Atlantia, il premier in campo: il vertice con De Micheli e lo spiraglio sul prestito

Atlantia, il premier in campo: il vertice con De Micheli e lo spiraglio sul prestito
Atlantia, il premier in campo: il vertice con De Micheli e lo spiraglio sul prestito
di Marco Conti
Martedì 26 Maggio 2020, 08:20 - Ultimo agg. 09:00
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Due anni, due governi, due ministri. Dalla tragedia del Ponte Morandi dell'agosto 2018, ancora non si riesce a capire quale sarà il destino delle nostre autostrade e, di conseguenza, della società Aspi che ha la concessione. Un'assurda incertezza e un temporeggiare che, dopo il nuovo scontro tra la holding dei Benetton e l'esecutivo per via della garanzia non concessa da Sace sul prestito, ha scatenato l'ira del segretario del Pd Nicola Zingaretti, anche perché la crisi economica provocata dal Covid-19 sta raddoppiando i costi di tante incertezze. 

E così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso di rispolverare il faldone chiamando a palazzo Chigi la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli che da tempo ha consegnato nelle mani del premier il dossier sulla trattativa con Aspi nella quale sono riportati anche i pareri legali su ogni ipotesi. Un incontro che è stata più una ricognizione sullo stato dell'arte e della trattativa, con la De Micheli che ha aggiornato il premier anche sugli ultimi contatti. D'altra parte era da tempo che la ministra dem aspettava l'occasione per condividere, prima con Conte e poi con i ministri, il lavoro effettuato dal ministero di Porta Pia. È quindi possibile che in settimana possano esserci altre riunioni sul tema, allargate ai ministri in qualche modo competenti insieme alla De Micheli. A cominciare dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri sul quale è finita la faccenda della garanzia al prestito negata dalla Sace e sulla quale ieri al Mef è continuata la trattativa tra i tecnici Aspi e quelli del Tesoro. Mentre si moltiplicano i segnali del confronto in atto tra governo e Aspi, sale il nervosismo pentastellato.
 
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Tra le soluzioni teoricamente c'è anche quella della revoca della concessione che buona parte del M5S continua a brandire, e che l'ex ministro Danilo Toninelli ha ribadito anche ieri attaccando di nuovo i Benetton e sostenendo che la gestione della rete autostradale italiana va affidata all'Anas, ma che per chiudere con Aspi «bisogna passare in Parlamento». Non così convinti della soluzione-Toninelli sono però sia i dem che i renziani. Ma le posizioni diverse all'interno della maggioranza sono note, ma la sintesi non è stata ancora fatta e il percorso che sta seguendo Conte per arrivare ad una soluzione, molto somiglia a quello seguito sulla Tav dove alla fine hanno prevalso le ragioni del buonsenso rispetto anche agli impegni presi. Anche in questo caso, per cancellare del tutto la concessione ad Aspi e contenere - forse - i danni per il contribuente, occorrerebbe una legge che, salvo i grillini, nessuno nella maggioranza e nell'opposizione, intende condividere. Nelle carte che Conte ha ricevuto dalla De Micheli c'è anche traccia della trattativa avviata con la società dei Benetton per evitare proprio la revoca e il suo connesso contenzioso legale con tanto di maxi rimborso ipotizzato anche dall'Avvocatura dello Stato. Passi in avanti sono stati fatti sulla possibilità di aprire il capitale di Aspi, con Atlantia che sarebbe disposta a scendere fino al 49,9%, e di una revisione delle tariffe, anche se su questo punto l'intesa sarebbe ancora lontana. 
 


Di rinvio in rinvio, di parere legale in parere legale, il tempo sta per scadere soprattutto per due motivi. Il primo è legato al termine del 30 giugno entro il quale Aspi potrebbe chiedere la cessazione della concessione per intervenuti e unilaterali modifiche agli accordi, aprendo un contenzioso legale non di poco conto con lo Stato. L'altro argomento che scuote la politica e che ha spinto Conte a riprendere in mano il dossier già da tempo rimesso dalla ministra al governo, sta in un motivo tutto politico e che lega in qualche modo il destino di Aspi al decreto semplificazioni attraverso il quale l'esecutivo intende far ripartire i cantieri delle grandi opere e quindi gli investimenti anche di privati.
 

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