Il dato, avverte l'Istat potrebbe essere revisionato ed essere peggiore anche a causa dell'attuale difficoltà di procedere alle rilevazioni. La serie dei segni meno era comunque già iniziata. Nell'ultimo quadrimestre de 2019 si era infatti già interrotta una scia di segni positivi, anche se negli ultimi due anni la crescita congiunturale dell'economia italiana è rimasta sempre anemica, con la parentesi di una recessione tecnica nel mezzo del 2018.
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La flessione del Pil «è di un entità mai registrata dall'inizio del periodo di osservazione dell'attuale serie storica che ha inizio nel primo trimestre del 1995». «Il Pil ha subito una contrazione di entità eccezionale indotta dagli effetti economici dell'emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento».
La variazione congiunturale del Pil italiano nel primo trimestre «è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive.
Dal lato della domanda, vi sono ampi contributi negativi sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta». Il primo trimestre del 2020 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2019.
La stima preliminare del Pil «risente degli ostacoli posti dall'emergenza sanitaria in corso alla raccolta dei dati di base, che costituiscono l'input per l'elaborazione dei conti nazionali». «Sono state sviluppate azioni correttive che ne hanno contrastato gli effetti statistici e hanno permesso di elaborare e diffondere i dati relativi al primo trimestre 2020. Come di consueto, la stima rilasciata sarà oggetto di revisione nelle prossime diffusioni. Tali revisioni potrebbero essere di entità superiore alla norma».