è una delle questioni critiche. «Nel 2019 sono state oltre 37mila le neomamme che hanno rassegnato le dimissioni, sono diventate 96mila nel 2020. Più della metà ha dichiarato di averlo fatto per la difficoltà di conciliare vita e impiego». I disagi non interessano solo la vita professionale. «La mancanza di intimità con il partner, dopo la gravidanza è un problema per molte. Poi, ci sono la percezione della propria immagine corporea, dopo il parto, e la difficoltà di conciliare vita personale e professionale con il ruolo genitoriale». Il metodo piace e si fa guida per tante.
«In generale, alle mamme si parla sempre in quanto madri, appunto, come se dovessero disfarsi della loro identità di donne, ma una donna rimane tale anche quando ha dei figli. A seguire il metodo sono donne tra 29 e 46 anni, quasi tutte laureate, fortemente legate alla realtà lavorativa, perlopiù del Centro-Nord. Molte desiderano un figlio, altre sono incinta o hanno bimbi piccoli. Il metodo aiuta anche a contrastare la depressione post partum».
GLI ESERCIZI
Dalla filosofia alla pratica. Sono vari gli esercizi per imparare a ripensarsi. «Bisogna allenarsi a fare ogni giorno un piccolo errore premeditato. È necessario educare il cervello ad accogliere le imperfezioni. Ed è fondamentale creare riti che rimarchino il tempo per sé: ad esempio, prestare attenzione al momento in cui si chiude la porta a lavoro finito, specie in smart working. In quattro settimane una mamma può rivoluzionare la sua vita».
 

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