Bce conferma politica monetaria altamente accomodante, acquisti bond per 20 miliardi al mese

Bce conferma tassi ai minimi storici. Nella foto la sede dell'istituto a Francoforte
Bce conferma tassi ai minimi storici. Nella foto la sede dell'istituto a Francoforte
Giovedì 24 Ottobre 2019, 14:15 - Ultimo agg. 20:49
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La Bce mantiene l'impostazione accomodante della politica monetaria, confermando gli attuali livelli dei tassi d'interesse e il piano di quantitative easing da 20 miliardi al mese. 

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«Il Consiglio direttivo ha ribadito la neceessità di un orientamente di politica monetaria altamente accomodante per un prolungato periodo di tempo e resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l'inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito» (una crescita dei prezzi inferiore ma vicino al 2%, ndr), ha detto il presidente delle Bce Mario Draghi nella sua ultima conferenza stampa alla guida della Bce a Francoforte. Dal 1° novembre il suo posto verrà preso da Christine Lagarde.

Per lo scenario economico dell'EUrozona «i rischi restano al ribasso», ha aggiunto Draghi, citando in particolare
fattori geopolitici, dazi, vulnerabilità dei mercati emergenti. «Di fronte alle prospettive indebolite e alla prevalenza di rischi al ribasso, i governi che hanno spazio di manovra di bilancio devono agire in modo efficace e tempestivo», ha proseguito il presidente della Bce, tornando a spingere per una politica più espansiva da parte di Paesi come la Germania. Draghi ha nuovamente invitato i Paesi ad alto debito a una politica «prudente».

Draghi ha poi affrontato la questione dei tassi negativi. «L'Fmi non ha detto che i tassi negativi sono inefficaci, ha parlato di preoccupazioni per tassi molto bassi e molto a lungo e noi siamo consapevoli dei rischi. Ma per noi il
giudizio sui tassi negativi è positivo, è una esperienza molto positiva» che ha portato l'Eurozona «esattamente nella direzione voluta», ha sottolineato. 
 



«I mercati non hanno frainteso , ma anzi hanno letto correttamente» il senso delle decisioni adottate a settembre dal Consiglio Direttivo della Bce, ha sottolineato ancora il presidente della Bce. «Quello che è successo
dopo la nostra riunione di settembre mostra che le nostre decisioni erano giustificate», ha aggiunto.

«Tutti discutono, ci sono divergenze nelle discussione sulle decisioni di politica monetaria e non è stata la prima volta» che non c'è stata unanimità nel Consiglio direttivo, ha poi rilevato il presidente della Bce, commentando le uscite pubbliche di membri del Consiglio contrari alle scelte adottate nella riunione di settembre. Draghi ha
aggiunto quindi: «Francamente, no, non sono stato sorpreso» dalle sortite di esponenti come il presidente della Bundesbank o della banca centrale olandese, contrari a mantenere una politica fortemente accomodante per sostenere l'economia europea.

«Non c'è stata alcuna reazione da parte mia» alle critiche espresse pubblicamente contro il pacchetto di politica monetaria di settembre, e fra i critici, al consiglio di oggi, «uno ha invitato all'unità e alla piena realizzazione del pacchetto, un altro ha detto che il passato è passato», ha poi aggiunto Draghi. «Se c'è una cosa di cui sono
orgoglioso è aver sempre perseguito il mandato. Mai gettare la spugna», ha insistito il presidente della Bce.

«Qualsiasi unione monetaria che abbia successo ha una capacità di bilancio centrale. Nella forma di un bilancio o di un sistema di assicurazione. È molto importante», ha detto ancora il presidente della Bce in risposta
alla domanda su cosa debba essere migliorato nell'Eurozona.

Nel governo in Italia oggi «tutti dicono che l'euro è irreversibile», ha poi sottolineato Draghi.

«Isabel Schnabel è un'economista eccellente. Ha tutte le capacità per fare molto, molto bene. Dovremmo salutare la sua candidatura davvero calorosamente», ha poi detto il presidente della Bce, dopo che la Germania ha indicato l'economista non ortodossa, anche col favore della Spd, per il posto al comitato esecutivo della Bce lasciato poche settimane fa da Sabine Lautenschlaeger.

L'istituto centrale di Eurolandia, che oggi ha riunito il direttivo, ha deciso di confermare il tasso repo a zero (operazioni di rifinanziamento principale) e un tasso sui depositi negativo a -0,50%. Anche il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali viene confermato allo 0,25%. Una decisione perfettamente in linea con le attese.

«Il Consiglio direttivo - si legge nel comunicato - si attende che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà coerentemente nelle dinamiche dell'inflazione di fondo».

L'Eurotower ha poi confermato il riavvio del Quantitative easihng (Qe), per un volume mensile di 20 miliardi di euro, a partire dal 1° novembre. Tali acquisti «proseguiranno finché necessario a rafforzare l'impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e che termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento della Bce».

Il Consiglio direttivo «intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della Bce, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario».

«Come previsto, Mario draghi ha usato il suo ultimo meeting in qualità di presidente della Bce per reiterare l'esigenza di politiche monetarie accomodanti, come quelle annunciate a settembre, al fine di assicurare che l'inflazione possa aggirarsi intorno al target del 2% - ha commentato ​Andrew Wilson, responsabile globale Fixed Income di Goldman Sachs Asset Management -. Inoltre continua a richiedere che la politica fiscale giochi un ruolo più attivo nel supportare la crescita, messaggio riportato anche dai policy-maker durante i meeting autunnali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, con la politica monetaria che viene ritenuta sempre più spesso sufficiente per affrontare le sfide legate alla crescita, come per esempio il protezionismo commerciale».
 
«Durante la scorsa settimana, due grandi fonti di incertezza, Brexit e guerra dei dazi, sono diventate appena meno preponderanti. I tassi europei hanno preso parte al successivo sell-off di tassi globali. A nostro avviso - ha proseguito Wilson - la Bce non taglierà nuovamente i tassi nel breve termine; tuttavia riteniamo che la politica monetaria dell’Eurozona sarà accomodante ancora per molto. Qui andranno affrontati rischi macroeconomici di downside, idiosincratici e di natura internazionale come scarsa crescita demografica e contrazione della domanda estera, che ha avuto un impatto sul settore manifatturiero tedesco. Pertanto riteniamo che la recente sottoperformance dei tassi europei sarà probabilmente limitata».

 

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