Di Maio: l'Iva non aumenterà. Evasione, invertiamo onere prova. E sulla Nato: non saremo supini

Di Maio: l'Iva non aumenterà. Evasione, invertiamo onere prova. E sulla Nato: non saremo supini
Giovedì 7 Giugno 2018, 11:59 - Ultimo agg. 8 Giugno, 10:17
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Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio si rivolge ai commercianti e assicura: l'Iva non aumenterà. Oggi, all'assemblea di Confcommercio a Roma, Di Maio ha scandito: «Avete la mia parola qui che l'Iva non aumenterà e le clausole di salvaguardia saranno disinnescate».

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Confcommercio. La ripresa dell'economia italiana sta già rallentando, «servono nuovi sforzi» per rivitalizzarla e, in particolare, occorre evitare nuovi aumenti dell'Iva, era stato l'appello del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. «Sull'Iva non si tratta e non si baratta», ha scandito il numero uno dei commercinti.

La Russia. «Restiamo nella Nato e alleati degli Stati Uniti, ma portiamo avanti anche il dialogo con gli altri Paesi, come la Russia, così come è sempre stato», aveva sottolineato in precedenza il ministro, a margine di un incontro con i vertici della Leonardo nello stabilimento di Pomigliano d'Arco. «Non mi preoccupa l'altolà per le sanzioni alla Russia - ha aggiunto - il nostro è un Governo alleato agli Stati Uniti che vuole lasciare l'Italia negli accordi, nelle alleanze, garantendo continuità a quello che è già stato».

«Questo non sarà un Governo supino alle volontà degli altri Governi», ha continuato, chiarendo che «l'Italia storicamente ha avuto una funzione nell'ambito dell'alleanza occidentale, nell'ambito della Nato, di essere un Paese che dialogava con i Paesi dell'est». «Abbiamo sempre dialogato con Paesi come la Russia - ha detto - ma anche con Paesi del mediterraneo, come del Nord Africa, che ci permetteranno anche di risolvere il problema dei flussi migratori».

I conti. «Ci teniamo alla tenuta dei conti», ha poi aggiunto Di Maio. «Se vogliamo bene all'Italia, e noi le vogliamo bene, se vogliamo portare avanti progetti economici dobbiamo contrattare con Europa le condizioni che l'Italia non può più sostenere, dicendo anche dei no», ha puntualizzato.

Redditometro. «Aboliremo tutti gli strumenti come lo spesometro e il redditometro e inseriremo l'inversione dell'onere della prova. Perché siete tutti onesti ed è onere dello Stato provare il contrario», ha detto ancora Di Maio, sottolineando che strumenti come lo spesometro hanno «reso schiavi quelli che producono valore». «Noi - ha aggiunto - incroceremo tutti i dati della Pa» per dimostrare l'evasione.

Salario minimo. «Per tutta la generazione di lavoratori fuori dalla contrattazione nazionale va garantito almeno un salario minimo, almeno fino a che non si arriva alla contrattazione», ha sostenuto ancora Di Maio. «Il lavoro nobilita l'uomo fino a che ti dà la soddisfazione di arrivare a fine mese» e invece siamo in un momento in cui «si cerca di lavorare pur guadagnando zero».

«La fiducia l'abbiamo ricevuta ieri sera, ci è voluto un po' per creare questo governo ma è costruito con delle tematiche in un contratto e poi con le persone. Magari sarà un governo inaspettato ma sicuramente è costituito da forze politiche votate e non da voltagabbana che hanno cambiato giacche da oggi a domani», ha affermato il ministro del Lavoro.

Infrastrutture. «Quando parliamo di turismo parliamo di infrastrutture, in cui alcune regioni strategiche neanche ce ne sono, in altre ci sono luoghi bellissimi e neanche un treno che porta i turisti fino a lì. Chi sta raccontando l'idea che questo sia il governo del no alle infrastrutture sbaglia», ha proseguito il vice premier. 

«La ricetta per fare decollare le imprese che creano lavoro, sviluppo, nuove tecnologie nella loro crescita è lasciarle in pace», ha sottolineato ancora il ministro, facendo una «preghiera al Parlamento: prima di tutto alleggerite un po' le leggi che ci sono perché ce ne sono già troppe». 

Ilva. «Voglio dare un messaggio chiaro a tutti coloro che hanno queste preoccupazioni (sulla possibile
chiusura dell'Ilva, ndr). Qualsiasi decisione sarà presa con responsabilità e attenzione, non davanti alle telecamere, non in un'intervista», ha poi affermato il ministro dello Sviluppo economico. «Dobbiamo fare tutti i passaggi istituzionali». Per «grandi stabilimenti come Ilva ed Fca», ci sono «dossier aperti che stiamo affrontando con grande responsabilità senza farci campagna elettorale sopra».

 

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