Quando dirsi addio costa troppo: il divorzio breve non piace più

Quando dirsi addio costa troppo: il divorzio breve non piace più
di Michela Allegri
Mercoledì 16 Maggio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 14:40
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I poveri separati in casa per non corrispondere assegni di mantenimento, o per non abbandonare l'abitazione. E i ricchi che divorziano per finta, per pagare meno tasse. Nel mezzo, i dati del Ministero della giustizia, che raccontano di come il divorzio lampo, previsto dalla legge entrata in vigore nel maggio del 2015, sia un trend destinato a diminuire in Italia. Dopo il boom di addii registrato tra il 2015 e il 2016, nel 2017 c'è stato un periodo di assestamento e, secondo le previsioni, le stime sarebbero destinate a calare nel 2018. Due anni fa, secondo i dati del ministero, nei tribunali sono stati definiti in tutto 74.925 divorzi, considerando sia quelli consensuali che giudiziali. Confermando le stime in crescita partendo dal 2015, subito dopo l'entrata in vigore della legge che ha reso possibile dirsi addio entro 6 mesi dalla separazione, invece dei tre anni previsti prima, o in 12 mesi se non c'è un accordo tra i coniugi.
 
Nel 2014 erano stati in tutto 62.428 e l'anno successivo 63.878. Nel primo semestre dei 2017, invece, risultano definiti 21.379 divorzi consensuali e 18.972 giudiziali. Un dato che, però, sarebbe destinato a calare, soprattutto per chi appartiene al ceto medio basso e che, quindi, non ha i mezzi per abbandonare la casa coniugale e per mantenere il coniuge economicamente più debole. Un dato compensato in parte dal fenomeno opposto, quello di coppie agiate che fingono divorzi e separazioni per riuscire a pagare meno tasse. L'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione Matrimonialisti Italiani, spiega che il boom di divorzi che si è registrato subito dopo l'entrata in vigore della legge riguarda le pratiche che erano già pendenti da tempo: «Hanno fatto richiesta coloro che erano già separati da almeno un anno e che hanno potuto velocizzare le procedure. Ora, i numeri stanno rientrando nella norma, e nel 2019 torneremo a circa 50mila divorzi all'anno, che era la stima fatta prima dell'entrata in vigore della legge».

Dal monitoraggio Istat relativo al 2017 emerge un altro dettaglio non trascurabile, che riguarda le separazioni e i divorzi consensuali attraverso le misure acceleratorie previste dalla legge del 10 novembre 2014, che ha concesso la possibilità di bypassare il procedimento di fronte al tribunale mediante la negoziazione assistita da avvocati e gli accordi di separazione e divorzio conclusi davanti all'ufficiale dello stato civile. Secondo i dati Istat, l'utilizzo di queste procedure è calato. Considerando sia gli accordi di separazione che quelli di divorzio, nel 2016 sono state registrate 14.903 negoziazioni assistite, 42.365 accordi di fronte allo stato Civile, 57.268 accordi extragiudiziali. Tutti i dati sono diminuiti nel 2017, passando rispettivamente a 13.066, 32.967 e 46.033 procedure.
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