Bonus-giovani anche dopo l'apprendistato, la manovra amplia gli aiuti agli under 29

Bonus-giovani anche dopo l'apprendistato, la manovra amplia gli aiuti agli under 29
di Luca Cifoni
Venerdì 22 Settembre 2017, 09:44
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Roma. Un po’ di ottimismo in più dai numeri, che però non cambia la sostanza di quel «sentiero stretto» di cui parla da tempo il ministro dell’Economia. Oggi (ma non è escluso uno slittamento a domani mattina) il governo dovrebbe approvare la Nota di aggiornamento al Documento di economia e Finanza (Nadef) che definisce il quadro su cui sarà costruita poi la legge di Bilancio, la quale a sua volta entro il 20 ottobre deve essere trasmessa alle Camere.
Le cifre messe nero su bianco dal ministero dell’Economia sono un po’ più ottimistiche sul fronte della crescita e meno ambiziose su quello dei conti pubblici, grazie al percorso di rientro più graduale sostanzialmente già accordato da Bruxelles (che comunque dovrà essere approvato anche dal Parlamento visto l’obbligo costituzionale di pareggio di bilancio). Dunque il prodotto interno lordo dovrebbe crescere dell’1,5 per cento quest’anno e dell’1,3 nel 2018, mentre il disavanzo dovrebbe attestarsi al 2,1 per cento del Pil quest’anno per poi scendere all’1,7 per cento o poco più nei dodici mesi successivi.

Ma forse dal punto di vista simbolico la vera partita è quella sul debito pubblico, che in base alle precedenti previsioni avrebbe dovuto iniziare a ridurre la propria incidenza sul prodotto proprio a partire dal 2017. Nei giorni scorsi lo stesso Pier Carlo Padoan si era espresso in termini dubitativi sulla possibilità che ciò avvenga davvero. Ieri poi si è verificato un evento inusuale: l’Istat ha trasmesso in anticipo al ministero dell’Economia (e all’Ufficio parlamentare di bilancio) le tavole di contabilità nazionale relative ai conti economici per il 2016, che in base al calendario dell’istituto di statistica devono essere rese note oggi. La deroga è avvenuta su richiesta dello stesso Mef: quei numeri di consuntivo servono come base per le stime del 2017 e del 2018. Da quanto trapela ci sarebbe una forte revisione al rialzo soprattutto per il 2015, che porterebbe con sé un incremento - anche negli anni successivi - del Pil nominale, ovvero la grandezza a cui vengono rapportati i saldi di finanza pubblica. Il denominatore più pesante potrebbe non bastare a invertire l’andamento del rapporto debito/Pil, visto il contemporaneo effetto negativo della mancata inflazione e il contributo molto limitato che verrà dalle privatizzazioni.


La Nadef non comprende naturalmente il dettaglio delle misure che il governo adotterà con la legge di Bilancio, ma darà alcune indicazioni di massima. Oltre alla cancellazione dei previsti aumenti dell’Iva, al primo posto dell’agenda del governo c’è la riduzione del 50 per cento, strutturale per i primi tre anni di attività, dei contributi versati dai datori di lavoro per i giovani neoassunti. Riguardo alla soglia di età per l’ammissione al beneficio nell’esecutivo prevale la cautela: i 29 anni sono il limite che mette al riparo da possibili contestazioni dell’Unione europea. Ma gli interessati potrebbero accedere per tre anni alla decontribuzione (con oneri al 12-15 per cento) dopo aver sfruttato per altri tre anni l’apprendistato, che prevede un’aliquota ancora più bassa, al 10 per cento. In questo modo l’agevolazione per l’impresa potrebbe arrivare fino ad un massimo di sei anni.

Il “conto” della manovra comprende oltre al capitolo giovani (che a regime comporta un impegno di 2 miliardi l’anno) gli ulteriori fondi per i rinnovi contrattuali pubblici (circa 1,5 miliardi) e il rafforzamento del fondo per il contrasto alla povertà. Complessivamente le risorse da reperire, compresa la cancellazione delle clausole di salvaguardia, viaggiano verso i 15 miliardi.
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