Cedolare secca sugli affitti dei negozi, rafforzati gli assegni per i figli

Cedolare secca sugli affitti dei negozi, rafforzati gli assegni per i figli
di Andrea Bassi
Giovedì 5 Ottobre 2017, 11:36 - Ultimo agg. 20:59
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ROMA. L'apertura del governo alle richieste di Mdp e degli altri soci della maggioranza, potrebbe costare fino ad un miliardo di euro. Sarebbe questa l'entità delle risorse aggiuntive che Palazzo Chigi e Tesoro starebbero cercando per puntellare il percorso parlamentare della manovra di bilancio. Ieri Senato e Camera hanno approvato le risoluzioni della maggioranza, nelle quali sono stati inseriti i desiderata di tutti i partiti che sostengono il governo Gentiloni. I testi, approvati con il parere favorevole del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, contengono alcune novità.

A partire dall'impegno a superare, anche se «gradualmente», il super-ticket sugli esami strumentali e le visite specialistiche effettuati nella sanità pubblica. Cancellare il balzello in tutte le Regioni con un sol tratto di penna, costerebbe 600 milioni di euro. Dunque l'addio al ticket dovrebbe essere spalmato su più anni per attenuare il peso della misura sulle casse dello Stato.

Nel lungo elenco degli impegni presi dal governo per la prossima manovra, molti dei quali già in cantiere, ce ne sono alcuni nuovi. Come la proroga della cedolare secca sugli affitti e la sua «eventuale» estensione anche agli altri affitti. La «flat tax» al 21% sulle locazioni delle case, come ha riconosciuto lo stesso Tesoro nelle tabelle allegate ad Def, ha permesso di ridurre di quasi 1 miliardo l'evasione, ossia gli affitti in nero. Una cifra molto vicina a quella che servirebbe per portare al 21% (o al 26%, come per le rendite finanziarie), anche il prelievo sui negozi e sugli uffici. In realtà la stessa Confedilizia, che ieri ha subito plaudito all'apertura del governo, vede l'applicazione a tutti i contratti come un punto massimo di arrivo. Nel mezzo ci sono altre ipotesi che costerebbero meno, 140-150 milioni di euro, come una cedolare applicata soltanto ai nuovi contratti per i locali sfitti, o concentrata nei centri storici.

«Ringraziamo la maggioranza per aver accolto le istanze di Confedilizia in materia di cedolare secca sugli affitti. I dati contenuti nella nota di aggiornamento del Def dimostrano che la tassazione sostitutiva dei redditi da locazione ha dimezzato l'evasione tributaria nel settore abitativo e aumentato la tax compliance. Si deve, quindi, proseguire su questa strada», ha dichiarato il presidente Giorgio Spaziani Testa: «Il rinnovo dell'aliquota del 10% per i contratti a canone calmierato si impone per sostenere una tipologia di affitto che consente l'accesso alla casa da parte delle fasce sociali più deboli. L'introduzione di una cedolare anche per le locazioni non abitative, a partire da quelle dei negozi, restituirebbe redditività ad un investimento che l'ha del tutto persa e contribuirebbe a ridare fiato al commercio. Ora attendiamo il governo».

Tra le novità delle risoluzioni di maggioranza, anche l'apertura ad un potenziamento del sistema degli assegni per i figli a carico. Altro provvedimento con oneri relativamente alti. Per il resto, nei testi approvati ieri, c'è lo scheletro della manovra alla quale da tempo lavora il governo: decontribuzione per i neo assunti, sterilizzazione delle clausole Iva, incentivi agli investimenti pubblici e privati.

Il nodo più rilevante da sciogliere resta sempre quello delle coperture di una manovra che già sfiora i 20 miliardi di euro. L'asticella dei tagli alla spesa è già stata alzata da 2,5 a 3,5 miliardi di euro, e i ministeri sono sul piede di guerra perché ritengono lo sforzo già troppo rilevante.

Il fronte aperto, dunque, è quello delle entrate, tutto concentrato sulla lotta all'evasione attraverso l'estensione dell'obbligo di fatturazione elettronica anche ai privati e il rafforzamento dello split payment sull'Iva. Dalla rottamazione bis delle cartelle equitalia dovrebbe arrivare un miliardo e mezzo. La misura potrebbe essere rafforzata allungando fino al 31 dicembre di quest'anno le cartelle rottamabili. Sullo sfondo, tuttavia, resta la tentazione di limare ulteriormente verso l'alto il rapporto tra il deficit e il Pil. La nota di aggiornamento del Def prevede per il 2018 un indebitamento dell'1,6 per cento. Prima che il governo consegnasse le tabelle, diversi osservatori si attendevano che l'asticella fosse porta fino all'1,8 per cento.

Due decimali di punto in più significano 3,4-3,5 miliardi di euro di maggiori risorse. Quanto basterebbe per accogliere tutte le richieste della maggioranza e anche oltre. A patto però, di ottenere un nuovo voto a maggioranza assoluta sullo scostamento dagli obiettivi in Parlamento.