Giuseppe Conte ci riprova con il suo vecchio progetto del cashless. Un bonus da restituire a chi paga alcune spese con il bancomat o con la carta di credito. Ieri ha riunito di nuovo a Palazzo Chigi le banche e le Poste per provare ad accelerare il progetto, dopo il primo fallito tentativo.
La misura, infatti, era stata già inserita nella manovra di bilancio dello scorso anno e finanziata con ben 3 miliardi di euro. L'intenzione del governo era quella di restituire una sorta di bonus-befana. Ossia rimborsare a gennaio una parte delle spese fatte dai cittadini in servizi considerati a rischio evasione, come i ristoranti o gli idraulici. In realtà i 3 miliardi promessi da Conte erano stati azzerati e destinati ad altro durante l'emergenza Covid. Poi, a inizio estate quest'anno, il premier ha riprovato l'affondo.
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In realtà è stata quasi una necessità per parare uno scivolone. Subito dopo la fine degli Stati generali dell'economia, il premier aveva lanciato l'idea di una riduzione a tempo dell'Iva sulla falsa riga di quanto fatto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Solo che l'idea era stata a dir poco intempestiva, lanciata proprio mentre il ministro dell'economia Roberto Gualtieri, stava trattando con l'Europa il Recovery Fund. Dunque la proposta era stata subito cassata e sostituita con una riduzione dell'Iva selettiva attraverso il cashback.
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