Cig in deroga, aiuti e prestiti: siamo ancora alle promesse

Cig in deroga, aiuti e prestiti: siamo ancora alle promesse
di Nando Santonastaso
Domenica 26 Aprile 2020, 09:30 - Ultimo agg. 16:56
4 Minuti di Lettura

I 600 euro agli autonomi sì, ma senza la copertura per tutte le istanze; la Cassa integrazione ordinaria non a tutti mentre quella in deroga solo ad una minima parte degli aventi diritto. I 25mila euro ancora in larga parte da erogare, i prestiti per i fatturati fino a 5 milioni solo da domani. Dal Cura Italia al Decreto Liquidità la curva dei pagamenti-sussidi a imprese, lavoratori e professionisti segue quella del contagio sanitario: discesa lenta, non priva di picchi interpretativi e difficoltà burocratiche. Ieri la task force del governo ha reso noto che sono state presentate 1,3 milioni di domande per moratorie di prestiti (la metà dalle famiglie), già accolte per il 70%, e 20mila richieste di accesso alla Garanzia per le piccole e microimprese, gli artigiani e gli autonomi. Ma sono ancora milioni gli aventi diritto in attesa dell'assegno che tampona l'emergenza.
 


IL BONUS AUTONOMI 
In attesa che il contributo passi a 800 euro per il mese di aprile con il prossimo decreto del governo, spunta un buco di oltre 70 milioni di euro per coprire tutte le domande presentate alle Casse di previdenza dei professionisti (481.629 in totale di cui 451.715 ammesse e 8.177 in lavorazione). L'allarme è dell'Adepp, l'Associazione che le rappresenta: rispetto allo stanziamento di 200 milioni previsto dal Cura Italia non ci sono soldi per tutte le istanze. Chi dovrà pensarci?

LA CIG ORDINARIA
L'Inps ha reso noto di avere istruito buona parte delle domande (233mila autorizzate su 317mila presentate) tra conguagli sugli anticipi già garantiti dalle aziende di appartenenza dei lavoratori e pagamenti diretti finora a circa 105mila aventi diritto (su 282mila beneficiari), per una platea complessiva di 4,5 milioni di lavoratori. L'obiettivo è rispettare la scadenza del 30 aprile o comunque di non andare oltre i 30 giorni dalla domanda. Lo sforzo non è di poco conto, l'Inps giura di farcela.

LA CIG IN DEROGA
È l'anello finora debole della catena. Al di là dei dubbi sollevati dal meccanismo (l'istruttoria cioè preventiva delle istanze da parte delle Regioni), ci sono ancora Regioni che non hanno nemmeno inviato i dati (dalla Sicilia al Tentino). E anche quelle che, come il Lazio e la Campania, si sono mosse tempestivamente, devono fare i conti con la procedura che non è né semplice né automatica. Morale: appena 4.149 assegni erogati dall'Inps su 64.175 domande, 1.346 in Campania su 9mila istanze processate dagli uffici dell'assessorato al Lavoro (al 22 aprile). Se tutto andrà bene, le erogazioni non saranno completate prima della fine di maggio.

I PRESTITI ALLE IMPRESE
Andamento lento (5.200 finora le richieste processate) per la prima tranche di prestiti alle imprese con fatturati fino a 100mila euro. Molto più rapide a esplodere invece le polemiche su tempi, procedure e modalità di erogazione. L'Abi ha confermato che non c'è analisi del merito del credito e che verrà rispettato il tetto del 2% di interesse, con restituzione dal 24esimo mese, chiarendo altresì anche alcune fattispecie tecniche sull'utilizzo della somma su cui erano sorte le prime perplessità (ad esempio nei casi di precedenti mutui contratti e non ancora pagati dal richiedente). Eppure, la macchina ha iniziato a muoversi tra non pochi dubbi. «Le banche hanno il dovere di tutelare in primis i loro clienti: se riceviamo richieste di prestito da 25mila euro da parte di imprenditori che fatturano milioni ma che con la nostra banca non hanno né fidi né movimenti, insomma sono sconosciuti, qualche dubbio è giusto porselo» dice Mario D'Amico, direttore territoriale di Ubi Banca. Ma come denunciato dai sindacati di categoria ci sono anche banche che integrano la modulistica per così dire ufficiale con una aggiuntiva nella quale si chiederebbero ulteriori documenti a corredo dell'istanza. «Il rischio che si scarichi addosso ai lavoratori la responsabilità anche penale della decisione è troppo alto», dice Anna Borriello, segretaria generale della First Cisl della Campania. Fatale la ripercussione sui tempi: tra presentazione dell'istanza, esame del gestore (ovvero la banca), inoltro e verifica finale del Mediocredito centrale rischiano di passare 10-15 giorni. «Sempre che le domande siano formulate correttamente perché in molti casi mancano elementi, dal modello per la privacy ad altri adempimenti, che ne rallentano l'iter» ammette Vincenzo Caputo, dottore commercialista di Napoli.
Con queste premesse è difficile immaginare cosa succederà da domani quando sarà possibile presentare le domande per la garanzia Sace relativa a prestiti fino a 5 milioni. Sulla carta tutto dovrebbe filare liscio ma per la stragrande maggioranza delle imprese armarsi di pazienza sembra essere ancora una volta una scelta obbligata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA