Etruria, Vegas: «Parlai con il ministro Boschi su Vicenza». Lei: «Mai mentito né fatto pressioni»

Etruria, Vegas: «Parlai con il ministro Boschi su Vicenza». Lei: «Mai mentito né fatto pressioni»
Giovedì 14 Dicembre 2017, 10:47 - Ultimo agg. 20:35
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La polemica aleggiava già da tempo, ma tutti si aspettavano che la controversa vicenda della sottosegretaria Maria Elena Boschi e delle sue presunte incursioni nelle sorti di Banca Etruria sarebbe deflagrata la settimana prossima, con l'audizione in commissione di inchiesta sulle banche dell'ex a.d di Unicredit, Federico Ghizzoni. La bufera, invece, è scoppiata già oggi. Complice Giuseppe Vegas che, ormai alle sue ultime ore sulla poltrona di presidente della Consob, ha rivelato a deputati e senatori della bicamerale di aver incontrato a suo tempo l'allora ministra per parlare di Banca Etruria. Quella che all'inizio era suonata come un'ammissione volontaria («può essere più preciso? Mi aspettavo questa domanda», ha detto Vegas rivolgendosi a Davide Zoggia di Mdp che gli chiedeva senza fare apertamente nomi, se avesse mai parlato delle banche in crisi con qualche esponente di governo) ha aperto un fuoco di fila di domande incalzanti.

E ha di fatto scatenato una ridda di polemiche anche al di fuori delle mura di Palazzo San Macuto, sede della commissione presieduta da Pier Ferdinando Casini. Della questione Banca Etruria «ho avuto modo di parlare con l'allora ministro Boschi», ha spiegato Vegas ai commissari, sottolineando che quest'ultima espresse «un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c'era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l'oro». Lo scambio Vegas-Boschi si dipanò in due o tre incontri tra Roma e Milano, fra aprile e maggio 2014. Incontri durante i quali, però, il presidente della Consob ha assicurato che non arrivò alcuna pressione, ma solo un'esposizione dei fatti: «Il ministro Boschi mi ha illustrato una situazione che riteneva inadeguata rispetto al possibile matrimonio di Etruria con Vicenza, ma non mi ha chiesto nessun intervento, né avrebbe potuto chiedermelo». E in un'occasione Boschi fece sapere a Vegas che il padre sarebbe diventato vice presidente di Banca Etruria. Le parole e le precisazioni di Vegas non sono tuttavia bastate a convincere le opposizioni che si trattasse, come ha detto il numero uno della Commissione, di cosa «normalissima» il fatto che «un parlamentare si interessi della sua costitutency» (collegio elettorale). La reazione delle opposizioni non si è fatta attendere. Così mentre gran parte dell'audizione ha girato intorno al nodo banca Etruria, anche fuori della Commissione le polemiche non hanno tardato a scatenarsi. «Ufficiale: Boschi si è occupata di Banca Etruria. Più di una volta. Contrariamente a quanto detto al Parlamento il 18 dicembre 2015.

Maria Elena Boschi ha mentito al Parlamento condizionando il voto sulla sua sfiducia» ha twittato Carlo Sibilia, membro del M5S della commissione. E di conseguenza il candidato premier dei 5 stelle Luigi Di Maio ha chiesto in un video le dimissioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. «Pretendiamo le dimissioni della Boschi» ha detto anche il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. «Come volevasi dimostrare le bugie hanno le gambe corte. Il ministro Boschi non era estraneo ai fatti di Banca Etruria. Tutt'altro. Ora la Boschi abbia almeno il buon gusto di dimettersi». Ha dichiarato in una nota Massimiliano Fedriga, capogruppo alla camera della Lega. La risposta di Boschi non si è fatta attendere e sempre a colpi di "social" si è difesa dicendo su Facebook di non aver mentito né di aver mai esercitato pressioni sul presidente della Consob. E il Pd ha fatto quadrato. «Sarei grato a Sibilia e Speranza se dicessero pubblicamente in quale punto dello stenografico del discorso della Boschi ha mentito al Parlamento», ha detto su twitter il tesoriere e deputato Pd Francesco Bonifazi. Mentre il Pd faceva quadrato attorno al sottosegretario, intervenendo in commissione il presidente Matteo Orfini ha chiesto a Casini di inviare a tutti i commissari il link del famoso intervento di Boschi in Parlamento affinché tutti potessero valutare l'esistenza o meno di contraddizioni tra le parole di Boschi e quelle di Vegas.

«Concludere qua quest'esperienza mi ha dato una gioia particolare», ha detto con una punta di ironia Vegas al termine di un'audizione durata quasi sei ore. Audizione durante la quale il presidente della Consob ha toccato anche il tema dei rapporti con la Banca d'Italia, uno dei nodi fondamentali emersi fino ad oggi in tutte le vicende dei crac bancari esaminati della commissione di inchiesta. Se in alcuni casi Via Nazionale non fornisce a Consob determinate informazioni «fa il suo dovere e fa bene» visto che ha come obiettivo quello della stabilità, ha spiegato ai commissari che mettevano in evidenza le falle di comunicazione tra le due autorità di vigilanza proprio su Etruria.

Alla Consob arriva solo nel 2016 il rapporto ispettivo completo del 2012 e la nota di sintesi che Banca d'Italia gli trasmette a fine 2013, quando oramai i bond subordinati poi azzerati sono stati collocati, non contiene tutti i rilievi e i vertici di Arezzo non lo dicono.

La nota stampa e il prospetto sono così incompleti e i risparmiatori non sono informati e per questo la Commissione erogherà sanzioni nel 2017. Del resto, come ha precisato il presidente della Consob, è lo stesso sistema legislativo italiano che privilegia la stabilità. E questo fatto è stato anche messo a fuoco nei mesi scorsi dall'ultima indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano, condotta dalla Commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato, le cui conclusioni hanno rilevato che il giusto bilanciamento tra stabilità e trasparenza compare in cima alle priorità. In ogni caso nelle due ore e mezzo che hanno preceduto l'audizione di Vegas, il vice direttore generale Giuseppe D'Agostino ha assicurato che la collaborazione tra Consob e Banca d'Italia ha fatto passi da gigante.

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