L'allarme: «Troppe pensioni all'estero»

L'allarme: «Troppe pensioni all'estero»
di Luca Cifoni
Giovedì 3 Agosto 2017, 08:33 - Ultimo agg. 10 Novembre, 19:15
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ROMA Di chi si parla, quando si parla di pensionati italiani che vivono all'estero? La domanda è più che sensata vista l'attenzione riservata a questo tema dal presidente dell'Inps. Ieri Tito Boeri è tornato a parlarne in una sede istituzionale, il comitato per gli italiani all'estero del Senato. E si è soffermato soprattutto sulle prestazioni assistenziali erogate al di fuori dei confini italiani. In particolare quest'anno spiccano le quattordicesime, ovvero le somme aggiuntive pagate dall'Inps complessivamente a oltre 3 milioni e mezzo di pensionati con un assegno fino a 2 volte il minimo Inps (circa 1.000 euro al mese).

La quota di coloro che vivono all'estero è in assoluto esigua, quasi 89 mila persone per una spesa di 35,6 milioni di euro, ma in forte crescita rispetto all'anno precedente. Nel 2016 i beneficiari erano 46 mila e l'impegno finanziario era risultato inferiore di circa 20 milioni. L'incremento dipende naturalmente dal fatto che la Finanziaria dell'anno scorso ha alzato gli importi e la soglia di reddito.

GLI ALTRI STATI
Per Boeri il punto è che non è corretto trasferire all'Inps prestazioni assistenziali relative a cittadini che non pagano le tasse in Italia, anche perché alcuni Stati esteri limitano i propri aiuti verso queste persone proprio in virtù del sostegno che arriva dal nostro Paese. Tema diverso è quello della competizione globale per attirare pensionati relativamente benestanti, tramite una legislazione fiscale di favore. Una competizione legittima alla quale secondo il presidente dell'Inps anche l'Italia dovrebbe partecipare, rendendosi attrattiva.
Guardando la mappa delle pensioni pagate all'estero, si riconoscono abbastanza facilmente queste due situazioni diverse. La spesa complessiva nel 2015 è stata di circa un miliardo e mezzo ripartito su quasi 452 mila pensioni. Per le sole pensioni Inps (esclusa la gestioni dei dipendenti pubblici e quella ex Enpals) sono però disponibili i dati aggiornati al 2017 suddivisi per Paese, per un totale di oltre 401 mila pensioni (dunque quasi il 90 per cento).

Il numero maggiore di trattamenti va nei tradizionali grandi Paesi dell'immigrazione italiana. In testa ci sono quindi Canada, Germania, Svizzera, Australia, Francia, Stati Uniti, Argentina e Belgio. Ma ad esempio in Canada ci sono 55.875 pensioni che hanno un importo medio mensile di 106,92 euro. In Argentina si arriva al massimo a 323,58 euro. Si tratta chiaramente di assegni erogati a fronte di pochissimi anni di contributi, grazie a leggine generose di anni lontani che consentivano agli emigrati di ottenere una piccola pensione se dimostravano d'aver lavorato in Italia anche per pochi giorni. E una parte rilevante di queste pensioncine nel corso del tempo si sono trasformati in trattamenti ai superstiti.

LA GRADUATORIA
Se però si scorre un po' la graduatoria, si incontrano casi sicuramente differenti. Ad esempio il Portogallo, con solo 1.037 pensioni che però hanno un valore medio mensile di 2.132,65 euro. Oppure la Tunisia che ne ha 599 per un importo di 1.427,32. O ancora la Thailandia con pensioni medie da 1.455, euro al mese, che sono però solo 535. Sono questi i Paese che attraggono i pensionati italiani ai quali ha fatto riferimento Boeri. Ma per importi così alti non sono comunque riconosciuti trattamenti previdenziali come la quattordicesima.
 
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