Casellati: «Combattere la violenza sulle donne con le armi del diritto e della cultura»

Casellati: «Combattere la violenza sulle donne con le armi del diritto e della cultura»
Lunedì 10 Maggio 2021, 18:30 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 06:16
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«A dieci anni dall'adozione della Convenzione di Istanbul, è doveroso fare un bilancio sui risultati raggiunti. Il bilancio sui numeri rivela ancora oggi per troppe donne una realtà quotidiana fatta di discriminazione, solitudine e dolore». Il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, è intervenuta alla Conferenza nazionale «Il ruolo dell'università nel contrasto alla violenza di genere», organizzata a 10 anni dalla firma della Convenzione di Istanbul dalla commissione di inchiesta del Senato sul Femminicidio e da Università in Rete contro la violenza di genere.

«Perché la lotta alla violenza di genere - ha concluso Casellati - deve essere combattuta con le armi del diritto, della legalità e della giustizia.

Ma prima ancora va affrontata con la forza della cultura. Una cultura più forte dell'indifferenza, dell'intolleranza, dell'ignoranza dettata dal pregiudizio. Una cultura che possa restituire a ciascuna donna il diritto ad essere pienamente libera, pienamente se stessa».

CARTABIA

«Le leggi, le regole, non bastano mai a cambiare le regole, è necessario un forte intervento di sensibilizzazione nei confronti dei giovani, ecco perché UnIRe è fondamentale», ha detto la ministra della Giustizia Marta Cartabia nel corso della conferenza. «La pandemia, segnata da severe misure di lockdown, ha esasperato molte tensioni nelle case sfociate in atti di violenza, come denota l'aumento di denunce per maltrattamenti domestici nell'ultimo anno», ha aggiunto la ministra. «In questo ambito la giustizia non ha mai fermato il suo corso e i procedimenti per i reati contro gli abusi familiari sono tra quelli che non hanno subito alcuna sospensione, anzi, sono stati trattati con priorità».

«Bisogna lavorare per assicurare una adeguata protezione alle donne vittime di violenza. Come ricorda la Corte europea per i diritti dell'uomo, è anche responsabilità dello Stato assicurare una adeguata protezione alle donne contro le violenze domestiche. Se lo Stato non protegge può essere condannato quando non assolve a questo compito. L'inerzia non è un'opzione tollerata dalla civiltà giuridica europea».

Alla conferenza è intervenuta anche la ministra per le pari opportunità Elena Bonetti: «Il progetto Unire finanziato dalla Presidenza del Consiglio e dal dipartimento pari opportunità è un laboratorio importante, materia strategica e trasversale che dobbiamo sempre più sostenere nel nostro Paese per costruire azioni di contrasto alla violenza contro le donne».

MESSA

«Il mio ministero - ha detto la ministra dell'università Cristina Messa -  metterà in atto iniziative volte a rafforzare il potere di trasformazione che l'università può avere, favorire iniziative mirate come la rete UnIRe, incentivare le ricerche in percorsi multidisciplinari e far assumere il tema di parità di genere come una priorità culturale, politica, scientifica ed economica. In questi progetti devono essere coinvolti indistintamente donne e uomini». 

«Partire dalla conoscenza - ha evidenziato Messa- aiuta a prevenire. Purtroppo, non si è mai investito molto sulla prevenzione. L'insegnamento consiste nel fornire strumenti di interpretazione, di conoscenza, anche di lotta verso atteggiamenti violenti che spesso iniziano dalla violenza verbale. A volte le parole possono essere macigni e noi lavoriamo con le parole. L'università lavora con le parole, forse è il luogo più adatto per sapere e per capire come le parole debbano essere usate in modo appropriato».

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«L'Italia in tema di violenza sulle donne, sul piano della repressione ha fatto tantissimo. Ma i dati e anche i fatti ci dicono che la strada per il superamento di pregiudizi e stereotipi è ancora lunga e lo dimostrano anche le note vicende delle scorse settimane. In Italia c' è ancora una forte tendenza a colpevolizzare la vittima. Anche l'Istat ci ha ricordato che più della metà degli italiani crede ancora che le donne che hanno subito violenza abbiano contribuito alla violenza stessa. In altre parole, se lo sono 'andate a cercarè. Per questo, per un cambiamento culturale, è fondamentale fare rete con il mondo delle Università». Lo ha detto la presidente della commissione sul Femminicidio, la senatrice del Pd Valeria Valente, nel corso del convegno. 

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