Chieti ricorda Simona la giornalista disabile che si è battuta per l'inclusione dei 'diversi'

Simona Petaccia Disabilità, un anno senza Simona Petaccia, compleanno ancora insieme
Simona Petaccia Disabilità, un anno senza Simona Petaccia, compleanno ancora insieme
di Rosalba Emiliozzi
Martedì 22 Dicembre 2020, 12:30
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Bella, sorridente, colta ma vicina ai più deboli. E le sue scarpe rosso brillante, il rossetto, i capelli lunghi lucenti, i magnifici foulard coloratissimi. Sprigionava così tanta forza che la carrozzina spariva. Eppure era fragilissima, delicata come una farfalla. Simona Petaccia, 47 anni, giornalista e presidente di Diritti Diretti, se ne è andata all’improvviso il 24 agosto del 2019, dopo un ricovero di due giorni. La lenta progressione di una malattia che non la faceva camminare ha complicato un banale malanno e se l’è portata via. Eppure Simona c’è. Lei fa parte di quella schiera di persone che non muoiono mai. A Chieti, dove ha sempre vissuto, è onnipresente, lei e le esigenze di persone “diverse”, quelli che molti basandosi sulle apparenze chiamano disabili. Ieri, 21 dicembre, Simona avrebbe compiuto 49 anni. Per celebrare questa data l'associazione Diiritti Diretti ha organizzato uno evento online sui temi dell'accessibilità  e i racconti di esperienze condivise con Simona. «Perché il modo migliore per far continuare a vivere la visione e l'impegno di Simona è ricordare quanto ci ha lasciato e tradurre in fatti concreti le sue idee» dice l'amica Anna Guarini.


Simona Petaccia e tutto ciò che ha rappresentato nelle battaglie contro la discriminazione dei più deboli (diversamente abili, malati psichici, poveri) rivive tuttora in un gruppo di amici che, dopo lo choc della sua morte, hanno ripreso in mano l’associazione Diritti Diretti e stanno cercando di portare avanti gli ideali che poi sono i progetti di Simona. «Simona era un vulcano di idee e di vitalità: da sola riusciva a portare avanti progetti e impegni che noi amici con molta fatica riusciamo a seguire  - racconta Anna Guarini, avvocato e attuale presidente di Diritti Diretti  - La conoscevo dal ‘91 quando andavamo alle feste insieme. Lei era un vulcano di idee, sempre sorridente, vitale, piena di iniziative, mai scontenta. Era diretta, pratica, aveva una soluzione per tutto. Ci manca tanto». Era, è, questa l’essenza della vita di Simona, il vuoto che ha lasciato è enorme, rimarcato - come quando il gesso stride sulla lavagna - dalla morte, a poco più di una settimana l’una dell’altro, della madre di Simona, Elisabetta Tamarro, 83 anni, contagiata da Covid-19 e deceduta il 26 marzo nella prima ondata della pandemia, nove giorni dopo il papà Elio Petaccia, quasi stessa età, stessi virus.

«Elio ed Elisa vivevano per Simona - racconta l’avvocato Guarini - erano due genitori di mentalità aperta, l’hanno sempre sostenuta». Simona che si laurea, Simona che diventa giornalista pubblicista, Simona che fonda Diritti Diretti, che ispira un lavoro teatrale ”Fascino a rotelle”, che conduce i premi giornalistici “Turismi accessibili” per spiagge, colline, città d’arte, montagna, vale a dire viaggi e luoghi accessibili per tutti, indipendentemente dalla loro età, dalla loro condizione di salute o da loro particolari scelte, allergie o intolleranze alimentari. «Con Simona vivevi in simbiosi», dice Anna Guarini. Così anche le sorelle Pina e Monica e il giro di amicizie che l’attivista aveva saputo costruire. Non era tenera Simona, quel sorriso diventata agguerrito quando c’era da portare a casa un risultato per i più deboli, voleva inclusione tangibile. «Non leggi sulla carta, ma veri diritti» era solita dire e scrivere. Lo diceva sempre con gentilezza e lo scriveva con garbo, mai un’offesa, mai un attacco, una guerriera dolce. «Quando è morta siamo rimasti attoniti - dice Guarini – è stato devastante. Ci sono stati mesi in cui abbiamo percepito fortissima la sua assenza. Simona era empatica, aveva carisma, era la nostra forza lei che non riusciva ad alzare un braccio, non l’ho mai vista perdere il sorriso, era sempre inappuntabile, le piaceva abbinare vestito e scarpe, presentarsi sempre perfetta».

Con la sua carrozzina andava ovunque.

I genitori l'accompagnavano ovunque in giro per il mondo. Ma Simona c’è ancora. Il suo nome è risuonato durante la campagna elettorale per il nuovo sindaco quando la sua associazione ha promosso, nel giorno dell’anniversario della sua morte, un incontro tra i candidati sul tema dell’accessibilità. E ora prosegue con la collaborazione con il sindaco eletto con l’obiettivo di rendere Chieti una città accessibile a tutti, «formando adeguatamente tutto il personale del Comune, dagli impiegati alla polizia municipale, vigilando sulla realizzazione dei lavori pubblici, o dotando la città di percorsi sensoriali che ne valorizzino anche il patrimonio artistico e urbanistico», dice l’associazione. I progetti di Diritti Diretti stanno andando avanti con la presidenza di Anna Guarini e il team di amici, vicepresidente Graziano Stanziani, consiglieri Sabina Ferri, Giovanni Grima, Gabriella Cetorelli, Dario Scarpati e Francesco Capone.

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