Coronavirus, senza spostamenti tra Regioni l'alta velocità non riprende: in viaggio solo 12 treni su 350

Coronavirus, senza spostamenti tra Regioni l'alta velocità non riprende: in viaggio solo 12 treni su 350
Coronavirus, senza spostamenti tra Regioni l'alta velocità non riprende: in viaggio solo 12 treni su 350
di Rosario Dimito
Mercoledì 29 Aprile 2020, 09:04 - Ultimo agg. 18:54
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La pandemia tira il freno a mano all'Alta Velocità. Dall'11 marzo, giorno del provvedimento del governo con il lockdown, a ieri, il traffico è crollato del 99,8%. Rispetto ai 350 treni di Frecciarossa e Italo che ogni giorno sfrecciano sulle varie tratte del paese, adesso ne viaggiano solo 12. Il traffico passeggeri quotidiano è crollato dai 180 mila dei giorni precedenti il Covid-19 a 400 circa ripartito fra i 6-8 servizi di Fs e i 2 della compagnia Ntv. In questi 30 giorni, la perdita delle due società è stimata in circa 500 milioni. E il futuro è ancora incerto.

Secondo le riaperture della fase 2, i treni potrebbero rimettersi a regime da lunedì 4. Peccato però che, tra le limitazioni imposte per la ripresa, c'è la circolazione in ambito regionale e l'Alta Velocità taglia i confini delle regioni, cui si aggiungono le altre misure di protezione, come gli ingressi differenziati tra chi sale e chi scende dal treno, posti contingentati al 50%, flussi differenti nelle stazioni dove ci saranno termoscanner per entrare, acquisto biglietti via web in modo da non creare assembramenti alle biglietterie: tutte barriere che rallentano il traffico e costringono i viaggiatori ad organizzarsi con largo anticipo rispetto alla partenza. Si sta valutando di sistemare plexiglass tra le file dei vagoni. «Finché non saranno consentiti di nuovo gli spostamenti interregionali, Italo non ha l'opportunità di ripartire», dice Gianbattista La Rocca, ad della principale società di trasporto ferroviario privata, «perché abbiamo una fermata per regione».
 

 

Attualmente Italo ha due treni giornalieri Roma-Venezia (andata e ritorno) mentre Fs opera con coppie di andata e ritorno su Torino-Napoli, Roma-Bolzano, Roma-Lecce, Roma-Reggio Calabria. Sembra che le due società, seppure in competizione in tempi normali, per il lockdown si siano accordate sulle direttrice e diviso il servizio.

Quasi certamente con la riapertura del paese lunedì prossimo, non dovrebbero esserci rafforzamenti. Si sta studiando una ripresa molto graduale dal 18 al 23 maggio. Italo potrebbe inserire cinque servizi commerciali sulle tratte Torino-Milano-Napoli, Salerno-Verona-Bolzano, Napoli-Venezia. Non sulla Milano-Venezia. E in funzione delle misure che saranno adottate allora, sarà deciso come proseguire. Il distanziamento sociale resto un ostacolo che da un lato, servirà per frenare la diffusione dei contagi, dall'altro non favorirà il traffico turistico e anche quello business a causa dello smart working e del freno alle trasferte. Dall'estero l'accesso in Italia è interdetto.
 

Sia Frecciarossa che Italo hanno sottoscritto protocolli interni di sicurezza a protezione dei dipendenti e viaggiatori, Di sicuro il sistema dell'Alta Velocità subirà limitazioni dell'offerta, con ulteriori conseguenze sui conti delle due società.

«Abbiamo richiesto al governo la riduzione del pedaggio che è condizione necessaria per rendere sostenibile il libero mercato ferroviario - ha proseguito La Rocca - abbiamo in corso interlocuzioni positive». La società privata vorrebbe un taglio del canone. Attualmente sull'Alta velocità si pagano 7 euro a chilometro circa. Sulla Milano-Roma il prezzo si aggira sui 5 mila euro. Il pedaggio è strutturato su due componenti. La componente tecnica A, che vale per circa il 20% e si riferisce all'usura della linea. Poi c'è la componente B, detta liability to pay, che interviene sulla domanda e spesa del mercato e incide per l'altro 80% sul prezzo. Uno sconto potrebbe essere salutare per accompagnare la società privata che, grazie alla gestione, ha maturato performance lusinghiere e per questo viene incontro ai suoi dipendenti in cig, anticipando lo stipendio.

Intanto Atm e Ferrovie Nord hanno scritto alla ministra Paola De Micheli: «Il distanziamento sociale sui mezzi pubblici limita la capienza del 30%».
 

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